18/07/2011
La confusione più grande,
invece è quella che si
è creata in Italia tra il consulente
familiare e il counselor,
tra la consulenza familiare
come metodologia
e il counseling come intervento
applicativo. Tale
confusione è dovuta al fatto
che, in Italia, quasi sempre
il counselor è un professionista
inteso come una
sorta di psicoterapeuta in
miniatura, un “quasi psicologo”
a tal punto che
egli può effettuare delle
consulenze psicologiche
che, a ben guardare, sono
le stesse che caratterizzano
anche l’intervento di
uno psicologo. A conferma
di ciò è il fatto che
moltissime Scuole di specializzazione
in psicoterapia,
rilasciano, al termine
del primo biennio di formazione,
un diploma di
counselor ai propri iscritti
che, se lo desiderano, possono
completare la loro
formazione diventando
degli psicoterapeuti.
D’altra parte, però, è innegabile
che possiamo intendere
la consulenza familiare
come la traduzione della parola counseling,
e pur tenendo ben distinte
le due figure professionali
del counselor e del consulente
familiare che, come
abbiamo già visto, possiedono
identità professionali
ben diverse e specifiche
e anche differenti percorsi
formativi, non possiamo
celare il fatto che,
spesso, i due termini sono
utilizzati in modo interscambiabile
come se fossero
sinonimi. Certamente
questo può generare confusione,
ma avendo illuminato
la diversità delle loro
funzioni professionali, tutto
è certamente più chiaro.
La consulenza familiare,
come dicevamo, ha
certamente la sua prima
origine in America, anche
se si è arricchita lungo
gli anni e le esperienze
dei Paesi nella quale è stata
utilizzata.
Il termine counseling o anche counselling, secondo l’inglese britannico, indica un’attività professionale che tende a orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolandone la capacità autonoma di scelta. Si occupa di problemi circoscritti e non specifici. Deriva dal verbo inglese to counsel, che risale a sua volta dal verbo latino consuloere, che si può tradurre letteralmente in “consolare”, “confortare”, “venire in aiuto”. Quest’ultimo si compone del suffisso cum che significa “con”, “insieme” e solere, “alzare”, “sollevare”, inteso propriamente sia come azione, che nell’accezione di “aiuto a sollevarsi”. Allo stesso tempo, è omologo a un altro verbo latino: consultoare, con il significato di “consigliarsi”, “deliberare”, “riflettere”. La traduzione italiana di counseling come consulenza è alquanto controversa in quanto un altro termine, consulting, ha in inglese lo stesso significato. È altresì problematica la sua traduzione con “consiglio”. La similarità linguistica tra le parole può, infatti, trarre in inganno.
Ermanno d'onofrio