17/10/2011
Don Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana.
Aumentano i poveri. Oggi a
rischio di povertà, cioè con la prospettiva di finire con meno di 928 euro al
mese, c’è il 25% degli italiani. La denuncia è contenuta nell’ XI
Rapporto di Caritas italiana e della Fondazione Zancan presentato questa
mattina a Roma. Eppure la politica non affronta il problema, anzi non lo ha mai
affrontato seriamente, rimarca il Rapporto, ma ha sempre destinato alla lotta
alla povertà i “residui di bilancio”.
Il Rapporto quest’anno si intitola Poveri di diritti e spiega che i poveri sono considerati cittadini di serie B
e ciò significa che è stato tradito il dettato della Costituzione, che
all’art.3 recita: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona e l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e
sociale del Paese”.
Invece non accade e così nel Rapporto si rileva, per
esempio, che il diritto allo studio è negato ai poveri, perché i figli delle
famiglie sulla soglia della povertà sono costrette ad avviare i figli al lavoro
appena dopo la scuola dell’obbligo. Un’analisi severa è quella proposta sulle
recenti manovre finanziarie, che rischiano di aggravare la situazione e non
sono affatto manovre di equità e giustizia.
Il problema più grave è la
disoccupazione giovanile: 2 milioni di giovani italiani non studiano, non
lavorano e non cercano più. Siamo al primo posto in Europa e la cifra è
aumentata del 6% rispetto all’anno scorso. Significa che “si sta
costruendo la povertà del futuro”.
Il Rapporto mette in evidenza che le
richieste di aiuto soprattutto agli enti di volontariato sociale della Chiesa
cattolica sono aumetati nell’ultimo anno del 30%, ma con punte dell’80%, “segno evidente che la crisi è tutt’altro che superata e che le
risorse delle famiglie sono esaurite”. Sono 15 milioni gli italiani che vivono
con l’ansia di non riuscire, mese dopo mese, a far fronte alle spese ordinarie.
Le amministrazioni pubbliche sono al palo e le risorse sono sempre meno. Ma
nel Rapporto si sottolinea che non si può “più delegare la soluzione del problema
della lotta alla povertà alle forse del volontariato”: “Le Caritas possono
collaborare con lo Stato, ma non sostituirlo”.
Alberto Bobbio