25
lug

Aria da terremoto: pura leggenda

Curiosando

  Secondo la tradizione popolare di tutto il mondo i terremoti sarebbero eventi più probabili quando l’aria è calma, calda e afosa. A sostenere per primo la teoria fu addirittura Aristotele nella sua opera “Meteorologica”, ove tra l’altro confutava le teorie di illustri suoi predecessori: quella di Anassimene, secondo il quale i terremoti sarebbero invece stati scatenati dal brusco passaggio da suolo umido a suolo bagnato e viceversa, nonché la teoria di Anassagora per il quale i terremoti erano la conseguenza di brusche irruzioni dell’aria nelle cavità della terra e infine quella di Democrito il quale attribuiva il fenomeno alle piogge torrenziali.

Ovviamente oggigiorno la scienza nega una correlazione tra i terremoti e lo stato dell’atmosfera, anche sulla base dei rilevamenti sperimentali, quali quelli effettuati negli anni ‘70 dallo scienziato giapponese F.Omori il quale decise di verificare appunto la fondatezza dell’“aria da terremoto”. Allo scopo analizzò le condizioni atmosferiche presenti poco prima dei diciotto terremoti più violenti accaduti fin allora in Giappone. Il responso fu inequivocabile: mai le scosse telluriche erano state preannunciate da giornate calde, afose e senza vento.

Pubblicato il 25 luglio 2011 - Commenti (0)
14
lug

Ultimo viaggio dello Shuttle

Hai visto mai



Negli ultimi decenni spesso importanti informazioni e interessanti immagini riguardanti gli eventi atmosferici in atto sulla Terra ci sono giunte, oltre che dai satelliti in orbita attorno al Pianeta, anche dalle missioni degli Shuttle della NASA.
In effetti durante le numerose missioni gli astronauti oltre a effettuare interessanti esperimenti in condizioni di gravità zero, riguardanti tra l’altro pure la Meteorologia, spesso si sono trovati anche a osservare e fotografare da una posizione privilegiata violenti uragani piuttosto che colossali eruzioni vulcaniche e vasti e furiosi incendi. Purtroppo però le Scienze della Terra, compresa la Meteorologia, nel prossimo futuro non potranno più fare affidamento su questa preziosa risorsa aggiuntiva: nel tardo mattino di venerdì scorso, 8 luglio 2011, il Mondo ha assistito difatti all’ultimo decollo di uno Shuttle della NASA.

Quella dello Shuttle Atlantis partito venerdì 8 con a bordo quattro astronauti è stata la 135° missione del programma americano STS (Space Transportation System), iniziato ufficialmente circa trent’anni fa con il primo lancio nell’aprile 1981, e conclusosi appunto con quest’ultimo volo. Delle quattro navicelle inizialmente progettate e costruite, nel corso di questi decenni due, la Challenger e la Columbia, sono purtroppo andate incontro a disastrosi incidenti (rispettivamente nel 1986 e nel 2003) che sono costati la vita nel complesso a 14 astronauti, mentre le due restanti, l’Atlantis e l’Endeavour andranno ora a impreziosire i musei della NASA sulla conquista dello Spazio.

Pubblicato il 14 luglio 2011 - Commenti (0)
07
giu

Anni ‘30: un balzo in alto con la radiosonda

Diventa meteorologo

La scoperta delle onde radio permette nel 1929 di estendere le osservazioni sinottiche anche agli strati superiori dell’atmosfera, impiegando una minuscola radio-trasmittente (radiosonda), sollevata da un pallone gonfiato con idrogeno (oggi viene usato l’elio). L’analisi comparata delle condizioni in quota con quelle presenti al suolo mise in evidenza l’influenza determinante della medio-alta atmosfera (5-10 km) sull’evoluzione del tempo osservato al suolo.

Il lancio di un radiosonda.
Il lancio di un radiosonda.

Da queste nuove indagini in quota vengono scoperti altri interessanti fenomeni, come la corrente a getto, un fiume velocissimo di aria tra 7000 e 11000 metri di quota, per la cui interpretazione si ricorre a importanti concetti presi a prestito dalla fluidodinamica, come divergenza e vorticità, e che oggi trovano largo impiego nei modelli fisico-matematici. La vorticità esprime, grosso modo, l’intensità e l’ampiezza dei moti vorticosi, specie nel piano orizzontale, e pertanto si presta ad hoc alla descrizione dell’evoluzione dei cicloni mobili.

La divergenza indica invece se nella colonna atmosferica sovrastante il suolo, l’aria è, eventualmente, in fase di rarefazione, con conseguente diminuzione della pressione al suolo, un processo che porta allo sviluppo di moti verticali ascendenti all’interno della colonna, responsabili, a loro volta, della condensazione dell’aria umida e della formazione delle nubi nei cicloni extra-tropicali.

Pubblicato il 07 giugno 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il meteo di Giuliacci

Col. Mario Giuliacci

Mario Giuliacci è un meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano. È laureato all'Università La Sapienza di Roma. È autore di diversi libri sulla meteorologia. Attualmente cura su LA7 la rubrica del meteo per il fine settimana.

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