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La storia curiosa dell'ombrello
L’ombrello è stato inizialmente concepito per proteggerci dai raggi roventi del sole e non tanto dalle intemperanze di Giove Pluvio. Insomma, ombrello (dal latino umbra, ovvero “ombra”) impiegato come parasole e non come parapioggia. E come parasole ci sono testimonianze della sua prima comparsa in Cina, avvenuta intorno al XII secolo a.C..
I Babilonesi impiegarono l’ombrello come parasole, ma più per vezzo che per convinta necessità. Gli Egizi, invece, credevano che la dea Nut coprisse la Terra con il suo corpo arcuato, proprio come un parasole, e le persone camminavano con gli ombrelli per avere la sua protezione. In estremo oriente l’ombrello addirittura divenne un segno distintivo di nobiltà, tanto che poi il suo uso fu permesso soltanto ai reali e ai dignitari di corte. In effetti, sculture e dipinti di migliaia di anni fa, provenienti da Assiria, Persia e India mostrano servitori intenti a riparare dal sole i loro governanti con un ombrello. Tuttora, in molti paesi africani, l'ombrello è simbolo di autorità. Come simbolo di potere poi si diffuse anche tra le massime autorità della gerarchia della Chiesa (Papi e cardinali).
I buddisti lo usavano come simbolo del Budda, tanto che, ancora oggi, le cupole dei loro monumenti sono spesso sormontate da ombrelli. Ma comunque, solo nell’800, l’ombrello ha un boom di successo da parte delle donne, non tanto come parasole quanto piuttosto come irrinunciabile accessorio di moda da esibire in pubblico e all’aria aperta insieme alla borsa e al cappello. A tutt’oggi, nel Nord Europa, l'ombrello è considerato un accessorio stravagante e la gente preferisce bagnarsi piuttosto che portarne uno! L’ombrello come parapioggia, invece, fece la sua prima comparsa con gli antichi Romani, ma poi cadde in disuso per ricomparire, in seguito, sempre in Italia alla fine del ’500. Insomma, il parapioggia è made in Italy.
Pubblicato il 13 dicembre 2011 - Commenti (0)