17/10/2011
L’economia sommersa è stimata in 270 miliardi di euro. Il
Rapporto Caritas-Zancan contiene una forte denuncia dell’evasione fiscale. La definisce “un furto ai danni della comunità” e avanza una proposta
singolare, che mai era stata ventilata. La Caritas chiede che dagli evasori si esiga non solo “la restituzione di quanto hanno evaso”, ma anche “il
pagamento dei servizi, cioè sanità trasporti, istruzione, di cui hanno usufruito senza averne il diritto”, perché non hanno pagato le tasse.
L’evasione fiscale consente inoltre a molte persone di “dichiararsi povere
senza esserlo, consentendo a molti non poveri di avere aiuti di cui non hanno
bisogno e togliendo così diritti e risposte necessarie ai veri poveri”.
C’è poi il capitolo del
lavoro precario. In Italia lavorano con contratto regolarmente retribuito quasi
23 milioni di persone, cioè il 57% della popolazione. La percentuale è
tra le più basse dell’Occidente. L’incidenza disoccupazione di lungo periodo è
aumentata di quattro punti e il tasso di permanenza nella disoccupazione è
salito negli ultimi due anni del 24%. Anche il ricorso alla Cassa
integrazione non ha precedenti. Il precariato è ormai considerato lavoro
stabile, anche se resta precario, cioè con meno diritti.
Poi c’è il problema
del potere d’acquisto dei salari, diminuito di tre punti per i lavoratori dipendenti
e pensionati, mentre è aumentato di sei per i lavoratori autonomi. Drammatica
la situazione dei giovani lavoratori. Il Rapporto spiega che i giovani che
hanno inziato a lavorare alla metà degli anni Novanta matureranno una pensione
verso il 2035 analoga a quella degli attuali pensionati con il minimo Inps,
cioè 500 euro al mese: “Oggi stiamo fabbricando a ritmo crescente i poveri di
domani”.
Alberto Bobbio