30/12/2011
Se il cenone diventa ecosostenibile allora è davvero festa, anche per il pianeta.
Può essere un modo anche per risparmiare, riscoprendo antiche ricette o dando spazio alla fantasia.
Avete mai pensato di utilizzare le bucce di patate o le lische di pesce, invece di gettarle?
Possono essere impiegate le prime fritte in pastella e le seconde per un brodo di pesce da utilizzare come base per un risotto. Le teste dei pesci, poi, non vanno mai gettate ma utilizzate, insieme a verdure ed erbe aromatiche, per preparare il fumetto. Se invece vengono rosolate, fatte a pezzi e frullate si trasformano in una gustosa zuppa e forniscono all’organismo un notevole apporto di calcio.
Altri suggerimenti si trovano sul volume “La cucina a impatto zero” edito da Gribaudo, che insegna ad utilizzare quelli che in cucina di solito consideriamo scarti.
Un ecocenone inizia, naturalmente, da una tavola imbandita senza distruggere le foreste.
Se proprio non potete evitare i prodotti di carta usa e getta, prima di acquistarli consultate la guida "Foreste a rotoli" sul sito di Greenpeace, per sapere come orientarvi.
Anche stoviglie e posate se usa e getta possono essere in plastica derivata dal mais e i bicchieri di carta e non di plastica.
Se scegliamo ricette tradizionali a base di ingredienti di stagione e
locali, ridurremo le emissioni di CO2, legate soprattutto ai trasporti e
alle coltivazioni in serra e guadagneremo in gusto e freschezza. Fatte
salve le tradizioni italiane, cerchiamo anche in questi giorni di festa
di ridurre i consumi di carne, soprattutto quella bovina, questo farà
bene alla nostra salute e al clima.
Su www.improntawwf.it si può giocare per calcolare quanta CO2 produciamo
con le nostre abitudini alimentari. Se prendiamo 10 chili di mangime e
lo diamo ad una mucca, ad un maiale ad un pollo otterremo 1 chilo di
carne dalla mucca, 3 chili dal maiale e 5 chili dal pollo.
Tutto il resto si traduce in letame e gas serra. Il pollo, insomma,
oltre che costare la metà della carne bovina ed essere per alcuni
aspetti più salutare, è anche 5 volte più ecologico.
Alcuni prodotti molto consumati in occasione delle feste sono da
bandire.
Evitiamo il patè de foi gras (che comporta enormi sofferenze agli
animali), i datteri di mare (specie protetta e la cui raccolta provoca
la distruzione di intere scogliere marine)e le aragoste (sull’orlo
dell’estinzione e bollite vive).
Il caviale è ricavato da diverse specie di storioni, molte delle quali
sono già commercialmente estinte in molte aree: è fondamentale in questo
caso scegliere caviale “certificato” o da acquacoltura e invitare il
proprio rivenditore a fare lo stesso.
Per orientarsi in pescheria si può scaricare la guida “Sai che pesci
pigliare?” dal sito del Wwf. Anche in questo caso bisogna orientarsi su
pesci che non siano oggetto di sovrasfruttamento e quindi no a gamberi,
tonno e pesce spada e sì al pesce azzurro.
Oggi il 70 per cento del pescato viene sottopagato o rigettato in mare
perché non c'è domanda.
Secondo il cuoco Amelio Fantoni di Viareggio si può preparare una cena
per quattro persone, basata su due pesci come sugarello e sciabola, a
un costo totale di 15-20 euro.
Il sugarello, che è un “pesce azzurro”, e la sciabola, che è invece un
pesce “di fondale”, sono presenti ovunque lungo le coste italiane. Sono
due specie normalmente classificate come “pesci poveri” forse perché non
superano i sei-otto euro al chilo.
«Le ricette di Amelio sono una valida alternativa ai prodotti della
lista rossa di Greenpeace», spiega Alessandro Giannì, direttore delle
campagne per l'Associazione ambientalista. «Mangiando pesci come il tonno pinna
gialla, il tonno rosso, il pesce spada, il merluzzo (importato come
baccalà o stoccafisso) e i gamberoni tropicali tutti noi, spesso
inconsapevolmente, contribuiamo a distruggere il mare».
Per tonni, pesce spada e merluzzo il problema principale è lo stato
disastroso delle risorse, peggiorato ulteriormente dalla pesca pirata. I
gamberoni tropicali, invece, provengono da pratiche di acquacoltura che
danneggiano la fascia costiera intertropicale, a cui si associano gravi
violazioni dei diritti umani.
Nei negozi del commercio equo e solidale si trovano diverse spezie per
condire pesce e verdure in modo insolito e gustoso, dal curry al
cardamomo, dalla curcuma allo zenzero.
Gabriele Salari