13/06/2013
Il gruppo di pellegrini italiani che parteciparono alla Gmg di Denver nel 1993 si sono ritrovati quest'anno vicino Latina
Si sono incontrati il 27 e 28 aprile scorsi in una villetta immersa nel verde dei monti Lepini, nei pressi di Latina, per raccontare cosa era cambiato nella loro vita a partire da quella prima Gmg, vissuta vent'anni fa.
Si tratta di un gruppo di 21 giovani italiani, uno per ciascuna regione, che nel 1993 avevano fatto parte di un pellegrinaggio che anticipava la Giornata mondiale della gioventù di Denver, la principale città del Colorado, negli Stati Uniti.
«Quel viaggio negli Usa è stato un evento straordinario», spiega Dino Albrizio di Napoli, «che ci ha provocati a diventare pellegrini nel cuore della città postmoderna, Denver per l'appunto. Il compito di noi giovani del cosiddetto "pellegrinaggio previo" è stato quello di aprire il cammino agli italiani che avrebbero partecipato alla Gmg in agosto, cercando di tenere come guida di ogni nostra esperienza la frase del vangelo di Giovanni consegnataci da papa Wojtyla. All'interno della sede dell'Onu o nelle viscere del monte Cheyenne, in Colorado, dal quale si controllano gli attacchi aerei e sottomarini agli Usa dovevamo essere in grado di testimoniare una fede credibile».
«Le Giornate mondiali della gioventù», gli fa eco Loris Calabresi di Latina, organizzatrice del raduno a vent'anni dalla Gmg di Denver, «sono un dono dello Spirito che spesso ti cambia la vita. Io ho avuto la fortuna di partecipare al forum dei giovani che ha preceduto la Giornata mondiale di Manila del '95, una tre giorni di incontri tra giovani di tutto il mondo. Di quell'evento ricordo soprattutto i colori dei vestiti che accompagnavano le sfumature dell'anima: condividere la fede con chi vive dall'altra parte del globo è un'esperienza che rafforza e stimola anche il proprio cammino personale».
Una dimensione mondiale e una condivisione che oggi sono potenziate dai nuovi mezzi di comunicazione e dai social network.
Se a Denver per trasmettere gli articoli ai quotidiani in Italia era necessaria una complessa procedura che accoppiava uno speciale dispositivo alla cornetta telefonica, oggi è possibile inviare i propri testi direttamente dal tablet o dal cellulare.
I profili dei 4500 giornalisti accreditati all'ultima Gmg di Madrid rivelano che mescolati ai professionisti dei media tradizionali ci sono anche blogger, social media manager, giovani che gestiscono pagine web e con attrezzature leggere e poco costose riescono a condividere con i loro coetanei, quasi in tempo reale, emozioni e sfumature dell'incontro mondiale che mette al centro la fede.
Alla Giornata mondiale di Rio de Janeiro parteciperanno anche alcuni giovani italiani figli di coppie che si sono conosciute in occasione della Gmg di Czestochowa. Dalla cabina del telefono a monete ai messaggi inviati ai genitori attraverso Whatsapp o Twitter: il mondo è profondamente cambiato ma l'appeal di questi grandi eventi che diventano percorsi di fede sembra avvertire nessuna stanchezza.
don Marco Sanavio
a cura di Alberto Chiara e Antonio Sanfrancesco