12
feb
Le regioni del Globo più battute dai tornado sono il Nord America e l’Australia. In assoluto però, il continente preferito dai tornado è il Nord America e, in particolare, la fascia delle Grandi Pianure americane compresa tra Texas, Oklahoma e Kansas, nota come Tornado Alley, ovvero il “Viale dei Tornado”.
In questa ristretta fascia di territorio lunga circa 750 chilometri, che taglia da sud a nord le grandi praterie degli Stati Uniti, si abbattono circa 300 tornado ogni anno.
Nella Tornado Alley, soprattutto tra aprile e giugno, venti freddi e secchi discendono dalle Montagne Rocciose e si scontrano con aria molto più calda e umida proveniente dal Golfo del Messico. La miscela di due masse d’aria tanto diverse (come mettere insieme il diavolo con l’acqua santa!) dà vita a moti di ascesa all’interno dell’atmosfera talmente intensi da spingersi talvolta fino 20 chilometri di altezza.
La differente direzione di provenienza delle due masse d’aria, invece, fa sì che il vento ruoti con la quota, una condizione indispensabile per avviare il moto rotatorio della nube temporalesca al tornado, quella colonna nuvolosa, a mò di imbuto, che dalla base della nube si allunga verso il suolo
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12 febbraio 2013 - Commenti
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04
dic
Una tromba d'aria (ThinkStock).
Con l’espressione “tornado” o “tromba d’aria” si intende in meteorologia una colonna d’aria in rotazione veloce su se stessa, che si allunga dalla base di un’imponente nube temporalesca (i cosiddetti cumulonembi) fino a toccare il terreno.
È quasi sempre osservabile come un imbuto lungo e stretto, così come viene rappresentato nelle numerose pellicole cinematografiche catastrofiche che vanno tanto di moda negli ultimi anni.
Val la pena specificare che “tornado” e “tromba d’aria” sono sinonimi. È sbagliato quindi pensare che un tornado sia una tromba d’aria molto più forte: sono concettualmente la stessa cosa. Per semplice abitudine, in Italia fenomeni del genere vengono chiamati trombe d’aria, in altre parti del mondo (come negli Stati Uniti) si preferisce usare l’espressione tornado (twister in inglese).
Il nostro Paese non è immune da questi fenomeni: in Italia in media si verificano 30-40 trombe d’aria all’anno, solitamente concentrate tra l’estate e l’autunno. Le zone maggiormente colpite sono le aree pedemontane alpine, alla sfocio delle grandi vallate orientate Nord-Sud, il Friuli, il Ponente Ligure, le coste dall’alta Toscana e del Lazio e la Sicilia orientale.
Nelle trombe d’aria “italiane” di solito il mulinello ha un diametro di 50-150 metri, con venti che ruotano intorno al centro del mulinello alla velocità di 100-150 km/ora, mentre l’imbuto si sposta insieme alla nube temporalesca alla velocità di circa di 30-40 km/ora.
Fortunatamente questi “mostri” meteorologici hanno durata breve (difficilmente oltre i 20 minuti), riuscendo così a percorrere solitamente distanze limitate, in media 5-10 km. La rarità del fenomeno e la ristretta area da esso interessata fanno sì che la probabilità che un dato luogo sia investito da una tromba d’aria risulti molto bassa, del tutto remota. Ecco perché è molto difficile osservarne anche solo una in tutta la vita. Sono invece in proporzione più frequenti le trombe marine, che in Italia si osservano soprattutto tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Le zone più colpite sono l’Alto Adriatico (in particolare il tratto di mare di fronte alla Venezia Giulia), le coste abruzzesi, lo Stretto di Messina, i litorali laziali e il Mar Ligure, in particolare il Golfo di La Spezia.
Ecco un decalogo su come comportarsi di fronte ad una tromba d’aria:
- stare lontani da porte e finestre, facilmente frantumate dalla violenza del vento;
- non rifugiarsi in mansarda perché il tetto viene di solito divelto dalla furia del vento;
- rintanarsi ai piani più bassi;
- staccare luce e gas per evitare corti circuiti e perdite di gas, per i danni provocati dal vento;
- non toccare i rubinetti dell’acqua perché i fulmini del temporale che genera la tromba, si propagano attraverso le condutture metalliche;
- stare lontani da alberi, pali alti, strutture metalliche, distese liquide, perché attirano i fulmini;
- non ripararsi a ridosso dei muri perimetrali di case o strade perché possono crollare sotto la spinta del vento;
- non rifugiarsi in strutture prefabbricate - ad es., centri commerciali - perché in genere non sopportano la furia di una tromba d’aria;
- abbandonare auto o roulotte, perché possono essere trascinate via dal vento;
10. in mancanza di idonei rifugi, distendersi supini a terra, negli avvallamenti del terreno.
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04 dicembre 2012 - Commenti
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23
nov
Nuove vittime in un’annata record per i tornado nel Nord America
La scorsa settimana,
un’intensa perturbazione, fotografata anche dai satelliti meteorologici della NOAA, ha attraversato gli stati affacciati sul Golfo del Messico, scatenando numerosi violenti temporali e alcuni letali tornado. La furia dei tornado ha colpito con maggior violenza durante la giornata di mercoledì 16 novembre, soprattutto negli stati di Louisiana, Mississippi, Alabama, Georgia, Nord Carolina e Sud Carolina, causando nel complesso la morte di sei persone: in particolare a Rock Hill, nel Sud Carolina, tre persone sono morte nella distruzione delle loro abitazioni e altre due vittime si contano nella contea di Davidson in Nord Carolina, mentre un uomo ha perso la vita alla guida della sua auto, schiacciata da un grosso albero in Georgia, nei dintorni di Atlanta.
Dall’inizio dell’anno negli USA, si sono già formati 1836 tornado, il numero più alto di sempre (il precedente record era del 2004, con 1717 tornado complessivi), responsabili di danni per oltre 20 miliardi di dollari. E, purtroppo, anche il numero dei morti è impressionante. Quest’anno, difatti , in tutto il mondo i tornado hanno già causato 576 vittime, di cui ben 552 nei soli Stati Uniti d’America, dove nel 2011 sono già morte più o meno tante persone quante nel corso dei dieci anni precedenti (tra il 2001 e il 2010 difatti negli USA i tornado hanno ucciso complessivamente 564 persone): in effetti , è dal lontano 1936 che questi violenti fenomeni atmosferici non mietevano così tante vittime negli USA.
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23 novembre 2011 - Commenti
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09
giu
Hai visto mai
Spesso risulta difficile comprendere appieno la forza e il
potere devastante dei fenomeni atmosferici più violenti, ma in alcune occasioni, soprattutto grazie alle
foto provenienti dai satelliti in orbita attorno alla Terra, si riescono a ottenere immagini in grado di mostrare chiaramente quanto possano essere distruttivi certi eventi.
E’ ciò di cui ad esempio ci si può rendere conto attraverso l’immagine qui sopra che, scattata domenica 5 giugno dal satellite Landsat-5 della NASA, ritrae la regione del Massachusetts (stato nordorientale degli USA) nei pressi delle cittadine di Sturbridge e Southbridge: anche dallo spazio difatti risulta evidente la scia (di colore marrone) di totale devastazione lasciata da un violento tornado che pochi giorni prima ha attraversato la regione e che fortunatamente ha solo sfiorato i due centri urbani.
Responsabile della cicatrice lunga circa 63 chilometri lasciata sul territorio del Massachusetts è difatti un tornado di categoria EF3 (cioè una enorme e potente tromba d’aria accompagnato da venti che soffiano a intensità comprese fra 219 e 266 chilometri orari) che lo scorso primo di giugno nella sua inesorabile avanzata ha causato anche due vittime e il ferimento di alcune decine di persone. I tornado così intensi nel New England sono decisamente rari ma non eccezionali, come dimostrato dal fatto che uno dei più letali della Storia americana abbia colpito proprio questo stato: il 9 giugno del 1953 difatti un devastante tornado investì la città di Worcester con venti che soffiavano a più di 340 chilometri orari, uccidendo ben 94 persone.
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09 giugno 2011 - Commenti
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05
mag
I tornado sono gigantesche e violentissime trombe d’aria che in primavera si formano con una certa frequenza nelle Grandi Pianure americane. La scorsa settimana però è stato battuto un vero e proprio record, che ha costretto addirittura il presidente americano Obama a inviare aiuti federali nello stato dell’Alabama. Tra il 27 e il 28 aprile nell’arco di appena 24 ore, si è difatti formato un numero impressionante di tornado, ben 312, che hanno devastato le regioni sud-orientali degli Stati Uniti, causando nel complesso circa 340 vittime: mai a memoria d’uomo si erano visti così tanti tornado nell’arco di appena 24 ore! E tra i più violenti c’è sicuramente quello che ha colpito Tuscaloosa, in Alabama: largo quasi tre chilometri, accompagnato da venti che soffiavano a oltre 250 chilometri orari, nell’attraversare la cittadina questo tornado ha trascinato via con sé automobili, piante e abitazioni, uccidendo 32 persone e ferendone altre 600. All’inizio di questa settimana velivoli della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration, l’agenzia americana che si occupa di studiare oceani e atmosfera), per verificare i danni prodotti, hanno scattato foto aeree di Tuscaloosa, confrontate poi con quelle nell’archivio di Google Earth. La potenza distruttiva del tornado che ha attraversato questa località appare allora evidente: piante e abitazioni che caratterizzavano il paesaggio (foto in alto, fonte Google) prima del passaggio del tornado sono in gran parte scomparse (foto in basso, fonte NOAA), spazzate via dalla furia degli agenti atmosferici, quasi avessero subito un vero e proprio bombardamento.
In questo inizio di 2011, come confermato dal Servizio Meteorologico Nazionale degli Stati Uniti, sul suolo americano si è contato un numero insolitamente alto di tornado: dall’inizio dell’anno sono già circa 800, di cui oltre 300 proprio nell’ultima settimana di aprile! Ogni anno negli Stati uniti si contano 1000-1200 tornado: un numero che è andato notevolmente aumentando negli ultimi decenni, come confermato dal fatto che nell’immediato Dopoguerra si osservavano solo 300-400 tornado all’anno.
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05 maggio 2011 - Commenti
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