Dossier Cooperazione, Italia ultima

Il nostro Governo è quello che stanzia meno fondi per gli aiuti allo sviluppo tra le Nazioni ricche.

Per i Paesi poveri le briciole

15/04/2010
Bambini profughi nel campo di Nyala, Darfur (Sudan). Sono scappati a causa della guerra civile e degli attacchi dei Janjaweed (foto di Nino Leto).
Bambini profughi nel campo di Nyala, Darfur (Sudan). Sono scappati a causa della guerra civile e degli attacchi dei Janjaweed (foto di Nino Leto).

Ultimo. L’Italia è il Paese che destina meno fondi per l’aiuto pubblico allo sviluppo fra tutti gli Stati occidentali. La notizia viene dall’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che ha analizzato le performance dei 15 Paesi aderenti al Coordinamento aiuti allo sviluppo: il nostro Paese nel 2009 ha stanziato soltanto lo 0,15 per cento della ricchezza nazionale, contro lo 0,56 promesso per quest’anno. Nel 2008 era stato dello 0,22 per cento.

Siamo così a fondo scala. Anziché aumentare la quota, come avremmo dovuto fare per avvicinarci alla fatidica soglia dello 0,7 per cento alla quale tutti i Paesi donatori si sono impegnati ad arrivare entro il 2015, abbiamo invece tagliato i fondi alla cooperazione di un terzo rispetto all’anno precedente, esattamente del 31,1 per cento (peggio di noi, in quanto a tagli, ha fatto solo l’Austria, riducendo lo stanziamento del 31,2).

Le mancate promesse italiane danneggeranno l’impegno per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, indeboliranno cioé il programma di riduzione della povertà nei Paesi in via di sviluppo che gli Stati membri dell'Onu si erano dati scegliendo il 2015 come data limite entro la quale ottenere risultati significativi.

Il rapporto dell’Ocse, peraltro, non punta il dito soltanto sul taglio di risorse da parte del Governo italiano. Sotto accusa è l’intero sistema dell’aiuto pubblico del nostro Paese. Il Coordinamento aiuti allo sviluppo, infatti, ha ribadito tutte le 16 raccomandazioni formulate all’Italia ancora nel 2004 (segno che in questi sei anni nessun problema è stato affrontato e risolto), e ne ha aggiunto altre 19: solo attuando tutti i 35 impegni – sottolinea il Rapporto – l’Italia potrà riportare la cooperazione allo sviluppo in linea con le migliori prassi dei Paesi Ocse.

In cifre assolute, l’Italia è passata dai 4.861 miliardi di dollari stanziati nel 2008 per i Paesi poveri, ai 3.314 del 2009. E non possiamo nemmeno far ricorso al “mal comune mezzo gaudio”: cinque Paesi hanno addirittura superato già ora la soglia dello 0,7 per cento del Pil (Danimarca, Lussemburgo, Olanda, Norvegia e Svezia). Inoltre diversi Paesi hanno aumentato sensibilmente gli stanziamenti rispetto all’anno passato: la stessa Norvegia, e poi Francia, Regno Unito, Corea, Finlandia, Belgio e Svizzera.

Luciano Scalettari
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Articoli correlati

Se il microcredito aiuta la scuola

Qualche tempo fa in questa rubrica avevamo parlato di una associazione umanitaria nata a Modena, che, partendo da una passione comune per i viaggi nel deserto, aveva sviluppato un’attenzione...

Claudio Ragaini

Aiuti allo sviluppo: così non va

La cooperazione sta morendo, bisogna ripensarla radicalmente a partire da nuove relazioni tra Nord e Sud del mondo, unendo chi è impegnato per i diritti in Italia e chi s'attiva nei Paesi in via...

a cura di Alberto Chiara

L'educazione è la chiave dello sviluppo

L’8 marzo del 2009 le donne del Sud Sudan sfilarono mostrando uno striscione per affermare che “education is the key to development”, cioè l’educazione è la chiave dello sviluppo, e chiedendo...

FamigliaCristiana.it

E il Governo umilia la Cooperazione

È una sollevazione generale. Il mondo della cooperazione allo sviluppo non ci sta al nuovo pesantissimo taglio annunciato ieri con la Finanziaria per il 2011. L’Italia già dall’anno scorso era...

Luciano Scalettari

Aiuti, Occidente sempre più avaro

La crisi globale ha fatto altre vittime: stiamo parlando dei Paesi in via di sviluppo rispetto ai quali, nel corso del 2011, si è registrata una diminuzione, in confronto al trend degli anni...

Alberto Picci

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati