11/03/2013
Il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo (Reuters).
Mentre si prepara ad accogliere i giovani da tutti i continenti, a Rio de Janeiro, per la Giornata mondiale della gioventù , il Paese con il più alto numero di cattolici al mondo coltiva la speranza che la fumata bianca da San Pietro soffi per un cardinale brasiliano (al Conclave sono presenti in cinque), il primo Papa del Sudamerica. Fra gli esponenti più significativi della Chiesa del Brasile e dell'America latina c'è Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, la più vasta diocesi del Paese latinoamericano. Con i suoi 63 anni Scherer è uno dei cardinali più giovani e gode di ottima fiducia da parte della Curia romana. Figlio di emigrati dalla Germania, Scherer è nato nel 1949 a Cerro Largo, nello Stato di Rio Grande do Sul, settimo di tredici fratelli.
Lui, notoriamente riservato, si schernisce e non lascia spazio alle divagazioni dei media che lo danno tra i cardinali più accreditati al soglio pontificio. Pare che il suo nome stia crescendo sempre di più nel continente latino e che, secondo la stampa brasiliana, l'arcivescovo di San Paolo conterebbe sull'appoggio dei porporati americani, di quelli dei Paesi in via di sviluppo e una parte degli europei. Al di là delle elucubrazioni pre-Conclave, un pontefice dall'America latina, secondo molti analisti e osservatori, sarebbe essenziale per dare un impulso forte all'opera pastorale della Chiesa nel continente, contrastando la fuga di un gran numero di cattolici verso altre proposte religiose.
Il Brasile rappresenta proprio uno dei terreni sui quali la Chiesa cattolica dovrà concentrare la sua attenzione per arginare l'esodo massiccio verso i gruppi evangelici, sempre più popolari grazie alla spettacolarità delle funzioni, all'uso formidabile dei mezzi di comunicazione (a partire dalla Tv) da parte dei pastori, al forte impatto emotivo sulle fasce meno acculturate. Il Censimento del 2010, nel Paese, mostra dati molto preoccupanti: nel 2000 la popolazione cattolica brasiliana era il 73,6%, dieci anni dopo è crollata al 64,4%. In questo stesso decennio, la popolazione evangelica è cresciuta dal 15,4 al 22%.
Una donna brasiliana prega davanti all'immagine di Benedetto XVI nella cattedrale di San Paolo (Reuters).
In modo particolare il Censimento fotografa una situazione critica a San Paolo,
la diocesi di monsignor Scherer. La metropoli ha vissuto una
polverizzazione evangelica: il numero degli evangelici senza legami con
una Chiesa determinata è quadruplicato dal 2000 al 2010, il numero dei
fedeli che frequentano luoghi di culto minori è cresciuto del 62%.
Secondo gli analisti brasiliani, la caratteristica di questa nuova
configurazione religiosa è una maggiore infedeltà a una istituzione religiosa specifica, la
tendenza a non legarsi a una singola chiesa: il fedele cambia a seconda
delle situazioni e delle esigenze, se vuole ad esempio ascoltare
musica, oppure ascoltare un messaggio più forte. Già nel 2008 a San
Paolo si contavano 18mila luoghi di culto evangelici: da allora si stima
che dovrebbero esserne nati almeno duemila nuovi. Le parrocchie
cattoliche non arrivano a 500.
In un'intervista televisiva monsignor Scherer ha detto che la Chiesa
cattolica non ha intenzione di competere con le nuove chiese, di
ingaggiare una gara con loro. Insomma, nessuna battaglia sul campo.
Scherer è un uomo difficile da incasellare in categorie definite: è
considerato un conservatore sui temi morali forti, ma allo stesso tempo
un uomo di Chiesa moderno, aperto alla complessità della realtà sociale del Brasile.
Ama la musica di Beethoven ma ascolta anche quella di Chico Buarque. Ha
un'indole riservata ma anche ironica, propensa allo humor. Si sposta in metropolitana e usa con disinvoltura l'Iphone4S.
E ha una grande dimestichezza con i social network: famosi sono i suoi
cinguettii, spesso spiritosi, su Twitter, attraverso il quale comunica
in modo aperto con i fedeli.
Ed è favorevole all'impegno dei cattolici in politica. Lui
stesso, nel recente passato, in occasione delle elezioni municipali a
San Paolo, ha polemizzato apertamente con il coordinatore della campagna
di uno dei candidati Celso Russomanno, accusandolo di fomentare la
discordia con i cattolici: «Ci ha molto intristito», ha dichiarato
Scherer, «nel contesto della propaganda elettorale dei partiti, vedere
la Chiesa cattolica apostolica romana attaccata e offesa, in modo
ingiustificato e gratuito, proprio in un articolo del capo della
campagna di un candidato sindaco di San Paolo».
Dossier a cura di Giulia Cerqueti