14
dic

A Durban per decidere la salute del mondo

A Durban è stato raggiunto l’accordo per nuove misure, a partire dal 2020.
A Durban è stato raggiunto l’accordo per nuove misure, a partire dal 2020.

In questa prima parte di dicembre si è tenuto a Durban, in Sud Africa, il COP17, ovvero il diciassettesimo vertice sul clima delle Nazioni Unite. Proprio nel fine settimana, cioè in chiusura dell’importante conferenza, è stato raggiunto un accordo per adottare nuove misure, che dovrebbero aiutare a limitare l’influenza dell’Uomo sull’atmosfera e a combattere il cambiamento climatico.

In realtà, se si è evitato il fallimento totale che in molti temevano – soprattutto a causa dell’attuale grave crisi economica e finanziaria – i risultati concreti ottenuti sono assai scarsi: l’accordo raggiunto stabilisce difatti che entro il 2015 venga siglato un “patto globale” che vincoli i 197 paesi partecipanti ad adottare misure concrete – ancora da stabilire - per ridurre sensibilmente le emissioni di gas a effetto serra solo a partire dal 2020.

La piattaforma di Durban, soprattutto considerando le forti resistenze di Cina e India (paesi in forte via di sviluppo) a impegnarsi in modo vincolante sul fronte delle emissioni di gas serra, a cui si sono aggiunte le perplessità degli Stati Uniti e Russia, costituisce comunque un risultato giudicato soddisfacente da Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, e soprattutto indispensabile per evitare che, dopo il fallimento delle ultime conferenze di Cancun e Copenaghen, naufragasse definitivamente l’idea di un impegno unitario della comunità internazionale su un argomento di fondamentale importanza quale quello della lotta al surriscaldamento del Pianeta.

Pubblicato il 14 dicembre 2011 - Commenti (0)
22
giu

Abbronzarsi con i vestiti: vero o falso?

E' necessario dotarsi di una giusta protezione prima di esporsi al sole.
E' necessario dotarsi di una giusta protezione prima di esporsi al sole.

Clima e salute

Arriva l’estate, il sole, le vacanze, la tintarella, ma anche gli eritemi, le scottature, l’invecchiamento della pelle e il rischio di melanomi. Infatti, se da una parte il sole aiuta a sintetizzare la vitamina D, combatte il rachitismo e la depressione, fa bene a livello psicologico e stimola la produzione di endorfine, dall’altra l’abbronzatura non è altro che un’autodifesa della pelle per proteggersi dai raggi solari e in particolare dai raggi ultravioletti (UV-A, UV-B, UV-C) che non scaldano, ma sono quelli che producono maggiori danni alla pelle. Ad esempio, gli Uv-A entrano in profondità, distruggono il collagene, l’elastina e i piccoli vasi e invecchiano la pelle; gli Uv-B penetrano nel nucleo delle cellule dell’epidermide mutando il DNA e inducendo a tumori cutanei. La necessità, quindi, di proteggersi dal sole è fondamentale.

Basta mettersi sotto l’ombrellone o indossare una maglietta? La risposta è: assolutamente no perché i raggi solari attraversano anche i tessuti. Indossare una maglietta di cotone è come spalmarsi una crema di fattore 5 e più la trama dei tessuti è larga più il “fattore di protezione” diminuisce. Tanto più il tessuto è chiaro, meno ha la capacità di trattenere la radiazione. Così come stare sotto l’ombrellone non significa proteggersi perché la radiazione solare è riflessa dalla sabbia. E che dire dei costumi in nylon e lycra? Se bagnati, sono completamente “trasparenti” alla radiazione. Novità, però! Da qualche anno si stanno mettendo a punto dei nuovi tessuti che riescono ad assorbire i raggi solari. Ad esempio, nella viscosa sono stati inclusi dei bloccanti UV e delle molecole di ceramica a tal punto che il suo “fattore di protezione” è di 60. Da ora in poi, occhio all’etichetta sui vestiti! Infatti, è stato creato uno standard internazionale di misura (UV Standard 801) che garantisce una protezione quasi totale dei raggi nocivi.

Pubblicato il 22 giugno 2011 - Commenti (0)
16
giu

E’ stato un maggio decisamente caldo

Hai visto mai



Nella giornata di domenica la NOAA, ovvero l’agenzia americana che studia atmosfera e oceani, ha pubblicato i dati riguardanti lo stato del clima durante il mese di maggio da poco concluso. In particolare i ricercatori americani, analizzando le temperature registrate da più di 5000 stazioni sparse per tutto il Mondo (è la rete nota come GHCN – Global Historical Climatology Network), hanno realizzato questa immagine, dove in rosso sono indicate le regioni che hanno vissuto un maggio più caldo del normale e in azzurro quelle che invece hanno sperimentato temperature inferiori alle medie. Fra le zone in cui maggio è stato insolitamente caldo spiccano gli Stati Uniti Orientali, l’Asia Centrale e buona parte dell’Europa: in particolare anche in Italia, come confermato dall’immagine della NOAA, le temperature sono state nel complesso decisamente alte.

In effetti il maggio 2011 sul territorio italiano è stato uno dei più caldi degli ultimi 30 anni (circa un grado in più rispetto alle medie), anche se non il più caldo in assoluto (il 2003 e il 2009 ad esempio avevano regalato mesi più bollenti). Le temperature più alte sono state registrate al Nord, con valori di un paio di gradi superiori alle medie mensili. Ma più in generale l’intera primavera (periodo da marzo a maggio) è stata, a livello nazionale, una delle più calde degli ultimi 30 anni, e anche in questo caso l’anomalia più evidente è stata registrata al Nord, con circa 2 gradi in più rispetto ai valori normali: nelle regioni settentrionali è stata la stagione primaverile più calda degli ultimi decenni dopo quella record del 2007!

Pubblicato il 16 giugno 2011 - Commenti (0)
18
mag

Clima primaverile e pressione sanguigna

La primavera, si sa, è la stagione più capricciosa, mutevole e imprevedibile. Ma l’incessante altalena, da un giorno all’altro, della temperatura, dell’umidità e della pressione dell’aria – tipica appunto della stagione - si ripercuote anche sulla nostra pressione sanguigna la quale in genere diviene mutevole e instabile come il tempo.
Quando il barometro cala bruscamente oppure quando fa caldo, la pressione sanguigna tende a scendere al di sotto dei normali valori e questo è il motivo per cui, in tali situazioni, ci si può sentire stanchi e svogliati. Se il giorno dopo il barometro è in rapida salita oppure fa freddo, potete essere certi che la vostra pressione tenderà a portarsi al di sopra dei valori normali, una situazione non certo ideale per gli ipertesi e che è fonte spesso di fastidiosi mal di testa, perché l’organismo non fa in tempo ad adeguare la propria risposta a mutamenti così rapidi della pressione atmosferica.

Il balzo all’insù della pressione sanguigna è in genere tanto accentuato quanto più si abbassa la temperatura rispetto al giorno prima.
Ma la pressione può subire sbalzi anche nel corso della medesima giornata perché in primavera non sono infrequenti le situazioni in cui fa caldo nel tardo mattino e nelle ore centrali del giorno mentre nel tardo pomeriggio la temperatura si abbassa bruscamente per l’arrivo di qualche acquazzone.
Comunque, finché dura la variabilità primaverile, i medici raccomandano agli ipertesi di non cambiare la quantità prescritta di farmaci, perché, per rincorrere gli umori del tempo, sarebbe necessario correggere la dose di giorno in giorno, una cosa ovviamente irrealizzabile. Solo verso la fine di maggio, quando il caldo diviene sempre più frequente e durevole, può diventare consigliabile, in alcuni casi, ridurre le dosi, specie se ci si sente molto affaticati nelle gambe.

Pubblicato il 18 maggio 2011 - Commenti (0)
09
mag

I terremoti cambiano il clima?

Una drammatica immagine scattata dopo il terremoto di marzo in giappone.
Una drammatica immagine scattata dopo il terremoto di marzo in giappone.

IL terremoto in Cile nel marzo 2010, quello del Giappone del marzo 2011 e lo tsunami in Indonesia nel 2004, provocarono uno spostamento dell’asse di rotazione terrestre di qualche metro.  Siccome  un modifica dell’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita della terra intorno al sole, modifica anche  l’inclinazione dei raggi solari in arrivo  sulla Terra  ne consegue che potrebbe avere ripercussioni sul clima del pianeta.

     In realtà 6 metri di spostamento non sono  tali da poter provocare un  minimo effetto sul clima. Ve lo dimostriamo con il seguente esempio. L’asse di rotazione della terra ha una periodica oscillazione di 23.000 anni lungo una traiettoria circolare (come una trottola, che oltre a ruotare intorno al proprio asse,  “barcolli”). Il fenomeno,  noto come “precessione degli equinozi”,  fa sì che l’asse di rotazione terrestre  si sposti  di circa 3 km rispetto alla posizione occupata un anno prima. Ma nonostante ciò  gli effetti cumulativi  della precessione sul clima si avvertiranno non prima  di qualche migliaio di anni. Figuriamoci  allora se il clima può essere influenzato da  di una modifica di inclinazione  di 6 appena metri.

Pubblicato il 09 maggio 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

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