23/09/2012
Papa Giovanni firma la bolla di inizio del Concilio.
Il Matrimonio e la famiglia sembrano essersi spenti e infiacchiti. Invece di riflettere la luminosa vitalità del sacramento che li ha resi partecipi dell’amore di Dio, mostrano un tetro grigiore. Solo la riscoperta del legame forte che il Battesimo istituisce tra gli Sposi e Cristo, getta una luce nuova sulla coppia, capace di estendersi anche ai figli e all’intera comunità dei credenti.
Siamo entrati nell’anno che segna il cinquantesimo anniversario dell’inizio del concilio Ecumenico Vaticano II. Nelle previsioni di Papa Giovanni XXIII avrebbe dovuto trattarsi di un evento della durata di appena qualche mese, invece portò un profondo rinnovamento nella Chiesa e rese necessaria un’attenta e lunga riflessione. Le bozze delle Costituzioni Conciliari erano ben diverse dai testi definitivi: fu necessario un grande lavoro di condivisione, che portò agli attuali documenti e lo Spirito rivestì di fecondità nuova la Chiesa sua Sposa. Questo orizzonte può essere percepito, in modo speciale, in un brano (n. 48) particolarmente affascinante della Gaudium et Spes: «L’autentico amore coniugale è assunto nell’amore divino ed è sostenuto e arricchito dalla forza redentiva del Cristo e dall’azione salvifica della Chiesa, perché i coniugi in maniera efficace siano condotti a Dio e siano aiutati e rafforzati nello svolgimento della sublime missione di padre e madre. Per questo motivo i coniugi cristiani sono fortificati e quasi consacrati da uno speciale sacramento per i doveri e la dignità del loro stato. Ed essi, compiendo con la forza di tale sacramento il loro dovere coniugale e familiare, penetrati dello spirito di Cristo, per mezzo del quale tutta la loro vita è pervasa di fede, speranza e carità, tendono a raggiungere sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione, e assieme rendono gloria a Dio».
don Paolo Gentili