G20, il futuro fa paura a tutti

A Cannes i problemi in gioco sembrano essere soprattutto europei. In realtà riguardano tutti, anche Stati Uniti e Cina. Serve un compromesso tra la ricetta tedesca e quella di Obama.

Il referendum greco

03/11/2011


Alla vigilia del vertice il premier greco annuncia che sottoporrà a referendum le riforme chieste dall'Europa. L'annuncio è coerente al programma elettorale di Papandreu, un sostenitore della cosiddetta democrazia deliberativa che prevede frequenti ricorsi alle consultazioni popolari, ma viene letto da Francia e Germania come una fuga delle responsabilità. Tanto basta agli speculatori per indurre ribassi sulle tutte le borse che crollano in poche ore, quella di Milano più di tutte. Il giorno successivo il prevedibile rialzo frutta ancora una volta consistenti proventi agli spregiudicati, ma l'altalena provoca un indebolimento del clima politico generale. Angela Merkel e Nicolas Sarkozy convocano Papandreu alla vigilia del vertice annunciando che i contributi europei alla Grecia saranno bloccati sino all'esito del referendum. Il ministro delle finanze greco, dopo 24 ore di silenzio, scrive sul sito del suo ministero che non condivide la scelta di convocare il referendum che intanto viene annunciato per il 4 dicembre.


Il rantolo del governo italiano

L'uno-due della borsa porta i titoli italiani a sfiorare il 6,5% di interesse, un livello difficilmente sostenibile. La spesa per interessi toglie risorse alle altre voci di spesa pubblica. Molte di esse, come gli stipendi, sono però rigide. L'assenza di scelte del passato ha reso la spesa rigidissima e ingestibile, con risorse mangiate dall'aumento dello spread. Il malcontento è universale e chi ha seminato illusioni ne sta raccogliendo i frutti. Tutte le forze economiche scrivono di nuovo al governo (lo avevano irritualmente già fatto qualche mese fa) e il Presidente della Repubblica convoca tutte le forze politiche. Il governo partorisce un documento di linee guida per un maxiemendamento alla legge di stabilità finanziaria, nemmeno un testo di riforme preciso, mentre la maggioranza si sfilaccia ulteriormente con parlamentari che lasciano. Il mattino successivo Piazza Affari cade di nuovo. Negli ambienti internazionali il giudizio è chiaro: occorre un nuovo governo guidato da una personalità autorevole. Un governo diverso, con i fondamentali italiani ancora non devastati, offre credibilità internazionale e può dare fiducia a famiglie, risparmiatori, imprese e banche che eviterebbe di amplificare il gioco degli speculatori che scommettono contro il paese.

Riccardo Moro
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