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Tutti a scuola a piedi (o in bici)

"Andiamo a scuola a piedi o tutti in bici" è il nome di una bella iniziativa che si svolge nel nostro paese per tre o quattro volte durante l'anno scolastico: per un giorno, tutti i bambini della scuola primaria vanno a scuola a piedi  - e, quest'anno, anche in bicicletta. Il servizio bus viene assicurato per il ritorno. Ci sono dei punti di ritrovo in vari angoli del paese dove dei volontari raccolgono i bambini e si preoccupano di farli arrivare a scuola sani e salvi. Peccato che l'iniziativa si svolga solo un paio di volte all'anno... <br /><br />

Tanti paesi europei hanno investito da anni in piste ciclabili e percorsi sicuri perché i bambini si rechino a scuola a piedi o in bicicletta in tutta autonomia persino in città, e i comuni non spendano per il servizio di bus scolastico. Penso all'Olanda, che conosco in particolare e che forse è un caso estremo. Certo i quartieri italiani sono costruiti in modo molto diverso, con zone residenziali per le famiglie ben distinti dalle aree industriali o commerciali, per cui non sempre è possibile e giusto fare paragoni, però forse possiamo imparare qualcosa. Ci sono zone di pianura anche qui e quartieri nuovi in costruzione, che non fanno più parte del centro storico: se pensassimo a investimenti a lunga scadenza che possono cambiare una mentalità, le piste ciclabili sicure rientrano senza dubbio in questa serie di investimenti. Per fortuna alcuni comuni stanno portando avanti questo stile, ma ci vorrà molto tempo perché questo diventi normalità!

Per noi avere una sola automobile, con relativo bollo, assicurazione e spese di manutenzione è stato sempre un notevole risparmio fin dai primi anni di matrimonio. Certo, ogni tanto dobbiamo utilizzare dei mezzi di trasporto “relativamente” comodi (o scomodi!), e abitiamo vicino alle scuole. Sicuramente lavorando in due sarebbe difficile fare a meno di una seconda macchina.

Mi chiedo però anche se noi italiani (e noi mamme italiane) non siamo tendenzialmente più pigri e più propensi a prendere la macchina appena dobbiamo fare un po' di fatica in più. Così i bambini e giovani italiani diventano sempre più viziati e sfaticati, ma non è solo colpa loro! A volte si vedono scenette di questo tipo, alla scuola dell'infanzia: scende una pioggerella neanche troppo forte. La nonna tiene in braccio con fatica un bimbetto super accessoriato con stivaletti, giacca a vento e quant'altro mentre il nonno protegge entrambi premurosamente con l'ombrello. Sono arrivati tutti e tre in macchina proprio all'entrata dell'asilo e il bimbetto viene portato in braccio fin dentro l'atrio. Ma allora perché gli avete messo gli stivaletti? Avreste potuto lasciarlo in ciabatte! Gli state togliendo il più grande piacere che c'è: saltare nelle pozzanghere e fare ciaf-ciaf. Ma il bambino non DEVE bagnarsi perché POTREBBE AMMALARSI! La mamma che arriva col passeggino coperto dal para-pioggia di plastica trasparente col cappuccio della sua giacca a vento ben calato sulla fronte (perché non ha più mani per reggere un ombrello) e altri due piccoli al seguito sembra appartenere ad un altro pianeta!

Leggevo (su "Leggo" del 28 marzo 2011) che i brevetti in Italia sono in calo, pare che sia in calo la creatività perché è in calo la voglia di fare fatica e quindi di creare.... E anche di pro-creare!

E' invece un classico vedere davanti a qualsiasi scuola elementare genitori e nonni che parcheggiano in seconda fila all'uscita dimenticandosi che c'è un bel parcheggio a pochi metri (ma forse 100 o 200 sono troppi anche per chi si è iscritto alla palestra!) per evitare ai piccoli (magari bei bambinoni ben in carne di quinta elementare) di fare due passi a piedi...e questo anche quando c'è un sole splendente. Inoltre un buon numero di persone che abitano relativamente vicino alla scuola vanno comunque in macchina, costringendo spesso le mamme con i passeggini e le carrozzine a fare molti slalom in più per raggiungere la loro meta e rendendo il traffico all'entrata della scuola molto più pesante. I primi ad essere pigri purtroppo sono gli adulti che non danno il buon esempio!

Perché non cerchiamo di fare sport senza corsi organizzati: andiamo a scuola a piedi, in bicicletta, all'oratorio... Cerchiamo di evitare l'utilizzo della macchina, quando è possibile, così risparmiamo, non inquiniamo e ci manteniamo in movimento! Se piove poco ci attrezziamo con ombrelli, se diluvia andiamo a scuola con gli stivali di gomma e ci cambiamo appena arrivati.

La benzina rincarerà, l'energia scarseggerà... Sarà meglio pensarci per tempo e non solo per un paio di volte all'anno. In una famiglia numerosa a un certo punto i figli "devono arrangiarsi" perché la mamma non può più fare avanti-indietro da scuola tutto il santo giorno! "Arrangiarsi" sembra una brutta parola eppure era una caratteristica che rendeva speciali gli Italiani fino a qualche tempo fa! Adesso sembra che non ne siano più così capaci, ma non sempre compensano questa mancanza con una buona organizzazione! Se non ti preparano più la pappa pronta ad un certo punto devi svegliarti! Dovrai imparare a guardare bene a destra e a sinistra prima di attraversare la strada, a camminare in fretta se sei in ritardo perché nessuno ti porta in macchina a scuola per rimediare alla tua mancanza, a mangiare la brioche mentre cammini (che era la colazione più veloce stamattina perché non c'era il tempo per spalmarsi un panino o prepararsi i cereali nel latte) dal momento ti sei attardato (più probabilmente attardata!) in bagno.

Allora gambe in spalla e si va... Per ora a piedi e solo per chi ha la “fortuna” di abitare abbastanza vicino alla scuola. In orario di entrata e uscita è presente ogni mattina un incaricato del comune che aiuta ad attraversare la strada di maggior traffico vicino alla scuola e i marciapiedi, quelli sì, ci sono dappertutto. La bicicletta è un pericolo mortale se non si viene accompagnati da un adulto, almeno finché non ci sarà un vero percorso “sicuro” per tutto il paese. Intanto cerchiamo di risparmiare tempo della mamma e carburante... E' vero, consumiamo di più le scarpe, ma alla fine sono fatte per questo!

Pubblicato il 15 aprile 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Il costo dei figli

Esther Banfi

Siamo Augusto e Esther, abbiamo 5 figli: Giuseppe (9 anni), Linda (8), Francesco (7), Pietro (3) e Giovanni (5 mesi). Abbiamo anche una figlia in cielo, la piccola Maria Regien.

Augusto lavora come impiegato in un’azienda elettronica e io, Esther, che scrivo sul blog, sono mamma a tempo pieno.

La nostra, pur essendo un po’ più numerosa rispetto allo standard comune, è una famiglia come tante, alle prese con la gestione quotidiana della spesa, della scuola, del lavoro, dei trasporti e anche (per fortuna!) con la gestione delle occasioni speciali e dei momenti di festa, del tempo libero e delle vacanze.

Questo blog è il luogo dove raccontiamo come tentiamo, ogni giorno, di far quadrare il nostro bilancio familiare.

Il Blog è promosso in collaborazione con l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose

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