24/04/2013
Gianni Letta (a sinistra) con il nipote Enrico (Ansa).
Nella
politica italiana quando dici Letta devi sempre precisare il nome di battesimo.
Perché i Letta sono due: Gianni ed Enrico. Zio e nipote. Il primo ascoltato,
fidato, felpato e influente consigliere
di Berlusconi. Il secondo, esponente moderato del Partito democratico, già ministro e ora alla prova più impegnativa
della sua carriera politica.
Gianni, 78 anni, abruzzese di Avezzano, si è
dedicato al giornalismo per una buona parte della sua vita. E' stato direttore
del quotidiano romano Il Tempo per 15
anni, fino alla fine del 1987. Poi ha curato e condotto rubriche televisive su
Canale 5 e lì è nato il suo rapporto con Silvio Berlusconi, del quale diventato
presto uno dei più stretti e fidati collaboratori. A lui, in questi anni, è
toccato il non facile compito di smorzare gli eccessi di Berlusconi,
soprattutto l'impatto che questi hanno avuto sulle istituzioni.
Gianni Letta,
che non si è mai candidato al Parlamento,
è sempre stato uomo del dialogo con tutte le forze politiche (è rimasto
celebre il “patto della crostata”, concluso a casa sua per far collaborare
D'Alema e Berlusconi sulle riforme costituzionali). Anche nei momenti più
difficili ha sempre tenuto aperto il dialogo fra Berlusconi e il Quirinale: chi
non parlava con Berlusconi, parlava con Letta. Cortese, silenzioso (non si
ricordano sue interviste o presenze nei talk show televisivi), felpato,
discreto, ma non del tutto nascosto. A Roma Gianni Letta è una presenza assidua
ai concerti dell'Accademia di Santa Cecilia, alle presentazioni di libri e ai funerali delle persone che contano.
Vent'anni fa portava i capelli cotonati e aveva un aspetto un po' lezioso, da
qualche anno invece porta i capelli molto corti e sembra quasi ringiovanito,
con un aspetto che gli dà una vaga rassomiglianza con Clint Eastwood.
Enrico Letta, 46 anni, è pisano e ha militato nei
giovani democristiani europei, nel Partito Popolare, nella Margherita e nel Pd.
Da sempre giovane brillante e secchione, ma non ingessato (anzi, con l'aria vagamente scanzonata
accentuata dalla lieve inflessione pisana), Letta Enrico, come ha ricordato
oggi lo stesso presidente Napolitano poco dopo avergli dato l'incarico, fu un pupillo di Beniamino Andreatta, che se
lo portò all'Arel, un centro studi molto serio e influente.
Il giovane Letta conosce bene quella che Nenni
chiamava “la stanza dei bottoni”. E' stato infatti ministro dell'Industria fra
il 1999 e il 2001 e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri
tra il 2006 e il 2008. Nel 2006 gli passò le consegne lo zio (che era stato
sottosegretario di Berlusconi) e due anni dopo i ruoli si invertirono per il
ritorno a Palazzo Chigi di un Governo di centrodestra. La loro stretta di mano nell'ufficio di
Palazzo Chigi, in queste due occasioni, è uno dei rari momenti pubblici nei
quali sono apparsi insieme.
Roberto Zichittella