25/09/2012
Ma c’è di più: sia pure nella brevità
della trattazione, la Gaudium et Spes
mette le premesse di una vera e propria
teologia nuziale: il documento pone
i fondamenti del rapporto coniugale,
offre loro mete altissime come la
«mutua santificazione», corredate dalla
grazia per raggiungerle, ma offre
agli sposi un nuovo compito-missionevocazione
che non solo li integra a pieno
nella missione della Chiesa, ma dà
loro uno spazio particolare, non sostituibile
da nessuna laicità, per quanto
santa. Gli sposi hanno compiti di testimonianza
e di partecipazione che i
consacrati non possono occupare; hanno
un volto ecclesiale specifico, quello
del “già”, nel testo citato di don Tonino
Bello. Come siamo lontani dalla
concezione di un matrimonio come
“via larga”, dequalificata e quasi sopportata!
Ascoltiamo: «Cristo Signore
ha infuso l’abbondanza delle sue benedizioni
su questo amore molteplice,
sgorgato dalla fonte della divina carità
e strutturato sul modello della sua
unione con la Chiesa... l’autentico
amore coniugale è assunto nell’amore
divino e perciò la famiglia cristiana
che nasce dal matrimonio, come immagine
e partecipazione del patto
d’amore del Cristo e della Chiesa, renderà
manifesta a tutti la viva presenza
del Salvatore del mondo e la genuina
natura della Chiesa» (49, passim).
«E infine i coniugi stessi... seguendo
Cristo, principio di vita, nelle gioie e
nei sacrifici della loro vocazione, attraverso
il loro amore fedele, possano diventare
testimoni di quel mistero
d’amore che il Signore ha rivelato al
mondo». Sottolineiamo: gli sposi sono
immagine e partecipazione delle nozze
(patto d’amore) tra Cristo Sposo e
la Chiesa Sposa; essi rendono presente
la dimensione nuziale della Chiesa che
attende lo Sposo e si lascia da Lui plasmare;
non si tratta di una semplice immagine,
di una volatile metafora come
sarebbe poniamo la bandiera immagine
della patria, ma di una partecipazione
di quel mistero d’amore che lega
Cristo alla sua Chiesa; gli sposi sono
dentro questo patto d’amore, lo presentificano,
lo mostrano al mondo. Sono
chiesa nell’essere parte di questo
patto d’amore; è a dire: senza gli sposi
verrebbe appunto meno questa presentificazione
di Cristo che ama la sua Sposa
di amore nuziale! Altrove, abbiamo
parlato dei due fuochi (Ordine e Matrimonio)
che costituiscono l’ellisse Chiesa-
comunità di fede; ciascun sacramento
è correlato all’altro, nessuno dei
due può stare senza l’altro5. Questa lettura
del rapporto di partecipazione alla
Chiesa sposa da parte della coppia
è stata ampiamente esplorata dal Magistero
successivo: basti pensare alla
Familiaris Consortio del 1981. Ma di
nuovo ci chiediamo quanto di ciò sia
oggi trasmesso nella prassi ecclesiale!
Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini