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Previsioni a 6 ore: meglio le osservazioni

Le previsioni del tempo vengono elaborate con metodi e tecniche diverse a seconda della estensione temporale della previsione e questo è anche il motivo per cui di solito le previsioni vengono classificate in 4 categorie:
1. previsioni a brevissima scadenza o now-casting (da 1 a 6 ore)
2. previsioni a breve scadenza (da 6 a 72 ore)
3. previsioni a media scadenza (4 a 10 giorni)
4. previsioni a lunga scadenza.(oltre 10 giorni)

Per le previsioni a brevissima scadenza (1-6 ore) la tecnica oggi più avanzata è il now-casting: la posizione futura dei fenomeni meteorologici viene stimata estrapolandone la traiettoria osservata nelle ore passate. Per il now-casting è quindi indispensabile l’impiego in forma grezza e/o elaborata delle osservazioni meteorologiche relative al tempo attuale (il tempo che c’è) e al tempo che c’era nelle 6-12 ore precedenti, allo scopo di ricostruire la traiettoria presumibile dell’evento sotto osservazione (come nel caso di un corpo nuvoloso o di un temporale) o per stabilirne il trend evolutivo (come, ad esempio, nel caso dello spostamento di un ciclone extra-tropicale o della stima del tempo necessario al dissolvimento di un banco di nebbia).

Ma ecco le principali fonti di osservazioni per elaborare previsioni con le tecniche del now-casting:
• i satelliti meteorologici
• i radar
• le osservazioni in superficie effettuate dalla rete sinottica mondiale e trasmessi anche su Internet in forma codificata
• le osservazioni in quota con palloni sonda a cura sempre della rete mondiale di radiosondaggi (RDS).

Il now-casting ha numerose applicazioni prognostiche:
• lo spostamento di temporali, di depressioni mobili, di corpi nuvolosi e di nuclei di piovosità
• l'individuazione delle aree di più probabile sviluppo di fenomeni convettivi
• la previsione della eventuale formazione e dissipamento delle nebbie
• l'evoluzione della direzione e delle velocità del vento in ambito locale

Del resto nel range temporale delle prime 6 ore i modelli fisico-matematici sono inutilizzabili sia perché l’output del modello di solito è pronto solo dopo 5-6 ore che ha incamerato le osservazioni sia perché l’evoluzione deterministica descritta dalle equazioni della fisica della atmosfera è soggetta, nella fase di start-up del modello, ad oscillazioni e instabilità computazionale che non hanno nessuna connessione con la realtà ( spin-up).
Nel campo delle previsioni a brevissima scadenza, i satelliti e i radar si contendono la palma di primi attori, ma con ruoli leggermente diversi. Infatti i primi consentono di estrapolare lo spostamento dei grandi ammassi nuvolosi nelle prossime 5-6 ore ma con una precisione spaziale non superiore a 50-100 km. I secondi invece aiutano a prevedere lo spostamento delle aree di pioggia nelle prossime 2-3 ore con una precisione spaziale di circa 1 km.
Satelliti e radar meteorologici oggigiorno consentono di prevedere, con buona approssimazione, lo spostamento degli ammassi nuvolosi o piovosi nell’arco di qualche ora. Ad esempio, se alle 8-9 del mattino volete sapere dove si sposterà nelle prossime 5-6 ore un cluster nuvoloso, visualizzato sulla Sardegna, l’estrapolazione del movimento visto dal satellite, darà senz’altro risultati più soddisfacenti della previsione di nuvolosità elaborata al computer con modelli fisico-matematici, sulla base dei dati osservati alle ore 00 UTC (tempo di Greeewich.

Pubblicato il 07 maggio 2013 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

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