19
set
La terrificante tempesta in queste ore sulla Corea
La scorsa settimana un violentissimo ciclone tropicale, il supertifone Sanba, si è avvicinato e alle coste orientali dell’Asia e proprio in queste ore sta attraversando la Penisola Coreana accompagnato da piogge torrenziali, alte ondate di marea e venti che soffiano a circa 80-100 chilometri orari. Fortunatamente Sanba, che è il sedicesimo ciclone tropicale nonché il decimo tifone (ciclone tropicale di forte intensità) della stagione dei tifoni del Pacifico di quest’anno, ha perso potenza proprio negli ultimi giorni, e quindi ha investito le coste coreane con la forza di un tifone di categoria 1 (venti quindi a non oltre 150 chilometri orari), mentre lo scorso giovedì 13 settembre si era intensificato fino a diventare la più violenta tempesta del Pacifico Occidentale degli ultimi due anni, guadagnandosi i gradi di supertifone grazie ai suoi venti che soffiavano a oltre 240 chilometri orari! Prima di raggiungere la Corea Sanba ha sfiorato l’Arcipelago Giapponese su cui già venerdì, come testimoniato da questa immagine scattata dal satellite nipponico MTSAT-2, ha cominciato a far sentire i suoi effetti, per poi portare sul Paese del Sol Levante piogge torrenziali e venti forti soprattutto nella giornata di sabato. L’ultima volta che le acque del Pacifico Occidentale sono state attraversate da una tempesta così violenta è stato nell’ottobre del 2010 quando il supertifone Megi, poco prima di investire le Filippine, divenne così potente da spingere venti a quasi 300 chilometri orari.
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19 settembre 2012 - Commenti
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01
ago
È il più violento tifone degli ultimi 10 anni
Tra lunedì e martedì della scorsa settimana, come testimoniato anche dall’immagine raccolta lunedì 23 luglio dal satellite MTSAT-2 dell’Agenzia Spaziale Giapponese, Hong Kong è stata investita dal tifone Vicente, il più violento ciclone tropicale che abbia mai colpito questa grande città dall’inizio del nuovo millennio. Le strade e gli alti grattacieli di Hong Kong sono stati bagnati da piogge torrenziali, che hanno allagato alcuni quartieri, mentre per ore il vento ha soffiato violento a oltre 140 chilometri orari (con raffiche oltre i 200 chilometri orari), sradicando alberi, cartelli stradali, pali e impalcature. Il passaggio del tifone in effetti ha lasciato dietro di sé ingenti danni e causato anche il ferimento di più di 100 persone.
L’ultima volta in cui la metropoli cinese ha dovuto affrontare la furia di tempeste altrettanto violente è stato nel 1999, annata durante la quale tra l’altro venne investita da ben 4 cicloni tropicali (Maggie, Sam, York e Cam). Negli ultimi 50 anni i cicloni tropicali più intensi che abbiano colpito Hong Kong sono il tifone Hope, nel 1979, e il tifone Ellen, nel 1983, mentre il peggior tifone che abbia mai investito la città rimane molto probabilmente quello che, noto come Great Hong Kong Typhoon, nel 1937 devastò quest’area cittadina con piogge violentissime, venti che soffiavano ben oltre i 100 chilometri orari e raffiche addirittura fino a circa 240 chilometri orari: in quell’occasione purtroppo si contarono anche 11.000 morti.
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01 agosto 2012 - Commenti
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22
set
Dopo il passaggio del tifone Talas, che a inizio settembre ha portato in diverse zone del Giappone piogge torrenziali accompagnate da numerose frane e inondazioni, il Paese del Sol Levante ha dovuto far fronte a una nuova temibilissima tempesta, il tifone Roke, che come testimoniato dall’immagine scattata dal satellite Aqua della NASA già martedì 20 si è pericolosamente avvicinato all’Arcipelago Giapponese.
Nelle prime ore di mercoledì 21 settembre il violento tifone ha quindi investito Honshu, la più grande isola dell’Arcipelago (la stessa su cui sorge Tokio), accompagnato da venti che soffiavano a oltre 160 chilometri orari e con raffiche che hanno sfiorato addirittura i 200 chilometri orari.
Il passaggio di questo intenso ciclone tropicale ha causato in Giappone un generale stato d’allerta e in particolare nella città di Nagoya il timore per la possibile esondazione di due diversi fiumi ha spinto le autorità a ordinare l’evacuazione di circa 80000 persone e a consigliare un analogo comportamento a un altro milione di cittadini.
Fortunatamente la violenta tempesta, oramai indebolita, si sta adesso allontanando dal Giappone, dove però ha causato almeno 8 vittime e provocato numerosi danni e disagi, compresa la chiusura di molte importanti fabbriche e il blocco per diverse ore di una delle linee ferroviarie più congestionate al Mondo, quella di Tokio.
Il passaggio di cicloni tropicali sul Giappone non è tuttavia evento insolito: più della metà delle piogge che mediamente cadono ogni anno sull’Arcipelago Giapponese sono difatti portate dalle tempeste tropicali e dai tifoni (così vengono chiamati in Giappone i cicloni tropicali più violenti) che tra fine estate e inizio autunno attraversano l’Arcipelago.
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22 settembre 2011 - Commenti
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18
lug
Un tifone tropicale.
Curiosando
I cicloni tropicali sono tipiche perturbazioni della fascia tropicale dall’inconfondibile forma a spirale con un “occhio” nella parte centrale,
diametro intorno dai 300-500 km, piogge torrenziali, venti violentissimi,
spesso fino a più di 250-300 Km/ora.
I cicloni tropicali prendono il nome Il nome di Tifone nel
Pacifico,
Uragano nell’Atlantico,
Ciclone nell’Oceano Indiano,
Willy-Willy in Australia.
Si formano solo sugli oceani molto caldi e in particolare al di sopra delle aree marine ove la temperatura della acque superficiali superi i
26-27 °C.
In questi casi l’aria degli strati più bassi, surriscaldata dall’acqua, diviene molto più leggera di quella circostante e, spinta verso l’alto, condensa sotto forma di imponenti nubi temporalesche l’enorme umidità sottratta all’oceano.
Per di più la colonna d’aria calda in ascesa, essendo più leggera dell’ambiente circostante, genera al suolo un profondo vortice di bassa pressione (fino a 940 hPa nella parte centrale) intorno al quale ruota, a forma di spirale, tutto l’ammasso nuvoloso.
La regione sgombra di nubi nel suo centro – l’occhio del ciclone – si genera perché parte dell’aria che sale ricade poi verso il centro del ciclone ove per compressione e riscaldamento dissolve le nubi in formazione.
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18 luglio 2011 - Commenti
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23
giu
Hai visto mai
All’inizio di questa settimana si è rapidamente sviluppato e intensificato un ciclone tropicale nel tratto di Oceano Pacifico al largo delle coste messicane: la tempesta Beatriz, così è stato chiamato questo ciclone, si sta ora lentamente muovendo verso l’oceano aperto ma nel frattempo ha acquistato grande forza, fino a divenire un vero e proprio uragano, ovvero un ciclone tropicale che ha raggiunto la massima intensità. L’uragano Beatriz, come testimoniato nell’immagine scattata lunedì dai satelliti della NOAA, già all’inizio della settimana ha coperto con le sue nubi dense e minacciose i cieli di importanti località turistiche quali Acapulco, Manzanillo e Zihuatanejo, che ha flagellato con piogge torrenziali, onde di marea alte qualche metro e venti che soffiavano a oltre 140 chilometri orari.
Attualmente il ciclone tropicale è ancora assai violento ma secondo gli esperti del National Hurricane Center americano nelle prossime ore dovrebbe perdere intensità e soprattutto, se non cambierà repentinamente direzione, si allontanerà dalle coste messicane, andando piano piano a spegnersi in aperto Oceano Pacifico, distante dal continente. Fortunatamente il nucleo del ciclone non ha investito direttamente il Messico, per cui al momento non si contano vittime e anche i danni sono rimasti relativamente contenuti. Beatriz è già il secondo uragano che si forma, in questo 2011, nelle acque dell’Oceano Pacifico Orientale, di fronte alle coste americane, e secondo gli esperti americani presto cominceranno a formarsi intensi cicloni tropicali anche nell’Atlantico.
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23 giugno 2011 - Commenti
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01
giu
Hai visto mai
Nell’ultimo fine settimana di maggio si è formato il primo ciclone tropicale con venti a oltre 200 chilometri orari di quest’anno: il super tifone Songda. Questa violentissima tempesta ha vagabondato negli ultimi giorni di maggio attraverso le acque caldissime del Pacifico Occidentale, da cui ha assorbito le grandi quantità di calore e umidità necessarie ad alimentarla. Il super tifone Songda, qui fotografato dal satellite giapponese MTSAT-2, ha toccato la massima violenza in occasione nel suo passaggio appena a nord delle Filippine, quando i venti al suo interno hanno raggiunto anche i 250 chilometri orari d’intensità. Nel suo spostamento verso nord il ciclone ha poi sfiorato Taiwan e successivamente investito con violenza Okinawa.
Poi nella giornata di lunedì 30 Songda ha raggiunto il versante orientale di Honshu, la principale isola dell’Arcipelago Giapponese, dove però è arrivato oramai indebolito e declassato alla categoria di tempesta tropicale (cioè con venti al di sotto di 118 chilometri orari) e quindi fortunatamente incapace di produrre danni ingenti. In effetti questo ciclone tropicale, benché assai intenso, ha provocato solo 4 vittime. Durante questo 2011 nel Pacifico prima di Songda si sono formati solo tre altri cicloni tropicali: due depressioni tropicali (ovvero cicloni che non hanno ancora raggiunto l’intensità di tempesta), fra fine marzo e inizio aprile, e successivamente la tempesta tropicale Aere, che a inizio maggio ha sfiorato le coste orientali delle Filippine dove ha causato 35 morti e oltre 35 milioni di dollari di danni.
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01 giugno 2011 - Commenti
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