16/07/2010
Pio XI alla scrivania
I Patti Lateranensi segnano una nuova epoca per la residenza estiva dei Papi. Ma durante le discussioni con il governo fascista si era affacciata anche l’ipotesi di dare ai Pontefici Villa Farnese a Caprarola oppure Villa Doria Pamphlij che sta accanto al Vaticano dietro il colle del Gianicolo nel centro di Roma, che oggi è una delle sedi di rappresentanza della Presidenza del Consiglio, quella dove si accampò Gheddafi con la sua tenda beduina durante il soggiorno a Roma. Ma il principio di mantenere alla Santa Sede la sua villa tradizionale alla fine prevalse. Pio XI comperò alcuni orti verso Albano dove sorse una piccola azienda agricola. Nel 1934 fu trasferito l’Osservatorio Astronomico, la Specola Vaticana, che è affidato ai gesuiti, poiché a Roma c’erano troppe luci notturne che ostacolavano l’osservazione delle stelle.
Oggi la Villa, o meglio le Ville pontificie del complesso di Castelgandolfo si estendono per 55 ettari, e godono di extraterritorialità, come il Vaticano. Papa Ratti, cioè Pio XI, eletto nel 1922 e morto nel 1939, che aveva speso molti soldi per la Villa, ne era talmente innamorato che arrivò a passarci sei mesi all’anno tra il 1934 e il 1938. Nell’appartamento pontificio fece costruire una cappella privata e vi portò una statua della Madonna nera di Czestochowa, quasi un presagio per quando anni più tardi qui si sarebbe inginocchiato il primo Papa polacco della storia. Nel 1933 Pio XI andò due volte in segreto a Castelgandolfo ad ispezionare personalmente i lavori. E’ da Castelgandolfo che Pio XI alzò la voce contro il nazismo e le leggi razziali italiane e la guerra imminente.
Alberto Bobbio