Conclave, il vento nuovo delle Americhe

Dal Brasile al Cile, fino agli Stati Uniti, l'intero continente si prepara ad assumere un ruolo da protagonista negli scenari che si delineano per la Chiesa del futuro.

Colombia, la fede tra guerriglia e narcos

11/03/2013
Monsignor Rubén Salazar Gomez, cardinale elettore e arcivescovo di Bogotà (Corbis).
Monsignor Rubén Salazar Gomez, cardinale elettore e arcivescovo di Bogotà (Corbis).

«Il prossimo Papa dovrà essere Un uomo contemporaneo, in dialogo permanente con il mondo e con la cultura di oggi, con questo mondo globalizzato, pieno di bisogni, di speranze, di aneliti». Monsignor Rubén Salazar Gomez è arcivescovo di Bogotà, vicepresidente del Consiglio episcopale latinoamericano e uno degli ultimi cardinali creati da Benedetto XVI, il 24 novembre del 2012. Sarà uno degli elettori al Conclave e uno dei rappresentanti della Chiesa in America Latina, il continente che oggi raccoglie il 42% dei cattolici di tutto il mondo.

Al telefono da Bogotà, prima di prendere il volo per Roma il cardinale ha raccontato di sé: «Sono nato a Bogotà da una famiglia profondamente cattolica. Sono cresciuto con gli insegnamenti della Chiesa. Per me, quindi, diventare sacerdote è stato un percorso naturale. E ho avuto la grande fortuna di vivere a Roma come seminarista proprio negli anni del Concilio Vaticano II». Poi, il ritorno nella sua Colombia, terra martoriata da un conflitto interno che da mezzo secolo oppone Governo e gruppi dei guerriglieri legati al narcotraffico, le Farc (e prima anche i gruppi paramilitari ora smobilitati), in uno dei primi Paesi produttori di cocaina nel mondo. Un dramma che ha provocato un'emergenza umanitaria:  3,7 milioni di sfollati interni nel 2011, secondo le cifre del Governo di Bogotà; ma la cifra reale probabilmente si avvicina ai 5 milioni. Uno dei motivi principali delle migrazioni forzate è la paura delle famiglie di vedersi portare via i loro bambini dai guerriglieri, che costringono i minori a imbracciare i fucili. Secondo Amnesty International almeno un combattente su quattro ha meno di 18 anni.

L'anelito della Colombia, oggi, è proprio questo: raggiungere finalmente la pace, mettere la parola fine alla violenza che ha dilaniato il Paese andino, recuperare la stabilità interna. «La Chiesa cattolica colombiana è molto solida ed è presente in tutto il Paese, anche nelle regioni più lontane ed emarginate (il 90% della popolazione è cattolica). Si esprime come forza comunitaria, attraverso la fraternità e la solidarietà». Monsignor Salazar osserva: «Ora è in corso a Cuba un processo di pace fra il Governo e i leader delle Farc, al quale la Chiesa non partecipa direttamente».

I leader delle Farc ai negoziati di pace all'Avana (Ansa).
I leader delle Farc ai negoziati di pace all'Avana (Ansa).

E spiega il motivo:«Il processo si compone di tre fasi: prima c’è stato un dialogo segreto fra autorità e guerriglieri, che ha portato alla seconda fase, quella attuale, essenzialmente politica. La Chiesa preferisce prendere parte alla terza fase, quella che servirà al consolidamento della pace: vogliamo lavorare sul campo, fra la gente, nelle comunità, per promuovere la buona convivenza civica, le scuole di formazione alla pace sul territorio. Io sono convinto che la riconciliazione e il perdono saranno possibili: nonostante tutti i nostri problemi, quello colombiano resta un popolo buono, aperto, generoso, con uno spirito profondamente solidale».

Essere sacerdoti vicini alle comunità, in un Paese segnato dalla piaga della violenza, certo, spesso è un rischio. «In molte regioni i preti hanno ricevuto minacce per avere denunciato casi di violenza. Due vescovi sono stati assassinati, e anche numerosi sacerdoti. Ma noi continuiamo la nostra missione di condivisione con la gente». Riguardo alla diffusione delle Chiese evangeliche, che proliferano in Brasile, togliendo fedeli alla Chiesa cattolica, il cardinale commenta: «Questi gruppi si stanno espandendo anche in Colombia. Ma io non li considero come minacce, bensì come espressione di alcune tendenze moderne, ad esempio quella del sensazionalismo, chenon trovano sponda nella visione tradizionale della Chiesa cattolica».

Monsignor Salazar Gomez ha un profilo su Facebook – dove compare con la definizione di "messaggero di pace e giustizia" – che lui tiene costantemente aggiornato con post e commenti. «Ho anche un profilo su Twitter», precisa. «Oggi per gli uomini di Chiesa è fondamentale essere sui social network per raggiungere tutti i fedeli».

Dossier a cura di Giulia Cerqueti
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