28
dic

Africa: in aumento il rischio malaria


Dopo la siccità l’arrivo delle piogge potrebbe favorire la diffusione della malattia

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel Mondo, a causa della malaria, muoia circa un bambino al minuto. Ebbene, questo triste conteggio potrebbe diventare ancor più pesante nell’immediato futuro: dopo un lungo periodo di grave siccità nei prossimi mesi difatti, a causa di oscillazioni periodiche nella circolazione atmosferica, in Africa Centro-Orientale dovrebbero arrivare piogge più regolari e abbondanti, che però daranno vita a condizioni più favorevoli alla diffusione della malaria.

Le zanzare che trasportano il parassita responsabile di questa malattia difatti si riproducono più numerose, e diventano decisamente più attive, quando il clima diviene più caldo e umido: ebbene le piogge dei prossimi mesi renderanno l’ambiente di molte zone dell’Africa Orientale senz’altro più umido, aumentando così le occasioni di contatto fra zanzare portatrici del micidiale parassita e umani, con un inevitabile notevole aumento delle infezioni di malaria. Proprio alla luce di queste considerazioni di recente la NOAA ha sviluppato un indice, il Malaria Risk Index for Africa, che tenendo in conto diversi fattori climatici, è in grado di fornire per ciascuna regione dell’Africa il livello di rischio relativamente alla malaria.

Per quest’ultima parte di dicembre le analisi degli studiosi americani prevedono un livello di rischio estremamente elevato (nell’immagine qui sopra le zone colorate di arancione acceso) soprattutto per la Repubblica Centrafricana, le regioni meridionali del Sudan e diverse zone di Etiopia, Kenya e Somalia.

Pubblicato il 28 dicembre 2011 - Commenti (0)
28
lug

La carestia fotografata dai satelliti

Hai visto mai



Un lungo e severo periodo di siccità ha recentemente scatenato una grave crisi umanitaria in Africa Orientale, colpita dalla peggior carestia degli ultimi 20 anni. La scarsità di cibo sta mettendo a serio pericolo la vita di quasi 12 milioni di persone sparse fra Gibuti, Kenya, Somalia ed Etiopia, e purtroppo, come illustrato dall’immagine ricostruita grazie ai dati raccolti dai satelliti della NOAA, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente. Il satellite NOAA-18 in particolare ha osservato, tra aprile e giugno di quest’anno, attraverso tutta l’Africa, il grado di crescita della vegetazione, comprese quelle colture da cui si ricava il raccolto estivo: un particolare strumento, lo AVHRR (Advanced Very High Resolution Radiometer), ha difatti misurato la quantità di luce assorbita dalle piante durante la fotosintesi, calcolando di conseguenza lo stato di salute della vegetazione (più luce assorbita significa più fotosintesi e quindi vegetazione più rigogliosa).


Nell’immagine in particolare sono colorate in verde le regioni caratterizzate da maggior assorbimento di luce e quindi da piante in buona salute, mentre le varie tonalità di marrone indicano quelle aree in cui la vegetazione (e quindi anche i raccolti) è cresciuta poco (più è scura la colorazione, maggiore è la sofferenza della copertura vegetale). Ebbene, vaste zone dell’Africa Orientale, in particolare nel Corno d’Africa, appaiono colorate di un marrone acceso, indizio del fatto che, a causa del prolungato periodo di siccità, nelle prossime settimane i contadini della regione devono attendersi magri raccolti, con un conseguente aggravamento della carestia.

Pubblicato il 28 luglio 2011 - Commenti (0)
20
giu

Anticiclone nord africano? No, grazie!

L'anticiclone delle Azzorre in arrivo sui Paesi europei.
L'anticiclone delle Azzorre in arrivo sui Paesi europei.

Curisando

In Italia tutte le ondate di caldo estive sono provocate dall’espansione verso la penisola dall’alta pressione che nella stagione calda è solita occupare il Nord Africa.
Perché? Ebbene, in primis, la serenità del cielo tipica delle alte pressioni favorisce una forte insolazione; inoltre nelle alte pressioni vi sono lenti moti discendenti i quali impediscono al calore e al vapore emanati dal suolo di diluirsi verso l’alto. Di conseguenza, finché c’è l’alta pressione, calore e vapore restano intrappolati in prossimità del suolo in un sottile strato atmosferico, facendo in tal modo aumentare, giorno dopo giorno, la temperatura e l’umidità, fino a sconfinare prima o poi in un insopportabile caldo afoso. Per di più nelle alte pressioni i venti sono deboli o assenti e pertanto il calore accumulato al suolo non viene diluito nemmeno orizzontalmente, un motivo in più perché le temperature raggiungano valori elevate.

Infine nelle alte pressioni Nord africane i venti a quote oltre 1000-2000 metri sospingono sull’Italia aria già inizialmente molto calda di origine sahariana, la quale poi, nei lenti moti discendenti, si surriscalda ulteriormente per compressione, contribuendo così ad aumentare ancor più la già elevata temperatura al suolo. In estate è preferibile invece l’anticiclone della Azzorre perché sospinge sull’Italia aria fresca atlantica la quale quindi nella fase di compressione, pur riscaldandosi, non diviene però mai così rovente come quella Nord africana.

Pubblicato il 20 giugno 2011 - Commenti (0)
12
mag

Tempesta di Sabbia in Africa Occidentale

HAI VISTO MAI

Tra domenica 8 e lunedì 9 di questo mese una gigantesca tempesta di sabbia ha oscurato i cieli di una vasta regione dell’Africa Occidentale. L’enorme nuvola di sabbia, allungata da est a ovest per almeno 1100 chilometri, è stata fotografata anche dal satellite Terra della NASA: nell’immagine, scattata domenica 8, si riconosce una spessa nuvola di sabbia che si estende nel verso dei paralleli lungo l’Africa Occidentale, passando attraverso Mauritania, Mali e Burkina Faso. In particolare su Mali Meridionale e Burkina Faso è chiaramente riconoscibile il bordo meridionale, ondulato, dell’enorme nube di polvere e sabbia, mentre il limite settentrionale della tempesta si confonde con le regioni occupate dalle dune sabbiose del Sahara, che dall’alto appaiono più o meno dello stesso colore.

Ed in effetti proprio il Deserto del Sahara rappresenta un enorme serbatoio da cui, soprattutto fra tarda primavera ed estate, si generano colossali tempeste di sabbia. In questo periodo dell’anno difatti le dune del deserto sono così arroventate dal sole che l’aria vicino al terreno, come in un pentolone d’acqua sui fornelli, tende a ribollire e a salire verso l’alto all’interno dell’atmosfera: in tali condizioni aumentano considerevolmente le probabilità che anche una debole ventilazione possa trasportare nell’aria i granelli che si trovano sul terreno, e se poi il vento diviene intenso lo strato di sabbia e polvere che si trasferisce nell’atmosfera può essere così spesso da oscurare completamente il cielo.

Pubblicato il 12 maggio 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

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