19/02/2013
UN MOMENTO INDIMENTICABILE Al Parco di Bresso, il 2 giugno scorso, Benedetto XVI si intrattiene con Tao e Dan, genitori della piccola vietnamita Cat Tien. La Festa delle testimonianze è stata uno dei momenti più intensi del Family 2012. (Danel de Zennaro / Ansa)
È un Benedetto XVI che ascolta quello
che all’inizio del giugno scorso
ha partecipato all’incontro di Milano.
E che condivide le fatiche e le speranze.
«Ciao, Papa. Sono Cat Tien,
vengo dal Vietnam. Ho sette
anni e ti voglio presentare
la mia famiglia. Lui è il mio papà
Dan, la mia mamma si chiama Tao, e lui
è il mio fratellino Binh.
Mi piacerebbe
tanto sapere qualcosa della tua famiglia
e di quando eri piccolo come me...». Se la
ricorderanno in molti la bimba vietnamita
che dice “ciao” al Papa.
È il 2 giugno
2012. Al Parco di Bresso la Festa delle testimonianze
del Family 2012 si rivelerà
un momento indimenticabile per le
mamme, i papà, i bambini e persino i
nonni arrivati da tutto il mondo per l’Incontro
mondiale delle famiglie, ma anche
per quelli che lo seguono in Tv.
È un Papa che ascolta molto quello
che raccoglie le domande, e anche gli
sfoghi, di Cat Tien e degli altri, scelti a raccontare una quotidianità intrisa di
amore e di affetti, intrecciati a fatiche,
dubbi e paure.
Il sapore del «secondo vino»
I fidanzati stessi, Serge Razafinbony e
Fara Andrianombonana del Madagascar,
gli confessano un brivido su quel
“per sempre”, «che attrae e spaventa». E
lui: «
Nel rito del Matrimonio, la Chiesa
non dice: “Sei innamorato?”, ma “vuoi,
sei deciso?”. Cioè: l’innamoramento deve
divenire vero amore coinvolgendo la
volontà e la ragione in un cammino, il fidanzamento,
di purificazione, di più
grande profondità, così che tutto l’uomo,
con tutte le sue capacità, con il discernimento
della ragione, la forza di volontà,
dice: “Sì, questa è la mia vita”».
Benedetto XVI porta l’esempio delle
nozze di Cana: «Il primo vino è bellissimo:
è l’innamoramento. Ma non dura fino
alla fine: deve venire un secondo vino,
deve fermentare e crescere, maturare.
Un amore definitivo che diventi realmente
“secondo vino” è più bello, migliore
del primo vino. E questo dobbiamo
cercare. E qui è importante anche
che l’io non sia isolato, l’io e il tu, ma
che sia coinvolta anche la comunità della
parrocchia, la Chiesa, gli amici».
Anche ai brasiliani di Porto Alegre, Maria
Marta e Manoel Angelo, sposati da 34
anni, già nonni, che gli fanno presente
la crisi di tanti matrimoni,
il Papa ricorda
la grande importanza del sostegno
che le coppie, quelle sposate e quelle separate
o divorziate, devono trovare nella
comunità parrocchiale, perché «dobbiamo dire
che la Chiesa le ama, ma esse devono
vedere e sentire questo amore.
Mi
sembra un grande compito di una parrocchia,
di una comunità cattolica, di fare
realmente il possibile perché esse sentano
di essere amate, accettate, che non
sono “fuori” anche se non possono ricevere
l’assoluzione e l’Eucaristia: devono
vedere che anche così vivono pienamente
nella Chiesa».
Ma in questa lunga stagione di crisi le
famiglie soffrono anche solo per arrivare
alla fine del mese, perché il lavoro è
precario, incerto o, peggio, non c’è più,
come raccontano Nikos e Pania Paleologos,
arrivati da Atene con i figli Pavlos e
Lydia: «In città la gente gira a testa bassa;
nessuno ha più fiducia di nessuno,
manca la speranza. Pur continuando a
credere nella Provvidenza, facciamo fatica
a pensare a un futuro per i nostri figli.
Ci sono giorni, Santo Padre, nei quali
viene da chiedersi come fare a non
perdere la speranza».
Il dovere della politica
Di fronte a questa «testimonianza
che ha colpito il mio cuore e il cuore di
noi tutti», il Papa dà una sferzata alla
politica con parole che, forse ancor più
oggi, dovrebbero far pensare.
«
Mi sembra che dovrebbe crescere»,
dice, «
il senso della responsabilità in
tutti i partiti, che non promettano cose
che non possono realizzare, che non
cerchino solo voti per sé, ma siano responsabili
per il bene di tutti e che si capisca
che politica è sempre anche responsabilità
umana, morale davanti a
Dio e agli uomini».