L'Africa che spera 3 - L'Uganda sorride

Famiglia Cristiana nella terra sconvolta da 23 anni di guerra: saccheggi, stupri, massacri. Ora la pace è tornata, tra enormi problemi e un tessuto sociale da ricostruire.

Il nostro inviato tra i bambini soldato e le schiave tuttofare

02/09/2010
Un'alba suggestiva nei dintorni di Kalongo, Nord Uganda
Un'alba suggestiva nei dintorni di Kalongo, Nord Uganda

Kampala-Kalongo, Uganda

Kampala e’ una cosa, il resto dell'Uganda un'altra. Dal traffico perennemente intasato e immerso nella nebbiolina grigia di smog che avvolge la capitale siamo saliti in direzione Nord, verso Acholiland (la terra degli Acholi) e la Karamoja. Il nastro d'asfalto – e poi della rossa pista di terra battuta – corre immerso nel verde del bush, la boscaglia ugandese, nel continuo sali-scendi di dolci colline.

    Occorrono molte ore di fuoristrada per arrivare nel “profondo Nord”. Entrando nella regione degli Acholi, si incrociano una dopo l'altra le città e i paesi divenuti tristemente famosi durante la guerra civile: Lira, Soroti, Pader, Gulu, Kitgum, fino a Kalongo, la nostra meta.

    Ancora nel 2008, percorrere questa strada di notte sarebbe stato un rischio mortale. Fino a due anni fa in queste terre impazzava il Lord Resistence Army, l'Lra (Esercito di resistenza del Signore), il movimento di guerriglia guidato dal pazzo visionario Joseph Kony che fin dal 1986, quando in Uganda prese il potere Yoweri Museveni, l'attuale presidente, ha tenuto sotto scacco l'esercito regolare e seminato terrore e morte per centinaia di migliaia di persone.

    Negli ultimi cinque anni di guerra i ribelli avevano costretto milioni di ugandesi a vivere in campi di sfollati sotto la custodia (peraltro pochissimo efficace) dei soldati. L'Lra ha commesso ogni sorta di efferatezza: saccheggi e stupri, incendi dei villaggi, massacri indiscriminati. Avevano elevato a sistema il rapimento dei bambini e delle bambine, per trasformare i primi in baby-soldier, e per fare delle seconde le piccole “prostitute da campo” o le schiave tuttofare (anche combattenti, in molti casi).

    Un programma preciso di reclutamento e feroce addestramento, che comportava spesso l'”iniziazione” di partecipare al primo combattimento andando a saccheggiare e bruciare il villaggio d'origine del nuovo bambino-soldato. Addestramento selvaggio, uso di droghe, libertà di commettere ogni sorta di violenza, l'Lra di Kony ha distrutto un'intera generazione: sia quella dei carnefici, sia quella delle vittime, costrette a vivere nel terrore e sradicate dal proprio villaggio.

    Due anni fa è finita. Kony ha accettato di intavolare un dialogo di pace. L'accordo non è mai giunto, ma la lunga trattativa ha ottenuto di allontanare i ribelli dell'Lra dal territorio e spostarli oltreconfine (ora seminano morte fra Repubblica democratica del Congo e Sudan). Con la pace, la popolazione lentamente torna nei propri villaggi e prova a ricominciare una vita normale. Fra enormi problemi e un tessuto sociale tutto da ricostruire. Perciò siamo venuti a vedere cosa si sta facendo a Kalongo.

Luciano Scalettari
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