29/05/2010
Il Priore di Bose Enzo Bianchi
È stato
Enzo Bianchi, come da programma, ad aprire giovedì 27 maggio nella Chiesa Cattedrale del capoluogo berico la sesta edizione del
Festival Biblico di Vicenza, la manifestazione che cerca di calare nell'attualità la Parola di Dio a partire da un tema "caldo", che tocca la società civile e quindi ognuno di noi.
Quest'anno la scelta è caduta sulla parola "ospitare" e il titolo della manifestazione reca significativamente l'insegna: "L'ospitalità delle Scritture". «
Ospitare è uscire dalla logica dell'inimicizia», ha detto il Priore di Bose, «
è fare del potenziale nemico un ospite».
La paura di Bianchi, condivisa da buona parte della platea, è che
si sta smarrendo nella società occidentale quella attitudine all'ospitalità di cui fa memoria la Bibbia, e in particolare l'Antico Testamento che narra tanti episodi di cui sono protagoniste le popolazioni seminomadiche del Medioriente. «L'altro, il vero "altro", non è colui che scegliamo di invitare a casa nostra, magari con il retropensiero di farci a nostra volta invitare, ma colui che emerge, colui che non abbiamo scelto e che sta di fronte a noi portato lì dagli avvenimenti», ha detto toccando il cuore dell'assemblea il Priore di Bose.
Ospitalità come "crocevia di cammini", per dirla in altri termini. Secondo Bianchi «
l'altro è colui che chiede di essere accolto nella sua irriducibile diversità, e poco importa se appartiene a un'altra etnia, a un'altra fede, a un'altra cultura». «Accogliere», secondo lui, «è in fin dei conti umanizzare la propria umanità, una risposta a una vocazione del profondo che si riverbera positivamente sull'ospitante». Il Festival proseguirà con decine di eventi e oltre 150 ospiti.
Stefano Stimamiglio