Incontro con Laura Boldrini

10/04/2013
Una delegazione di 25 rifugiati incontra il Presidente della Camera, Laura Boldrini (Paolo Siccardi / Sync).)
Una delegazione di 25 rifugiati incontra il Presidente della Camera, Laura Boldrini (Paolo Siccardi / Sync).)

Occhi fissi negli occhi, a pochi centimetri di distanza. Alla fine del pomeriggio, finalmente una delegazione di 25 rifugiati riesce a incontrare il presidente della Camera Laura Boldrini in una saletta del teatro Regio. Non sono ammessi giornalisti, ma confondendoci con un piccolo gruppo del comitato spontaneo che invece ha avuto il via libera, riusciamo a passare.

Si capisce subito il perché di questo divieto. L'incontro dura circa un quarto d'ora. Ma è un quarto d'ora in cui non c'è spazio per frasi di circostanza. E' un botta e risposta serrato. Mohamed, 25 anni dal Ciad, racconta: "Siamo scappati dalla guerra in Libia, ci avete accolto qui in Italia ma dopo due anni ci ritroviamo a vivere sotto i ponti". Boldrini: "E' vero, il programma Emergenza Nord Africa ha avuto molte criticità. In particolare, sono stati stipulati accordi con enti che non avevano le competenze necessarie. Ma di questo fatto non ci avete rimesso solo voi, ma anche gli italiani che li hanno finanziati".

Altri chiedono una casa, un lavoro o almeno la possibilità di andare a cercar fortuna all'estero, cosa che l'attuale normativa europea non consente. Boldrini: "Non posso garantirvi la soluzione ai vostri problemi. Posso solo riferirli a chi ha il potere di intervenire, cioè il ministro dell'Interno che per altro è ben consapevole della situazione. Ma una cosa voglio dirvela. L'Italia vive un momento difficilissimo. Voi state male, ma tantissimi italiani non riescono a pagare l'affitto o a fare la spesa. Non sarebbe giusto dare l'idea che voi abbiate una corsia preferenziale, per esempio nell'assegnazione delle case. Vedo che siete giovani in gamba. Allora cercate di imparare l'italiano e di costruirvi la vostra vita".

A questo punto interviene pure il sindaco di Torino Piero Fassino: "Anche perché non può passare l'immagine che Torino possa far arrivare e ospitare migranti all'infinito. Oltre un certo limite, non ce la faremmo più". "Però bisogna garantire a chi c'è i bisogni primari e la possibilità di frequentare dei corsi di lingua", puntualizza la presidente della Camera. Il sindaco annuisce. L'incontro è finito. La Boldrini va via con Fassino. Un migrante non è soddisfatto: "Ma come faccio a frequentare una lezione di italiano dopo aver passato la notte sotto un ponte? Quando il maestro spiega, non capisco niente". Alla fine, il pomeriggio si conclude con una scena surreale. I rifugiati scendono le lussuose scale rosse del Teatro Regio scandendo in coro: "Noi vogliamo andare via!".


Eugenio Arcidiacono

Dossier a cura di Eugenio Arcidiacono
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