23/09/2012
Tutto questo non si realizza con coppie di sposi fiere della loro forza, anzi «chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere»(cfr.1 Cor 10,12), ma in coloro che vivono in un perenne stato di conversione. La società attuale non sostiene il matrimonio, e vivere la fedeltà coniugale, in ogni suo aspetto, è sempre più difficile. Occorre allora spalancare le porte del cuore all’incontro fra la potenza dello Spirito e la nostra umana debolezza.
Oggi il peso dei ritmi lavorativi, la pressione della crisi economica, e la fatica nell’accompagnamento educativo dei ragazzi e degli adolescenti sta mettendo a dura prova molte famiglie. Occorre allora tornare a offrire l’abbraccio della Trinità a tanti sposi feriti da avvenimenti difficili e sentimenti contrastanti, o che magari hanno smarrito la speranza. Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo (cfr. 2 Cor 4,7-10).
don Paolo Gentili