11/03/2013
Fedeli in preghiera nella cattedrale di St. Patrick a New York (Reuters).
La Chiesa cattolica degli Stati Uniti è sempre più Iglesia e sempre meno Church. Grazie al massiccio afflusso di immigrati dall'America Latina la lingua dominante dei cattolici americani sta diventando lo spagnolo. D'altra parte i latinos ormai rappresentano quasi il 40% dei fedeli della Chiesa cattolica statunitense. L'immigrazione, non solo da parte degli ispanici, sta ridando dinamismo alla Chiesa nordamericana e gli Stati Uniti, secondo i dati del Pew Center, rappresentano nel mondo la principale destinazione dei migranti cristiani. Il 30% delle parrocchie, almeno una volta al mese, celebra una messa in una lingua diversa dall'inglese e un terzo del clero è formato da preti non statunitensi.
Negli Stati Uniti i cattolici sono poco più di 78 milioni e costituiscono il 25% della popolazione. Sul territorio sono presenti 195 diocesi e 17.644 parrocchie. I vescovi in attività, senza contare gli emeriti, sono 270 e fra loro si contano 5 cardinali arcivescovi. Nel corso degli anni il numero delle parrocchie è rimasto più o meno stabile, ma i dati del Cara (un centro di ricerca no profit della Georgetown University di Washington) fotografano un netto calo dei membri del clero. Nel 1965 il clero statunitense era formato da 58.632 sacerdoti, nel 2012 se ne contavano solo 38.964.
Il calo riguarda sia i preti diocesani (da 35.925 a 26.661) sia quelli appartenenti agli ordini religiosi (scesi da 22.707 a 12.303). Calo drastico anche fra i religiosi (erano 12.271 nel 1965, l'anno scorso ne restavano solo 4.447), mentre le suore sono passate da 179.954 a 54.018. Negli ultimi decenni, invece, è rimasto stabile (segna anzi un leggero aumento) il tasso di partecipazione alla messa domenicale: dal 22% del 2000 al 24% dello scorso anno.
Roberto Zichittella
Dossier a cura di Giulia Cerqueti