06/05/2013
Monsignor Domenico Pompili.
«I nuovi linguaggi sono un modo per abitare il nostro tempo e l’evangelizzazione non può mai prescindere dalla capacità di stare dentro la storia concreta». Monsignor Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale della Conferenza episcopale italiana per le comunicazioni sociali, riparte dall’immagine che ha dato il Papa nel Messaggio per la Giornata delle comunicazioni: «Si parla della porta, che non è solo uno strumento funzionale alla separazione tra due ambiti, ma è anche una soglia, una sorta di passaggio.Questo semplifica bene la condizione dell’uomo di oggi che è, al tempo stesso, online e offline, quasi senza più rendersi conto dell’una e dell’altra dimensione. I nuovi linguaggi hanno delle ambiguità,ma sono anche espressione di bisogni autentici di relazione, di incontro, di vicinanza, di condivisione e anche di comunione».
Nella tavola rotonda cui partecipa al Festival della comunicazione, si parla anche della capacità di essere al contempo connessi e liberi. «Si tratta», insiste monsignor Domenico Pompili, «di una sfida non di tipo tecnico, ma morale, che chiede la capacità di saper essere online e offline, di saper creare una distanza critica rispetto a questa dimensione che non è tutta la realtà. Per dirlo con una metafora, la capacità di essere liberi sta nel saper essere nel mondo del Web senza essere del Web,salvaguardando la propria capacità di stare in solitudine, di dare del tu al proprio io, incrementare le relazioni interpersonali faccia a faccia. Sapendo che la possibilità di essere connessi in un contesto che è sempre più sfilacciato e disgregato rende possibile anche passare dalla connessione alla relazione. Questo però non dipende dal mezzo, ma dalla nostra capacità,attenzione e disponibilità verso l’altro. Un impegno per la Chiesa».
Annachiara Valle
Dossier a cura di Alberto Chiara e Fulvio Scaglione