Dossier - La guerra dei cordoni

E' polemica sulla conservazione per sé delle cellule staminali da sangue cordonale in banche private. I dubbi degli scienziati e delle associazioni di volontariato.

“Il cordone ombelicale conservato per se’? Praticamente inutile”.

03/06/2010
Feto con cordone (CONTRASTO).
Feto con cordone (CONTRASTO).

«Finora nessuna unità di sangue raccolta e stoccata nelle banche private ed esportata all’estero è stata utilizzata dal donatore. Si tratta, quindi, di una commercializzazione del corpo umano purtroppo permessa dalla legge italiana attraverso il meccanismo dell’autorizzazione ministeriale. Una specie di truffa legalizzata. In Francia, per esempio, la legge è molto più restrittiva e vieta in modo assoluto l’esportazione del sangue cordonale». La denuncia è di un “esperto del ramo” come il professor Licinio Contu, già professore ordinario di Genetica medica dell’Università di Cagliari e professore associato di Ematologia all’Università di Cagliari e di Parigi, uno dei massimi esperti scientifici in materia di donazione del sangue del cordone ombelicale, nonché presidente della Federazione Italiana AdoCeS (Associazione italiana donatori cellule staminali), che promuove tra l’altro anche la donazione delle cellule staminali emopoietiche da cordone ombelicale.

- Professor Contu, la donazione autologa è permessa in Italia?
«In Italia è vietata la conservazione presso enti privati del sangue cordonale. Questa è consentita solo in strutture pubbliche autorizzate dette “banche di SCO”. La legge inoltre prevede che la donazione per uso autologo venga fatta solamente in casi gravi e comprovati dal medico, come nel caso del neuroblastoma, tumore maligno che può colpire un neonato e che è diagnosticabile prima della nascita. In questo caso il sangue del cordone resta esente dalla malattia e può essere utilizzato per riparare la distruzione delle cellule staminali del midollo osseo causate dalla chemioterapia e radioterapia resesi necessarie per curare la malattia. Casi eccezionali ma pur sempre possibili».

- Altrimenti?
«Altrimenti la donazione deve essere sempre solidale oppure “dedicata”, cioè a favore di un familiare del donatore. A tutto il 2009 c’erano nelle banche pubbliche italiane 28.464 unità di cordone ombelicale per scopo solidale, 113 per scopo autologo e 1949 per uso dedicato. Le proporzioni si mantengono in questi termini se guardiamo al loro effettivo utilizzo: nel 2009 in Italia erano state usate 1018 unità di cordone ombelicale per scopo solidale, 116 per familiari del donatore e solo 2 autologhe. Quest’ultima categoria dunque è davvero molto rara».

- Quanto tempo sono conservabili le cellule del cordone?
«Secondo la scienza per un periodo tra i 15-20 anni».

- In quanti punti-nascita è possibile fare la donazione?
«In Italia sono circa 360. Perché un punto-nascita sia accreditato per la donazione deve avere almeno 500 parti all’anno e avere personale preparato in questa materia specifica. In Italia abbiamo 18 banche del sangue cordonale, la diciannovesima sta nascendo in queste settimane a Cagliari. Per fare un confronto, la Francia, ad esempio, ha solo 8 banche accreditate in tutto il territorio. Inoltre, mentre in Italia l’obiettivo è quello di attestarsi su 90 mila unità di sangue cordonale conservato per coprire il fabbisogno nazionale, in Francia questa stima è molto inferiore: circa 50mila unità. Come vede esistono valutazioni molto diverse da nazione a nazione a seconda della politica sanitaria adottata».

- La legge non permette allora l’autodonazione indiscriminata?
«La legge italiana non favorisce, tuttavia consente la donazione di cellule staminali di cordone ombelicale e la loro esportazione in banche private estere per esclusivo uso autologo. Così succede che intermediari di queste banche private, che traggono grandi proventi dalla loro attività, convincano moltissime donne in procinto di partorire a donare il sangue cordonale per uso autologo».

- Quanto costa stoccare privatamente il proprio sangue ombelicale?

«In genere fra i 2.000 e i 3.000 euro, più un abbonamento annuale per la conservazione, tra i 100 e i 200 euro all’anno».

- Quali sono le proporzioni tra donazioni per uso solidale e quelle per uso autologo attraverso le banche private?
«Tra il 2006 e la fine del 2009 circa 34 mila unità di sangue cordonale sono andate all’estero in banche di crioconservazione private per uso autologo. Nello stesso periodo circa 10 mila, cioè in una proporzione compresa fra un terzo e un quarto del dato precedente, sono state fatte invece per uso solidale e conservate nelle banche pubbliche italiane. Occorre anche precisare che la donazione autologa attraverso le banche private avviene secondo ben precise procedure stabilite dal Ministero della Salute, che quindi controlla il procedimento e ottiene dalla donna il consenso informato».

- Tutte le donne possono donare?

«Prima di effettuare una donazione a favore di una banca pubblica vengono fatti accurati controlli sulla donna che deve partorire. Ad esempio non possono donare donne che hanno avuto una gravidanza inferiore alle 36 settimane. Vi è quindi una prima scrematura delle possibili donazioni. Successivamente vengono fatte analisi sul sangue cordonale, con il risultato che sul totale delle donazioni fatte quello effettivamente stoccato è compreso fra il 25% e il 30%».

- Lo stesso accade per le banche private?

«No, queste prendono tutto senza controllo preventivo né successivo. Ma la cosa curiosa è che il bambino che dona il cordone per sé stesso alla nascita è un bambino sano. La probabilità che egli necessiti di utilizzare il suo cordone è in media una su 100.000. E nessuna malattia genetica, comunque, può essere curata dall’autodonazione, perché evidentemente in quel caso anche le cellule cordonali risultano affette dalla medesima patologia».

- Cosa sta facendo l’Adoces per sensibilizzare su questi temi?
«Cerchiamo di informare l’opinione pubblica e le famiglie promuovendo eventi come il prossimo convegno dal titolo “La donazione del sangue cordonale oggi. Il viaggio delle staminali dal parto al trapianto”, che si terrà il 22 giugno prossimo a Roma in occasione del 7° Forum internazionale della salute».

- Quindi entrerete nella questione della conservazione autologa?
«Certo e del rischio che stiamo correndo permettendo la donazione autologa in banche private, cioè quello di una vera e propria commercializzazione aggressiva del corpo umano. Questo contraddice i principi di gratuità e di solidarietà che reggono nel nostro Paese la donazione del sangue, del midollo osseo e degli organi. Si tratta di un liberalismo male interpretato perché se si apre una tale via non si sa effettivamente dove si possa arrivare».

- Che ragioni portano invece le banche private?
«Direi che non ce n’è nemmeno una. In Italia ci sono 23 banche private estere che operano attraverso intermediari, e nessuna di loro accetta di confrontarsi pubblicamente sul tema. Gli argomenti che usano sono spesso falsi: raccontano che il sangue cordonale può essere conservato per 30 anni, cosa  non dimostrabile; fanno credere alle mamme che con la donazione autologa forniscono al neonato una specie di “assicurazione biologica” contro il rischio di un gran numero di malattie, ben sapendo che non potrebbero mai essere curate con le cellule staminali autologhe; non fanno presente che la percentuale di utilizzo effettivo del loro sangue cordonale “autodonato” è estremamente basso, tanto che in Italia nessuno l’ha ancora utilizzato; danno informazioni fantasiose sulla possibilità, ancora tutta da dimostrare, visto che la ricerca in questo campo sarà lunghissima, che le cellule possano essere utilizzate per una malattia rigenerativa e curare l’Alzheimer, il Parkinson, gli infarti o gli ictus. Le basta?».


Stefano Stimamiglio

di Alberto Laggia e Stefano Stimamiglio
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare

Ultimi dossier pubblicati

%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati