09/01/2013
Come ti sei avvicinata a FAB?
Elisa Delli Zotti: «Mi è stato suggerito di leggere un articolo in un
quotidiano locale dove si presentava l’iniziativa FAB e se ne annunciava la sua
presentazione al pubblico. Così sono andata a sbirciare cosa stesse succedendo
in centro città durante quell’occasione. Da lì il colloquio informativo, la
email con allegato il mio progetto, e poi la selezione e l’incontro con
Federica…».
Federica Vaglio: «Ho scoperto FAB da un
volantino raccolto in mediateca a Pordenone, era l'ultima settimana prima della
chiusura della prima call. Dopo aver letto attentamente il sito, ho fissato un
appuntamento e incontrato Christian Gretter, coordinatore di FAB, il generatore
d’impresa della Cooperativa sociale Itaca, che mi ha mostrato la sede e
spiegato il percorso. Ho deciso di dare una possibilità a un progetto che avevo
nel cassetto. Poi, qui in FAB, da una siamo diventate due e le idee si sono
moltiplicate».
Da
quali fasi è scandita la vita quotidiana nel generatore d’impresa?
«Ci sono continui incontri di formazione personale, a volte
il ritmo è davvero incalzante. Il percorso “The Village” e il lavoro di Dof Consulting
sono davvero molto utili. Nel gruppo dei fabers, soprattutto in questo periodo,
sono giornate intense. Ci si allena a pensare a come possa essere, di qui a
pochi mesi, la nostra impresa e, con la simulazione alla partecipazione a bandi
internazionali, si affinano le strategie di comunicazione adeguate alla nostra
idea di partenza. Tutto può essere una palestra!».
Come si sta sviluppando la vostra idea imprenditoriale?
«Tra continui ostacoli e abbagli non è facile realizzare un
progetto che sia open e che non abbia fini di lucro! Impossibile? ...forse! Che
una buona idea non basti da sola, l’avevamo capito, bisogna renderla
comprensibile anche alla nonna e quantificabile con numeri e business plan per potenziali investitori. Ma ai nostri occhi serve
soprattutto una buona dose di cioccolata e chilometri e chilometri di spazio in
“cloud” da condividere con le scrivanie
vicine e lontane del nostro team, sparpagliato per la penisola e non solo. É un
continuo creare e distruggere, cambiare prospettiva e lavorarci disperatamente
e ironicamente. Sempre pronte a cambiare tutto il giorno successivo e
ricominciare con un nuovo entusiasmo!».
Alberto Picci