Sentirsi ospiti per saper ospitare

Con la "lectio magistralis" del Priore di Bose, Enzo Bianchi, si è aperto il Festival Biblico di Vicenza. Un'occasione per ricordarci che, innanzitutto, siamo ospiti della Parola.

La straordinaria mostra di icone russe a Palazzo Montanari

29/05/2010
Gli apostoli Pietro, Andrea e Paolo Mstëra, seconda metà del XIX secolo tempera su tavola , 83,7 x 60,5 cm Collezione Intesa Sanpaolo (Foto Studio Esseci).
Gli apostoli Pietro, Andrea e Paolo Mstëra, seconda metà del XIX secolo tempera su tavola , 83,7 x 60,5 cm Collezione Intesa Sanpaolo (Foto Studio Esseci).

Tradizionale appuntamento del Festival Biblico è il percorso di visita della straodinaria collezione di icone russe conservate a Palazzo Leoni Montanari a Vicenza. Il signorile palazzo barocco eretto alla fine del XVII secolo dal produttore e commerciante di tessuti Giovanni Leoni Montanari, dopo un impegnativo restauro, è diventato dalla fine degli anni '90, grazie all'impegno di Intesa Sanpaolo che ha aperto agli studiosi e al pubblico le gallerie d'arte, la prestigiosa dimora per la straordinaria collezione di icone russe e per molte opere della pittura veneta del Settecento.

Nell'ambito del Festival, oltre alla possibilità di visitare le mostre (peraltro sempre aperte al pubblico da martedì a domenica dalle 10 alle 18), vi è la possibilità di contemplare alcune icone russe aiutati da don Dario Vivian, teologo vicentino che aiuta il pubblico a "entrare", o meglio a "farsi ospitare" dall'icona, attraverso una meditazione contemplativa di circa un'ora per coglierne quel segreto spirituale che intende donare solo a chi si decida per "il santo viaggio".

«L'iniziativa aiuta a non "scivolare" sull'immagine sacra», afferma don Dario, «come forse siamo abituati a fare bombardati come siamo da una congerie di altre immagini. Un "guardare" che va oltre il semplice "vedere". Si tratta di farsi aiutare dalla Parola per leggere l'icona, per capirla nella profondità del suo messaggio spirituale. Si tratta di "vedere" attraverso la parola e di "ascoltare" attraverso l'icona in un intreccio dei nostri sensi esterni che aiuta i nostri sensi interni a collocarci anima e corpo all'interno dell'icona. Solo così diventiamo suoi "ospiti", come il profeta Elia nell'icona commentata oggi (venerdì 28 maggio n.d.R.) che si sente ospitato da Dio e dalla sua Parola e per questo può compiere la sua missione, che è d'altronde quella di ogni cristiano: nel battesimo il cristiano viene letteralmente ospitato da Dio e quindi viene abilitato a ospitare. E' un cammino difficile, che conosce anche sconfitte e fatiche, ma che alla fine risulta determinante per la vita di ciascuno di noi».

Stefano Stimamiglio
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