Dossier - La guerra dei cordoni

E' polemica sulla conservazione per sé delle cellule staminali da sangue cordonale in banche private. I dubbi degli scienziati e delle associazioni di volontariato.

“No alle biobanche private: si comincia col cordone e poi…”

03/06/2010

«La conservazione per sé del sangue cordonale è del tutto inappropriata, perché inutile. La sua donazione invece è un gesto altruistico e prezioso. Lo sostiene la comunità scientifica internazionale. Perciò la raccolta delle cellule staminali del cordone ombelicale rappresenta un obiettivo primario del nostro sistema sanitario nazionale che vuole garantire, tra l’altro, la gratuità per i pazienti che ne avessero bisogno». Sono parole del sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella.

La sua battaglia per il potenziamento della rete di biobanche pubbliche per la conservazione di un patrimonio genetico così importante, contro il business delle banche private, è iniziata l’anno scorso con l’emanazione del decreto ministeriale (18 novembre 2009) che prevede, appunto, la conservazione del sangue cordonale soltanto presso strutture pubbliche e solo per donazione altruistica. «La rete delle nostre 18 banche pubbliche rappresenta un sistema d’eccellenza, che è ai primi posti in Europa in quanto a efficienza e qualità», precisa Roccella. «Il nostro intento è quello d’implementare e migliorare ulteriormente tale rete, dalla raccolta alla distribuzione del SCO (sangue  del cordone ombelicale, ndr), e a questo scopo è stato finanziata una cifra di dieci milioni d’euro».

Il criterio dell’azione ministeriale, appoggiata dalle associazioni di volontariato che operano nel settore, è chiaro: l’accesso alla terapia e al trapianto di midollo deve essere gratis e uguale per tutti, come lo sono, in Italia, i trapianti per gli altri organi e per il sangue. «La conservazione per sé del cordone ombelicale viene spacciata come un’assicurazione sulla vita del proprio figlio, illudendo  le mamme e inducendole al sacrificio economico”, osserva ancora il sottosegretario. «Ma le cose non stanno così: si deve sapere che solo la donazione del cordone rappresenta un’opportunità scientificamente valida ai fini terapeutici, perché così si accrescerà il patrimonio cellulare a disposizione di tutti coloro che ne avessero bisogno».

Ma il sottosegretario alla Salute va oltre: «Lo stop legislativo, imposto oggi, alla raccolta del sangue cordonale da parte delle biobanche private in Italia, vuol essere anche un argine alle richieste, che organizzazioni private, domani, avanzeranno per conservare altre parti del corpo». «La logica sottesa a queste operazioni è quella che pensa al corpo umano solo come a un bene mercantile. Si comincia col cordone ombelicale e poi…».


 Alberto Laggia   

di Alberto Laggia e Stefano Stimamiglio
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