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A Durban per decidere la salute del mondo
A Durban è stato raggiunto l’accordo per nuove misure, a partire dal 2020.
In questa prima parte di dicembre si è tenuto a Durban, in Sud Africa, il COP17, ovvero il diciassettesimo vertice sul clima delle Nazioni Unite. Proprio nel fine settimana, cioè in chiusura dell’importante conferenza, è stato raggiunto un accordo per adottare nuove misure, che dovrebbero aiutare a limitare l’influenza dell’Uomo sull’atmosfera e a combattere il cambiamento climatico.
In realtà, se si è evitato il fallimento totale che in molti temevano – soprattutto a causa dell’attuale grave crisi economica e finanziaria – i risultati concreti ottenuti sono assai scarsi: l’accordo raggiunto stabilisce difatti che entro il 2015 venga siglato un “patto globale” che vincoli i 197 paesi partecipanti ad adottare misure concrete – ancora da stabilire - per ridurre sensibilmente le emissioni di gas a effetto serra solo a partire dal 2020.
La piattaforma di Durban, soprattutto considerando le forti resistenze di Cina e India (paesi in forte via di sviluppo) a impegnarsi in modo vincolante sul fronte delle emissioni di gas serra, a cui si sono aggiunte le perplessità degli Stati Uniti e Russia, costituisce comunque un risultato giudicato soddisfacente da Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, e soprattutto indispensabile per evitare che, dopo il fallimento delle ultime conferenze di Cancun e Copenaghen, naufragasse definitivamente l’idea di un impegno unitario della comunità internazionale su un argomento di fondamentale importanza quale quello della lotta al surriscaldamento del Pianeta.
Pubblicato il 14 dicembre 2011 - Commenti (0)