27/03/2012
La cattedrale di Santiago de Cuba.
Cuba è terra di missione, un Paese povero di vocazioni, dove si incontrano molti sacerdoti che vengono dall'Europa o da altri Paesi latinoamericani.
Tra questi il bresciano don Valentino Ferrari, parroco di Baracoa, la città del nordest del Paese dove sbarcò Cristoforo Colombo, come ricorda una statua sul lungomare, il malecòn.
La Chiesa, un gioiello del Barocco, è in restauro da tre anni, per mancanza di fondi. Quelli disponibili arrivano in gran parte dall'Italia (Diocesi di Bergamo) e anche in piccola parte da esuli cubani a Miami che contribuiscono al restauro delle vetrate.
Un battesimo cattolico all'Avana.
“Molte cose sono cambiate negli ultimi anni. Nel 2006 ho potuto
organizzare la prima processione alla quale sono riuscito a far
partecipare anche la banda municipale” racconta Don Valentino.
“La svolta vera è stato il permesso di acquistare un'automobile, l'anno
successivo. Da allora riesco a raggiungere 23 comunità che vivono sulle
montagne e il lavoro si è decuplicato”.
Un'esperienza umana unica se si pensa che in questo modo è possibile
raggiungere cristiani che per 50 anni non hanno potuto incontrare un
sacerdote.
“Mi ha colpito una signora di 84 anni che ha battezzato da sola tutta la
popolazione della montagna con l'acqua e la formula corretta,
ricordando a tutti di recarsi in Chiesa una volta che questo fosse stato
nuovamente possibile”.
In attesa che terminino i lavori, la Messa si celebra nella casa
parrocchiale, dove viene anche conservata la preziosa croce che avrebbe
piantato Cristoforo Colombo stesso. Accanto un'immagine sorridente del
Papa. Ora che siamo in Quaresima tutti portano all'altare durante
l'offertorio dei pomodori o un po' di riso, prodotti che poi saranno
distribuiti tra le persone bisognose della parrocchia.
C'è il tempo anche per la festa, una coppia ha insistito a sposarsi
finalmente in Chiesa dopo 30 anni di matrimonio civile.
Don Valentino risparmia loro una lunga omelia sulla fedeltà coniugale
data la situazione e la musica inizia già a sentirsi dal piano di sopra.
Bisogna far presto, perché ci sono anche da raccogliere i soldi per il
pullman che porterà i fedeli alla messa del Papa, un bel sacrificio ma
capita probabilmente una volta sola nella vita.
Fuori intanto, nella notte, qualcuno ha scritto “W Gesù, W Fidel” perché
non li vede in contraddizione, mentre su un cartellone che inneggia ai
due fratelli Castro, proprio sulla strada che porta alla fabbrica di
cioccolato inaugurata da Che Guevara, una mano anonima ha aggiunto col
gessetto bianco: “Dio li perdoni”.
Gabriele Salari