22/07/2011
La fecondità proviene dal legame
tra generazioni, dunque, ma non solo:
Giovanni Paolo II si tiene ben distante
dal mito che la famiglia basti a
sé stessa: «I genitori vengono educati
attraverso altri genitori», e questa è
«forma preziosa di apostolato delle famiglie
fra di loro» (16).
La fecondità cioè spalanca la famiglia,
mette in atto un processo che costringe
a uscire dal proprio appartamento
e in ciò diviene Chiesa domestica.
Proprio la natura della fecondità
ci ha portato fuori dalle quattro mura
in cui spesso rinchiudiamo il nostro
“fai da te” privatistico: «Creare
uno spazio comunitario per l’affermazione
di quest’uomo in concreto» (19); la famiglia cioè è Chiesa domestica
in tanto in quanto fa Chiesa, cioè
lavora per la comunione, secondo il
suo proprio metodo familiare: «Paolo
sintetizza il tema della vita familiare
con la parola grande mistero poiché
in esso si esprime l’amore sponsale di
Cristo per la sua Chiesa» (19).
Allora comincia a diventare chiaro
il significato dell’affermazione di Giovanni
Paolo II, condivisa da tutto il
Magistero (almeno in linea teorica!)
su cosa comporti l’affermazione che
la famiglia sia via della Chiesa: «Se prima
via della Chiesa è la famiglia, occorre
aggiungere che anche la civiltà
dell’amore è via della Chiesa» (13).
Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini