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ott
La sindrome da ora legale
L’orologio interno che comanda l’addormentamento e il risveglio, l’aumento e la diminuzione della temperatura corporea e della pressione sanguigna, l’attività ritmica del cuore e degli altri organi, si regola soprattutto sulla base dell’alternarsi dei periodi di luce e di buio scanditi dal giorno e dalla notte. Ma, per quanto preciso, l’orologio biologico non è abbastanza veloce negli aggiustamenti. Così, se ci vuole un attimo per adeguarsi all’ora legale o ad un nuovo fuso orario, spostando semplicemente le lancette dei nostri orologi meccanici, all’organismo serve invece qualche giorno per “riprogrammare” tutte “le sveglie”: l’ora dei pasti, quella del sonno, quella della resa fisica e intellettuale. E’ normale quindi che i ritmi del sonno, dell’appetito e delle capacità psicofisiche vengano temporaneamente sconvolti.
Nella maggior parte delle persone i fastidi sono di breve durata e di lieve entità mentre altre, come gli ansiosi e i depressi, fanno più fatica a sincronizzare il proprio orologio interno. Con il cambio di ora legale autunnale, in pratica si va a dormire un’ora prima e quindi si incontra una certa difficoltà ad addormentarsi perché, anche se la sveglia dice che è ora di dormire, corpo e mente in realtà sono ancora ben svegli, una situazione che danneggia in particolar modo coloro che già soffrono di insonnia. Chi poi è abituato ad andare al bagno ad orari precisi può accusare anche qualche irregolarità intestinale e, se si mangia sempre alla solita ora, può capitare di andare a tavola con scarso appetito, non essendo ancora scattato a pieno il segnale di fame. Un consiglio: per una settimana, ritardare di mezz’ora, rispetto al nuovo orario, l’ora dei pasti e, in pari misura, quella del riposo notturno.
Pubblicato il 30 ottobre 2012 - Commenti (0)