25/02/2011
Ancora qualche giorno e vedremo se la crisi della Libia produrrà davvero quell'esodo biblico che viene agitato come il più recente spauracchio dell'Italia e del'Europa. Un esodo i cui contorni crescono di giorno in giorno, come in un'ouverture di Verdi: qualche giorno fa si parlava di 300 mila persone, oggi siamo già a 2 milioni e mezzo, domani chissà.
In ogni caso, i Paesi dell'Unione Europea ci hanno già avvisati: se l'ondata arriverà, dovremo arrangiargi. Dalla UE un po' di soldi, molti consigli e basta. I nostri politici e il Governo, ovviamente, protestano. I ministri (Maroni, Frattini, La Russa) se la prendono con l'Europa matrigna che ci lascia soli. Hanno ragione. Purtroppo, però, se la prendono con i famosi "burocrati" e dimenticano di specificare che la guida politica dell'Unione è da tempo in mano... a loro. Cioè alla nostra destra e ai partiti "fratelli" della destra - moderata o radicale - che governa in Italia.
Lo smistamento dei migranti a Lampedusa.
Facciamo due conti. Al Parlamento europeo, sui 726 seggi totali ben 265
sono del Partito popolare europeo (quello, per dire, in cui milita il
PdL), altri 84 sono dell'Alleanza dei liberali e democratici per
l'Europa (euroscettici), 55 dei Conservatori europei (anche loro
euroscettici), 32 del Gruppo della Libertà e Democrazia (nazionalisti).
Totale: 436, maggioranza assoluta.
Andiamo avanti: il presidente della Commissione europea (cioè
il governo dell'Unione) è il portoghese José Manuel Barroso,
iscritto al Partito popolare europeo (quindi compagno di partito di
Silvio Berlusconi). Il "ministro degli Esteri" della Commissione è
lady Ashton, una conservatrice inglese. Il presidente del
Consiglio d'Europa è Herman Van Rompuy, già primo ministro del
Belgio. In che partito milita? Anche lui nel Ppe.
Succede, quindi, che sia proprio l'Europa di destra a scaricare
brutalmente l'Italia governata dalla destra. Pare proprio che a
Bruxelles, in quelle riunioni del Partito popolare europea, non si siano
chiariti molto le idee su che cosa fare nei casi d'emergenza.
Questo, però, non ci può stupire molto. Da almeno dieci anni le destre
europee si danno da fare per mettere paura ai cittadini. E ci sono
riuscite benissimo. Il Vecchio Continente, ormai da tempo, vive di
spauracchi: l'invasione islamica (i musulmani sono oggi meno del 5%
della popolazione europea, ma che importa?), l'idraulico polacco, i rom,
i romeni, l'immigrazione... Questioni reali ingigantite ad arte per
facilitare l'arte del governo.
A furia di speculare sulla paura, i risultati non sono mancati. L'Europa
è il continente con l'età media più alta e nel 2020, dicono i
demografi, almeno un europeo su quattro (25%) avrà più di 65 anni.
L'espressione Vecchio Continente non è più riferita alla storia ma al
nostro futuro. La paura si è infiltrata in questa popolazione satolla e
non più giovane, quindi timorosa di perdere i vantaggi acquisiti in una
vita di lavoro. Se tedeschi, francesi, austriaci, inglesi ecc. ecc.
hanno paura come noi, perché dovrebbero aiutarci?
Inoltre: tutti i grandi Paesi d'Europa sono governati dalla destra, di
ogni colore e tonalità. In Francia Sarkozy, in Germania la Merkel, in
Gran Bretagna i conservatori di Cameron, in Italia Berlusconi. così pure
nell'ex Europa dell'Est e in quella del Nord. Negli ultimi anni,
inoltre, sono spuntati un po' dappertutto, in Europa, partiti e
movimenti analoghi (e in qualche caso molto peggiori: in Austria e in
Ungheria ce ne sono addidittura di filo-nazisti) alla nostra Lega Nord,
anche e soprattutto nell'atteggiamento nei confronti dell'immigrazione
extra-comunitaria. Va ricordato, peraltro, che la Lega Nord si batte da
tempo, con il ministro Maroni in prima fila, per l'espulsione anche dei
cittadini Ue che non risultano in regola. Quando Bossi e Maroni chiedono
che anche gli altri si facciano carico di un'eventuale "esodo biblico"
dalla Libia, in Germania, Francia, Gran Bretagna ecc. ecc. ci sono i
Berlusconi, e ancor più i Bossi e Maroni locali, che rispondono: nemmeno
per sogno.
Chi di Lega ferisce di Lega perisce, ecco tutto. D'altra parte, è stato
il ministro Maroni a dare ai tunisini la patente di "rifugiati" ch'era
stata prima negata a somali, eritrei, etiopi, sudanesi, affidati alle
capaci mani di Gheddafi. Se ora arrivano 2 milioni e mezzo di libici,
come dicono alcuni nostri ministri, li tratteremo tutti da rifugiati? O
la crisi della Libia è meno grave di quella della Tunisia?
Fulvio Scaglione