13
feb

A proposito di saldi e di GAF

Canone TV, rata condominiale, tassa per la spazzatura, assicurazione automobile, la spada di Damocle dell'IMU e nuovi aumenti che incombono su di noi... Buon Anno 2012 a tutti!!! 

Rimaniamo ottimisti e fiduciosi perché le nostre vere gioie non vengono turbate da tutto questo, però... Ci preoccupiamo di rimetterci in pista rivedendo i nostri consumi. Stavolta con i saldi non compreremo praticamente niente: bene o male faremo bastare i vestiti che abbiamo. Abbiamo già “approfittato” dei saldi di fine stagione l'anno scorso e ci sentiamo ancora abbastanza di moda (o non troppo fuori moda!).

Cerchiamo almeno di risparmiare il più possibile su quello che riguarda la routine quotidiana della gestione della famiglia e che di fatto è più controllabile, perché almeno dipende da noi e non dall'alto.

La nostra spesa settimanale per l'alimentazione è spesso più attenta alla quantità che alla qualità e forse si sbaglia perché a lungo andare non si risparmia. Per esempio la pasta di buona qualità rende di più. E' anche vero che quando le cose sono buone si mangia di più (che ragionamento da “tirchi”!). Però se si mangia in maniera sana poi si sta meglio e si hanno benefici in tutti i sensi: il buonumore è qualcosa che nessuno ci può togliere neanche in tempi di crisi! Tutti a tavola intorno a un piatto ben cucinato, sano, gustoso, forse "unico", ma "buono".

Come iscritti all'Associazione Nazionale Famiglie Numerose ci è facile partecipare all'acquisto di prodotti tramite i GAF (Gruppi di Acquisto Familiare). In partecipazione con altre famiglie acquistiamo così prodotti di buona qualità a prezzo conveniente direttamente dal produttore senza intermediari e cerchiamo di fare ordini cumulativi ammortizzando il più possibile le spese di trasporto e spedizione. E' il classico metodo del “fare la scorta” per risparmiare tempo e denaro. Mettendosi d'accordo con altre famiglie non è obbligatorio comperare un quantitativo ingente.

Noi abbiamo scoperto la grande convenienza in particolare per l'acquisto dei pannolini (uno scatolone da sei pacchi a 30,21 euro, a volte ulteriormente scontati, e sono veramente di buona qualità). Nell'elenco GAF del sito delle famiglie numerose si trovano tutti i prodotti fondamentali per la vita della famiglia  (per esempio: la pasta al prezzo di 4, 65 euro per 5 chili, il sapone liquido per lavatrice “alla spina” a 21,37 euro per 5 litri – tanica inclusa, il detergente per i pavimenti, sempre “alla spina” a 2,66 euro al litro...ma sono prezzi che godono di un ulteriore sconto quando se ne compra una certa quantità).

Come sempre il problema è trovare il tempo per star dietro anche a questo, ma anche andare a caccia dell'offerta settimanale richiede del tempo ed energie.

I prezzi sono superiori a quelli di un comune discount, la qualità è però decisamente buona. Ma ciò non basterebbe a motivare la scelta per i GAF. C'è una motivazione etica oltre che pratica. Come viene detto sul sito ANFN (Associazione Nazionale Famiglie Numerose): “Le famiglie che sono impegnate a far girare la macchina Gruppo d'Acquisto si sono confrontate e hanno cercato di elaborare una modalità di ordine-acquisto che sia corretta, veloce e che rispetti i canoni sia del risparmio ma anche dell'etico, del solidale e della filiera corta” (da: Gaf / Novità 2011). Inoltre  impariamo a collaborare con le altre famiglie, a valutare con cura quello di cui abbiamo bisogno, non sprecando nulla e imparando a capire i nostri tempi di consumo. Tutti abbiamo la stessa necessità di far quadrare il bilancio familiare e di spendere in modo oculato. Diventa anche un confronto sulle “strategie di risparmio”.

Il vero problema è la possibilità di accumulare i prodotti in casa per molto tempo. Lo spazio spesso manca. Noi abbiamo fatto la scelta dei pannolini, ma se dovessimo davvero comperare tanti prodotti tramite GAF e tenerli in casa per mesi non avremmo lo spazio necessario. Al momento siamo molto penalizzati dalla mancanza di un congelatore capiente e di una cantina adeguata.

Anche qui bisognerebbe pensare nuovi metodi in tempi di crisi...Idee in proposito? 

Foto: Flickr

Pubblicato il 13 febbraio 2012 - Commenti (0)
05
dic

Facciamo festa, non costa troppo

Siamo ormai in tema di Incontro mondiale delle Famiglie e abbiamo occasione di riflettere sul nostro modo di fare festa. La festa è indispensabile per poter reggere la nostra quotidianità (=il lavoro!) che si fa sempre più pesante, forse perché le vacanze estive sono così lontane e il rifornimento di riposo che abbiamo fatto inizia a scarseggiare. Ma ancora di più perché di questi tempi il quotidiano del lavoro si fa sempre sempre più pesante: viaggiare con i mezzi pubblici diventa sempre più un'impresa perché le corse diminuiscono e gli orari diventano sempre più impossibili, tanto che si rientra dal lavoro non più solo stanchi per il lavoro in sé, ma distrutti dal viaggio! Bisogna valutare se conviene usare la macchina di famiglia, l'unica ormai a disposizione, perché non è più possibile averne una in prestito da qualcuno in caso di necessità.

Sembra di poter contare solo sulle proprie forze, più i nonni invecchiano, più i figli crescono, più il lavoro si fa pesante perché le esigenze del momento si fanno più pressanti e imprevedibili e si è costretti a mettere tutto in secondo piano, persino la famiglia. Si arriva al fine settimana stanchi, a volte distrutti, e con tante incombenze trascurate da fare (lavoretti di casa, cose da aggiustare, spesa, bucato arretrato perché le tariffe dell'energia elettrica il fine settimana sono più convenienti...). Come se non bastasse ecco tutti gli impegni per il catechismo e l'educazione alla fede dei bambini... Ma non si riesce più ad apprezzare tutto questo bello, questa positività semplicemente perché si è stanchi fisicamente e mentalmente!!!

Sembra un quadro molto negativo. In realtà siamo contenti di tutto “il peso” della famiglia che abbiamo costruito, ma è vero che la fatica c'è.

Per fortuna arrivano i momenti di festa, quando non ci sono impegni e quando ci si può davvero ritrovare insieme tutti quanti con calma. Ma in che modo?

Dobbiamo cercare di migliorare i rapporti con le persone che ci stanno vicine e tornare a frequentare quelle, al limite in ambienti diversi o andare, per esempio, a trovare proprio quei parenti che non si vedono mai e che abitano più lontano e così avere un'occasione per girare e uscire un po' dal guscio, al limite per consolarci vedendo che ovunque ci sono difficoltà e guai?

A volte si è dibattuti tra queste due scelte... Il più delle volte non si ha voglia di prendere di nuovo l'automobile il fine settimana per fare lunghi viaggi.

Per fortuna la festa vuol dire anche qualche momento di riposo, di relax... Ogni tanto c'è qualche giorno di ferie imprevisto o anche obbligato (di questi tempi) che serve a riprendere fiato. Sappiamo che a volte allontanarsi anche solo per qualche giorno o anche solo per “un” giorno da casa serve per riaversi e per non pensare più ai propri soliti guai! Ultimamente, visto il peso della quotidianità e visto che quando si trovano le solite persone anche se in ambienti diversi (vedi oratorio, casa dei nonni...) si finisce comunque per parlare di scuola e di lavoro, arrivo alla conclusione che è davvero meglio “andar via” e vedere “altre” persone! Sarà un'evasione, ma ci vuole!

Un articolo su un settimanale locale raccontava tempo fa che la spesa media per un fine settimana per una famiglia è di cento euro (n.b.: famiglia di quattro persone)! Era un articolo scritto prima dell'ultima crisi e di tutti i nostri crolli in borsa!

Invece un giro in bicicletta, due tiri a pallone al parco oppure una bella partita a Monopoli o Risiko in casa adesso che il tempo è più freddo o che qualcuno dei figli ha l'influenza non costano niente e sono dei momenti molto aggreganti per la famiglia.

Noi abbiamo un po' questa filosofia di vita: per settimane stiamo tranquilli a casa spendendo poco o niente (la merenda all'oratorio domenicale, se vogliamo esagerare), poi una volta ogni tanto, quando il tempo è bello e le condizioni lo permettono (tempo meteorologico, stanchezza, malattie, impegni vari...) facciamo un “giro” più lungo andando a trovare qualche amico o parente che abita più lontano e, se si può, combinando questa visita con la visita ad un posto bello che non abbiamo ancora visto (città d'arte, santuario...). 

Insomma, non il giretto tanto per fare ogni settimana, ma il giro più o meno una volta al mese un po' più lungo e significativo. Riunire la famiglia in “macchina” una volta ogni tanto e partire insieme è importante. A dir la verità a volte presa dagli impegni e dalle stanchezza penso che non ci sia niente di più rilassante dello stare distesi sul divano la domenica pomeriggio a leggere un bel libro in santa pace senza che nessuno ti disturbi e sogno il momento in cui potrò farlo. Però, finché i bambini desiderano andare via insieme, dobbiamo fare il possibile per accontentarli. Sono momenti preziosi che non torneranno più. Non vorrei avere il rimpianto di non essermeli goduti abbastanza quando potevo!

Così per i prossimi mesi abbiamo in mente la visita al museo egizio a Torino e forse una visita a Padova.  Andrò a vedere su internet gli orari e le tariffe, sapendo che da noi non esistono i biglietti per le famiglie numerose, ma compenseremo col pranzo al sacco, sperando che non sia troppo freddo per stare fuori!

Foto: Flickr

Pubblicato il 05 dicembre 2011 - Commenti (0)
12
ott

Tutti a scuola!

Ce la faremo anche quest'anno: compiti, riunioni, materiale scolastico, avvisi di tutti i tipi... Ce la faremo anche quest'anno scolastico (noi genitori)?

I figli crescono e diventano più autonomi e indipendenti, ma sembra che le richieste (e le spese!) stiano aumentando considerevolmente!

Cerchiamo di farli crescere anche abituandoli a curare di più i propri impegni e le proprie “cose”, ma bisogna sempre “supervisionare”...e con quattro che vanno a scuola si teme sempre di dimenticarsi qualcosa.

Eppure le comunicazioni arrivano quasi sempre in tempo reale, anzi a volte sembra che tutto debba essere fatto subito, subitissimo: “Mamma c'è un avviso, mamma devi ricoprirmi i libri entro domani, mamma bisogna portare questo oppure quello (c'era la lista del materiale ad inizio anno, però c'è sempre qualcosa che manca)...”.

La scorsa settimana in due giorni ho ricoperto 17 libri e sembra che non sia ancora finita. Quanti libri alla scuola primaria! Per fortuna non li paghiamo noi genitori. E' giusto perché è scuola dell'obbligo. Ma le scuole secondarie inferiori non sono scuole dell'obbligo? In questo momento, io che penso sempre troppo al futuro, non so se mi sto preoccupando di più per la spesa oppure per la quantità di libri che dovrò ricoprire il prossimo anno per Giuseppe che andrà in prima media. (Penso che dedicherò la prossima estate ad un corso domestico per la ricopertura dei libri). 

Linda quest'anno in quarta elementare ha iniziato l'anno scolastico con 13 nuovi libri. Va bene: è un numero che porta fortuna e non li paghiamo noi. Ma il prossimo anno cosa succederà?! I genitori dei ragazzi di prima media mi dicono che spendono tranquillamente 280 euro di libri all'inizio dell'anno. Avendo tre figli tutti in fila naturalmente i libri verranno passati dall'uno all'altro. Con gli eserciziari, invece, che di solito sono staccati dal libro di testo base, non si può fare! Gli esercizi devono essere completati sui libri. Speriamo comunque di poter limitare la spesa.

I quaderni, i pastelli, le copertine, i diari, lo zaino che si è rotto, i rotoli di scottex....quanto avremo speso per rimediare a tutto? Cento euro, diciamo, zaino a parte? A volte è meglio non chiederselo! Per fortuna dovevamo sostituire  solo uno zaino e quello comperato, il più economico, ma di marca, trovato come ultimo pezzo in un ipermercato (prezzo 39 euro circa), DEVE DURARE ALMENO CINQUE ANNI, abbiamo detto a Giuseppe.

Speriamo che sia finita, almeno per ora, almeno a livello di “materiale scolastico”.

Quest'anno, grazie alla crisi sempre più forte e ad ulteriori “tagli” sta aumentando un po' tutto. Per esempio il costo del corso di nuoto fatto a scuola è passato dai 26,50 euro dell'anno scorso ai 40 di quest'anno. Certo è un prezzo ottimo se paragonato ai corsi che si tengono privatamente e l'opportunità offerta dalla scuola è molto positiva! Ma ogni aumento moltiplicato per tre e tanti aumenti messi insieme... Si sentono.

Anche la scuola dell'infanzia parrocchiale ha dovuto aumentare la retta...

Il contributo per l'acquisto del materiale scolastico è diventato assolutamente obbligatorio...

E così via...

Quest'anno spenderemo sicuramente di più per la scuola!

Pubblicato il 12 ottobre 2011 - Commenti (0)
29
giu

Prima Comunione: manuale per feste importanti

Lo scorso maggio, per la prima volta, abbiamo vissuto la prima santa comunione nella nostra famiglia! E' stato un evento ricco di emozioni e di commozione, prima di tutto un momento che ci spinge a vivere meglio "le nostre comunioni" e a farci sentire ancora più grati per il dono di questo grande sacramento della fede cristiana.

Abbiamo voluto festeggiare come si deve un momento così importante.... e non si potrebbe fare altrimenti! Eravamo indecisi se rispettare tutte le consuetudini, ma nelle ultime settimane, tormentatissime tra ricorrenze e contrattempi vari, tra i quali all'ultimo si è aggiunto un “piccolo” incidente in bicicletta alla nostra figlioletta, siamo stati costretti a rinunciare a certi gesti per vera e propria mancanza di tempo e così il problema si è risolto da solo: alla fine, abbiamo eliminato bomboniere e ricordini. Un po' forse ci è dispiaciuto, ma abbiamo visto che non erano essenziali. 

La Messa, celebrata e vissuta con raccoglimento e sentita partecipazione di tutti i presenti, è stata il centro della giornata. Poi abbiamo festeggiato! 

Avevamo deciso già mesi fa di fare la festa in casa. Con cinque figli è quasi obbligatorio perché in questo modo si risparmia notevolmente, anche perché entrambe le nostre famiglie d'origine sono abbastanza numerose. La celebrazione è stata al mattino e non si poteva chiedere ai parenti, alcuni con bambini piccoli e che venivano da lontano, di ritornare nel pomeriggio solo per una fetta di torta. Inoltre l'occasione per stare insieme e ritrovarsi tutti era così preziosa che bisognava sfruttarla. 

Abbiamo preparato un pranzo di poche portate da servire fredde. Il lavoro è stato comunque notevole e più di una volta, stanca e dubbiosa sul risultato finale, mi chiedevo se non sarebbe stato meglio offrire solo un semplice aperitivo. Però cucinare mi piace, e provare a farlo per così tante persone è stata una bella sfida. Purtroppo non ho mai la tranquillità necessaria per concentrarmi solo a cucinare. Stavolta la tranquillità e la concentrazione erano indispensabili. I bambini, tranne il più piccolo, erano stati mandati dai nonni per forza di cose per l'intero pomeriggio di sabato.

Cucinare per quasi trenta persone è una bella responsabilità e devo dire che l'ho sentita tutta! Non mi sono seduta per cinque ore di fila! Come primo abbiamo preparato una semplice insalata di riso (visto che abbiamo due nipotini celiaci) e per secondo un roast-beef, che ho cucinato con moltissima apprensione, verificandone la cottura in continuazione (perché occhio non deve essere troppo cotto, è la cosa peggiore, ma guai se è troppo crudo...!). 

Mio marito ed io abbiamo collaborato come non mai: Augusto preparava pomodorini, tonno e olive e io cuocevo. Fisicamente ai fornelli stavo solo io (di solito se vi si sta in due è un continuo: “Hai messo abbastanza sale?”, “Ma le dosi saranno sufficienti?”, “Forse la padella non va bene!”, “Secondo me non avresti dovuto...”... e finisco col mio caratteraccio per innervosirmi ed arrabbiarmi perché sono allergica alle critiche!). I consigli di mio marito a distanza sono stati però molto preziosi. Abbiamo abbondato un po', ma quello che è avanzato adesso viene goduto per un'intera settimana. Il vantaggio del pranzo in casa! Abbiamo fatto scorta di vino, bevande e grissin. Il contorno consisteva in una bella insalata, e per dolce abbiamo servito un sorbetto al limone.

La torta di pasticceria, finale d'obbligo, invece, è stata ordinata apposta. 

Il momento del riordino, subito alla fine del pranzo, che pensavo sarebbe gravato quasi interamente sulle mie spalle, si è svolto con allegria con la collaborazione di alcuni invitati, che si sono messi volontariamente a lavare e asciugare i piatti!

Abbiamo tenuto il frigo vuoto per tenervi pronte le pietanze dal sabato e chiesto un frigorifero piccolo supplementare in prestito. Tutta la settimana precedente era stata dedicata a pulire e riordinare la casa. Per fortuna, perché la festa della prima comunione è stata una buona scusa per mettersi finalmente un po' a posto o perlomeno arrivare ad una situazione di decenza!

Sinceramente non ho ancora fatto il conto preciso delle spese, ma all'incirca abbiamo speso 300 euro, in questa cifra è però incluso il consumo normale della settimana.

Alla fine ce l'abbiamo fatta con una notevole dose di stanchezza ma con tanta gioia e molto contenti per essere riusciti a vivere con tutti e prima di tutto con il festeggiato una vera giornata di festa che rimarrà nei nostri ricordi più belli!

Immagine: Parrocchia San Francesco, Carrara (MS) 

Pubblicato il 29 giugno 2011 - Commenti (0)
15
apr

Tutti a scuola a piedi (o in bici)

"Andiamo a scuola a piedi o tutti in bici" è il nome di una bella iniziativa che si svolge nel nostro paese per tre o quattro volte durante l'anno scolastico: per un giorno, tutti i bambini della scuola primaria vanno a scuola a piedi  - e, quest'anno, anche in bicicletta. Il servizio bus viene assicurato per il ritorno. Ci sono dei punti di ritrovo in vari angoli del paese dove dei volontari raccolgono i bambini e si preoccupano di farli arrivare a scuola sani e salvi. Peccato che l'iniziativa si svolga solo un paio di volte all'anno... <br /><br />

Tanti paesi europei hanno investito da anni in piste ciclabili e percorsi sicuri perché i bambini si rechino a scuola a piedi o in bicicletta in tutta autonomia persino in città, e i comuni non spendano per il servizio di bus scolastico. Penso all'Olanda, che conosco in particolare e che forse è un caso estremo. Certo i quartieri italiani sono costruiti in modo molto diverso, con zone residenziali per le famiglie ben distinti dalle aree industriali o commerciali, per cui non sempre è possibile e giusto fare paragoni, però forse possiamo imparare qualcosa. Ci sono zone di pianura anche qui e quartieri nuovi in costruzione, che non fanno più parte del centro storico: se pensassimo a investimenti a lunga scadenza che possono cambiare una mentalità, le piste ciclabili sicure rientrano senza dubbio in questa serie di investimenti. Per fortuna alcuni comuni stanno portando avanti questo stile, ma ci vorrà molto tempo perché questo diventi normalità!

Per noi avere una sola automobile, con relativo bollo, assicurazione e spese di manutenzione è stato sempre un notevole risparmio fin dai primi anni di matrimonio. Certo, ogni tanto dobbiamo utilizzare dei mezzi di trasporto “relativamente” comodi (o scomodi!), e abitiamo vicino alle scuole. Sicuramente lavorando in due sarebbe difficile fare a meno di una seconda macchina.

Mi chiedo però anche se noi italiani (e noi mamme italiane) non siamo tendenzialmente più pigri e più propensi a prendere la macchina appena dobbiamo fare un po' di fatica in più. Così i bambini e giovani italiani diventano sempre più viziati e sfaticati, ma non è solo colpa loro! A volte si vedono scenette di questo tipo, alla scuola dell'infanzia: scende una pioggerella neanche troppo forte. La nonna tiene in braccio con fatica un bimbetto super accessoriato con stivaletti, giacca a vento e quant'altro mentre il nonno protegge entrambi premurosamente con l'ombrello. Sono arrivati tutti e tre in macchina proprio all'entrata dell'asilo e il bimbetto viene portato in braccio fin dentro l'atrio. Ma allora perché gli avete messo gli stivaletti? Avreste potuto lasciarlo in ciabatte! Gli state togliendo il più grande piacere che c'è: saltare nelle pozzanghere e fare ciaf-ciaf. Ma il bambino non DEVE bagnarsi perché POTREBBE AMMALARSI! La mamma che arriva col passeggino coperto dal para-pioggia di plastica trasparente col cappuccio della sua giacca a vento ben calato sulla fronte (perché non ha più mani per reggere un ombrello) e altri due piccoli al seguito sembra appartenere ad un altro pianeta!

Leggevo (su "Leggo" del 28 marzo 2011) che i brevetti in Italia sono in calo, pare che sia in calo la creatività perché è in calo la voglia di fare fatica e quindi di creare.... E anche di pro-creare!

E' invece un classico vedere davanti a qualsiasi scuola elementare genitori e nonni che parcheggiano in seconda fila all'uscita dimenticandosi che c'è un bel parcheggio a pochi metri (ma forse 100 o 200 sono troppi anche per chi si è iscritto alla palestra!) per evitare ai piccoli (magari bei bambinoni ben in carne di quinta elementare) di fare due passi a piedi...e questo anche quando c'è un sole splendente. Inoltre un buon numero di persone che abitano relativamente vicino alla scuola vanno comunque in macchina, costringendo spesso le mamme con i passeggini e le carrozzine a fare molti slalom in più per raggiungere la loro meta e rendendo il traffico all'entrata della scuola molto più pesante. I primi ad essere pigri purtroppo sono gli adulti che non danno il buon esempio!

Perché non cerchiamo di fare sport senza corsi organizzati: andiamo a scuola a piedi, in bicicletta, all'oratorio... Cerchiamo di evitare l'utilizzo della macchina, quando è possibile, così risparmiamo, non inquiniamo e ci manteniamo in movimento! Se piove poco ci attrezziamo con ombrelli, se diluvia andiamo a scuola con gli stivali di gomma e ci cambiamo appena arrivati.

La benzina rincarerà, l'energia scarseggerà... Sarà meglio pensarci per tempo e non solo per un paio di volte all'anno. In una famiglia numerosa a un certo punto i figli "devono arrangiarsi" perché la mamma non può più fare avanti-indietro da scuola tutto il santo giorno! "Arrangiarsi" sembra una brutta parola eppure era una caratteristica che rendeva speciali gli Italiani fino a qualche tempo fa! Adesso sembra che non ne siano più così capaci, ma non sempre compensano questa mancanza con una buona organizzazione! Se non ti preparano più la pappa pronta ad un certo punto devi svegliarti! Dovrai imparare a guardare bene a destra e a sinistra prima di attraversare la strada, a camminare in fretta se sei in ritardo perché nessuno ti porta in macchina a scuola per rimediare alla tua mancanza, a mangiare la brioche mentre cammini (che era la colazione più veloce stamattina perché non c'era il tempo per spalmarsi un panino o prepararsi i cereali nel latte) dal momento ti sei attardato (più probabilmente attardata!) in bagno.

Allora gambe in spalla e si va... Per ora a piedi e solo per chi ha la “fortuna” di abitare abbastanza vicino alla scuola. In orario di entrata e uscita è presente ogni mattina un incaricato del comune che aiuta ad attraversare la strada di maggior traffico vicino alla scuola e i marciapiedi, quelli sì, ci sono dappertutto. La bicicletta è un pericolo mortale se non si viene accompagnati da un adulto, almeno finché non ci sarà un vero percorso “sicuro” per tutto il paese. Intanto cerchiamo di risparmiare tempo della mamma e carburante... E' vero, consumiamo di più le scarpe, ma alla fine sono fatte per questo!

Pubblicato il 15 aprile 2011 - Commenti (0)
22
mar

Bimbi e sport: questione di tempo (e denaro!)

Linda farà un corso di nuoto a scuola: per dieci lezioni pagheremo euro 26,50, è in effetti un'ottima proposta. Così pure Giuseppe: quest'anno ha continuato il suo "Nuoto in cartella", un corso di nuoto che fanno a scuola e che finirà in quinta elementare - il prossimo anno. Oltre a questo, durante l'ora di attività motoria hanno “assaggiato” lezioni di basket e volley. E' ideale fare sport a scuola e costa poco, grazie anche all'intervento del comune. Viste tutte le ore passate a scuola se ne potrebbe fare anche di più, forse (per esempio come sarebbe bello fare atletica!).

Ci chiediamo se sia davvero indispensabile che i bambini pratichino anche altri sport. Alla fine si muovono tanto: vanno dappertutto a piedi o in bicicletta e stanno spesso a giocare a calcio, con lo skateboard o quant'altro con i bambini del quartiere. Per fortuna non viviamo in città... In ogni caso, ci informiamo: “Quanto costa?”. Intanto, per il secondo anno consecutivo, abbiamo optato per un decisamente comodo, divertente ed economico corso di pattinaggio: costa 100 euro per una stagione con sconto del 10% per i fratelli successivi e si svolge il sabato pomeriggio. Non ci sono impegni di gare o partite il fine settimana. I bambini ricevono maglietta e diploma della società sportiva e sono tutti orgogliosi.

Ecco l'aspetto che più mi spaventa: l'obbligo della partita e tutta la famiglia impegnata, mobilitata o dipendente da questo obbligo che deve coinvolgere anche i fratelli a cui non interessa e che se ne starebbero più volentieri a casa tranquilli a giocare o che preferirebbero andare a trovare i nonni, gli amichetti o i cuginetti. Le amiche mi dicono che la ginnastica artistica costa 110 euro per tre mesi. In alcune società si può arrivare anche a 220, poi c'è la tuta (40 euro). Per la ritmica il prezzo è un po' più alto (intorno alle 200), ma ragionevole. E' meglio poi non mettersi in mente di far praticare ai propri figli sport particolari, come l'ippica, la scherma o il canottaggio....Penso che costino molto, ma forse sbaglio!

Al contrario il classico calcio è sempre abbordabile per tutti, ma al momento non ci attira. Sarebbe sano andare in piscina per la schiena, la crescita, il fiato... Costi: dai 120-150 ai 220 euro, dipende dalla piscina (comunale, privata, ecc.) e dalla frequenza del corso (mono o bisettimanale).

Oltre al costo del corso, bisogna poi calcolare l'avanti-indietro (porta-vai a prendere/stai a guardare) e quindi il tempo della mamma! I nonni, ai quali si chiede un aiuto per le riunioni e i colloqui scolastici, le visite mediche e le emergenze "serie", non possono essere caricati anche di questi impegni. Come mamma, mi chiedo se posso permettermi di fare per tutti i figli questi spostamenti due o tre volte alla settimana, dal momento che papà rientra la sera - la risposta è no, perciò "per ora niente sport in più, fino a quando non ci andrete con le vostre gambe", cioè... Quando? Con quello che si sente oggi in TV, mi chiedo quando potrò lasciarli andare in giro da soli! Anche se i figli, crescendo, diventano più indipendenti, i pericoli non diminuiscono, anzi! Ci si metterà d'accordo con qualcuno a quel punto per scambiarsi un passaggio in macchina: una volta io, una volta tu... Almeno potrò farlo quando tutti saranno più grandi (al momento attuale l'operazione di carico o scarico figli dalla macchina richiede da sola un quarto d'ora!). Ma ancora di più spero che possano fare tutti lo stesso sport in orari uguali, essendo vicini d'età, così avremo il minimo sforzo con il massimo risultato (la legge dell'economia). Mi sa che sono un0inguaribile utopista!


Foto: Skyhawks

Pubblicato il 22 marzo 2011 - Commenti (0)
28
feb

Feste di compleanno per bambini: risparmiare!

A proposito di feste, obbligatorie oppure no: le feste di compleanno, che impegno! Con quattro bambini che vanno a scuola avrei un invito a settimana, forse anche di più! Gli inviti arrivano ormai anche a Pietro, che frequenta solo il primo anno di scuola dell'infanzia.

A volte si tratta già a questa età di feste “in grande” fatte all'oratorio o al McDonald's con tanto di programma d'intrattenimento. Naturalmente noi non partecipiamo a tutte le feste: fin da subito operiamo una selezione severa e partecipiamo solo alla feste degli amici più “amici” oppure  dei  vicini di casa, che sono amici un po' di tutti i figli.


Partecipare a troppe feste sarebbe anche pesante per noi genitori in termini di tempo e stress! Già  il solo pensiero stancherebbe le nostre menti che fanno fatica a non dimenticarsi  gli impegni indispensabili!

Inoltre è anche una spesa. Non sempre si possono fare regalini "economici": una volta ci abbiamo provato, e siamo andati ad una festa di compleanno con un paio di pacchetti di caramelle, ma abbiamo un po' sfigurato rispetto a regali come vestiti, magliette e giochi, anche piuttosto costosi. Invece qualche settimana fa non ci siamo fatti problemi a donare un bel sacchetto assortito di caramelle, cicche ecc. al nostro amichetto vicino di casa che ci aveva invitato a sorpresa all'ultimo momento alla sua festa (era un sacchetto che avevamo tenuto da parte in dispensa pensando a queste occasioni!). Quando il rapporto con la famiglia del bambino festeggiato è spontaneo è tanto “rilassante” non essere obbligati a farsi problemi per queste cose.

Sarebbe bello anche se tra mamme si avesse uno stile più semplice (leggi: "al risparmio")... O no? Anche i bambini diventerebbero più semplici - il futuro lo richiede, tagliamo sui costi anche qui, senza rinunciare del tutto a queste occasioni!

Recentemente per una festa a cui era invitata nostra figlia siamo riusciti a procurare per tempo un bel regalino, comperato in un "saldo giocattoli" (a gennaio solo 5 euro, ma sicuramente a  dicembre costava almeno il doppio!).

Bisognerebbe organizzarsi e comperare qualche gioco in svendita da tenere nell'armadio per queste occasioni, preferibilmente qualche gioco che va sempre bene, per maschi e femmine e un po' originale: un puzzle, un libro da leggere scelto tra i grandi "classici" - che fa sempre piacere a tutti (Pattini d'argento o L'isola del tesoro...), anche se purtroppo, per quanto riguarda i libri, bisogna dire che le edizioni  da ragazzi “belle” costano un po' troppo (almeno 15 euro). La cultura si fa pagare!


Devo confessare che per ora non ho mai organizzato una vera e propria festa di compleanno per i compagni di classe, sinceramente non ce la farei! Abbiamo solamente organizzato un paio di volte una festa con la famiglia allargata, già abbastanza numerosa: zii, nonni e soprattutto cugini - ne abbiamo in totale sette. 

Per ora andiamo alle feste dei bambini che frequentiamo di solito, poi creiamo sempre delle occasioni perché anche loro “passino” a casa nostra (e si riesce così a ricambiare la gentilezza) senza bisogno d'inviti particolari o di feste organizzate. Ci sembra tuttavia positivo far partecipare i bambini a qualche festa di compleanno, anche se raramente, per non essere "quelli che si autoescludono" sempre e soprattutto perché in queste occasioni si ha la possibilità di rendersi conto dello stile “medio” dei compagni di classe, cosa che ci aiuta a  comprendere meglio il contesto nel quale i nostri figli vivono al di fuori della nostra famiglia. Queste occasioni informali servono anche a conoscere di più genitori “di tutti i generi” e  a parlarsi un po' di più.

Corriamo spesso il rischio di frequentare sempre gli stessi genitori (che incontriamo in parrocchia, per esempio) e che hanno uno stile educativo un po' simile al nostro e così rischiamo di non renderci conto di tanti problemi, difficoltà o anche pericoli per l'educazione! Invece in fatto di educazione “tutto fa brodo”: “investire” in qualche festa di compleanno può aiutare a rendersi conto di quanti messaggi diversi i nostri figli recepiscono quotidianamente, spesso nella distrazione e inconsapevolezza di noi genitori! Ma prima di tutto si è grati per la gentilezza di chi ci ha invitato!

 

Foto: Flickr

 

Pubblicato il 28 febbraio 2011 - Commenti (0)
17
feb

Scarpe e abbigliamento: il riciclo (2)

Il discorso dedicato alle scarpe e all'abbigliamento può essere lungo, in una famiglia numerosa. Eppure la spesa per queste necessità primarie non è così forte come si potrebbe pensare, altre spese sono in proporzione molto più elevate  (trasporti, scuola...). Su scarpe e abbigliamento si può risparmiare facilmente. Come abbiamo detto (qui), si accettano di seconda mano capi d'abbigliamento e scarpe da parenti, amici e conoscenti o si comperano vestiti nuovi, preferibilmente in saldo, anche come investimento a lungo termine per i figli successivi (almeno quando sono piccoli), se non si segue l'ultima moda!

Ha senso allora riutilizzare i vestiti che richiedono delle piccole riparazioni e quindi del tempo per farle? Che senso ha cucire toppe, cambiare cerniere, andare a recuperare bottoni, fare un'applicazione simpatica per nascondere una macchia che non va più via?

Si valuta se ne vale la pena, se “l'articolo” da sistemare è ancora abbastanza bello da poter durare ancora per un po'. Nel caso dei pantaloni per i maschietti di solito le toppe sono d'obbligo: basta che li portino anche solo per un paio di volte e già le ginocchia sono consumate a causa delle gare con le macchinine sul pavimento della sala!

L'aggiustare le cose rotte in generale è però anche un'educazione per i nostri figli (L'arcivescovo Dionigi Tettamanzi in una Lettera di Natale ai bambiniqualche anno fa, ci diceva di abituarci a riutilizzare e aggiustare per educarci a non sprecare). Non buttare via subito gli abiti quando sono danneggiati è un beneficio per l'ambiente che ci circonda, è ecologico, ma è anche un vantaggio per noi. I nostri figli che vedono toppe e applicazioni capiscono meglio che dietro le cose c'è una fatica manuale e che questa ha un valore grandissimo perché anche se siamo colti e istruiti il lavoro manuale non è umiliante, anzi!

Imparare a cucire, a lavorare a maglia sono arti che si stanno perdendo nei ragazzi, come la capacità d'intagliare, coltivare le piante ecc... Poi  gli adolescenti si annoiano, non sanno cosa fare. Che peccato! Una mia amica, la ragazza indubbiamente più geniale della classe al liceo, laureatasi in corso col massimo dei voti, mi ha fatto vedere con immensa soddisfazione che ha rifoderato il divano del soggiorno da sola! “Ci ho messo un mese, ma guarda che lavoro! Non ho tagliato i fili volanti per fare vedere che l'ho fatto io!”. Che soddisfazione!

Cucire e aggiustare sono attività "antieconomiche", ma servono per far diventare i nostri figli più bravi nella manualità. Osservandoci i bambini imparano: imparano con l'esempio, come è naturale in famiglia. Imparano che non si devono buttare le cose con troppa fretta. Inoltre possono abituarsi a cavarsela nei piccoli lavoretti di cucito: non è male! Un domani potranno farsi l'orlo dei pantaloni da soli: non è detto che ci sarà una nonna disponibile che abita vicino e che può dedicarsi a questo (forse i giovani dovranno emigrare molto lontano per trovarsi un lavoro, se andiamo avanti così!). In vacanza potrebbe capitare di scucirsi i pantaloni (a qualcuno è capitato sul posto di lavoro, che  imbarazzo!). Forse si vivranno esperienze in un posto scomodo, cosiddetto “fuori dal mondo” e aver imparato l'arte d'arrangiarsi in ogni evenienza tornerà utile.

P.s.: Se le ragazze devono imparare a cambiare l'olio dell'automobile, i ragazzi devono imparare ad attaccare i bottoni e a fare lavoretti di cucito d'urgenza? A casa nostra mio marito ed io siamo ancora molto tradizionali e ci dividiamo le mansioni, anche per una questione di praticità, ma ai nostri figli vorremmo insegnare a fare di tutto perché possano cavarsela partendo dalle cose che sembrano più banali, ma che in realtà non sono più così scontate (quanti ragazzi/e sanno attaccare un bottone?).

Pubblicato il 17 febbraio 2011 - Commenti (1)
11
feb

San Valentino: regali solidali

Non so come la pensiate voi, su San Valentino: la consideriate una festa inutile, creata ad hoc per spillare denaro in inutili regali? Avete un animo incline al romanticismo? Pensate sia una buona occasione per fermarsi a riflettere sul significato della vostra relazione, come fanno molte coppie a Terni, la città natale del Santo, in questa occasione?


Sia quel che sia. Quello che mi colpisce è che in questi ultimissimi anni San Valentino sta diventando un'occasione per promuovere iniziative e regali solidali. In effetti si tratta di un ottimo momento per questo genere di regali: non sono eccessivamente impegnativi, e ben si addicono a una festa che non implica un regalo "vero" (per quello ci sono già Natale e compleanno), allo stesso tempo sono un bel segno del fatto che l'amore tra due persone genera bene, capace di aprirsi all'altro (e poi è un buon test per capire se ne vale la pena: fate un regalo così a un/a ragazzo/a, e se si scoccia capite al volo che è il momento di lasciar perdere)

Insomma, io la penso un po' così, guardate questo video

Tra le iniziative in campo, vi segnalo in particolare due associazioni che hanno ideato e promosso regali "sanvalentineschi" utili, poco costosi e davvero carini. Da suggerire a chiunque sia interessato a spendere (poco) per fare una cosa (bella).

La prima associazione è la Fondazione Pangea, una ONLUS che dal 2002 lavora per favorire condizioni di sviluppo economico e sociale delle donne e delle loro famiglie. Online trovate una pagina di Regali solidali: un ciondolo o un anello a forma di nodo (il simbolo dell'associazione) oppure un vero e proprio regalo per i progetti della Fondazione: un corso di sartoria, una capra, un corso di alfabetizzazione. Piccole cose, che possono però costituire un vero e proprio salto di qualità nella vita di una donna in un Paese povero.

Save the Children, una ONG internazionale che da tempo si occupa dei bambini, ha realizzato due bellissimi video promozionali con Sabina Guzzanti, Pietro Sermonti e Andrea Sartoretti per i suoi regali solidali (che si comprano qui). Il primo lo avete già visto sopra, il secondo è questa divertente intervista a tre:

Pubblicato il 11 febbraio 2011 - Commenti (0)
26
gen

Scarpe e abbigliamento: saldi e riciclo (1)

Con i saldi di fine stagione, andiamo a comperare le scarpe.

Comperare le scarpe “in previsione” è difficile, perché non si riesce mai ad indovinare come sarà la crescita del piede nei prossimi mesi. Le scarpe si acquistano di solito per un uso immediato, a volte urgente e si spera che “durino” e che possano essere passate al fratello. Più i bambini crescono, tuttavia, più ci si rende conto che non può essere così! C’è chi gioca a calcio, chi ha la tendenza a “sfasciare” le scarpe comunque... E quindi si sa che le scarpe nei bambini sono un genere di prima necessità, come la pasta e il pane.

Purtroppo, un genere anche costoso. Per spendere un po’ meno è meglio insegnare ai figli ad allacciarsi le scarpe al più presto perché di solito le scarpe con i lacci costano meno di quelle con la chiusura a strappo, almeno in svendita! 

Per il paio di scarpe da ginnastica (perdonatemi il termine così fuori moda!) da lasciare a scuola tutto l’anno, che viene utilizzato solo due volte alla settimana, non è il caso di spendere troppo. Ormai, di questi tempi, molti altri genitori le comperano al mercato. Anzi i miei bambini tornano a casa tuttti contenti dicendo: "Ho le scarpe uguali al mio compagno di classe!". Chissà perché avere le scarpe uguali ad un altro è una gioia così grande... E che bello essere ancora piccoli e non porsi troppi problemi sulla marca!

Abbiamo molti vantaggi nel 2011! Viviamo in un’epoca fortunata, perché l’offerta è tanta e i prezzi di tutti i generi. Si riesce a fare bella figura anche senza spendere troppo. Inoltre alcuni amici ci “passano” le scarpe lasciate appunto a scuola per l’ora di “ginnastica” (ops…psicomotricità, attività motoria..), quindi praticamente nuove e queste sì “di marca”. Noi naturalmente lasciamo a scuola quelle del mercato e facciamo indossare quelle migliori e più resistenti per il resto del giorno e della settimana. 

Vestire i maschi è in genere meno impegnativo: si fanno meno problemi, almeno da piccoli (basta che nelle felpe o nelle calze non ci sia il minimo accenno di rosa, che è un colore “da femmina”, oppure che non ci sia un disegno da bambino piccolo sulla maglietta). Le bimbe hanno bisogno di più vestiti, per loro la moda cambia di più e si guardano di più. I maschi, però, consumano scarpe e vestiti molto di più! Cose perfette, quasi nuove vengono logorate in poco tempo. ù

Così si capisce che a volte non vale proprio la pena vestirli bene (per esempio per andare a giocare all’oratorio oppure dai cuginetti), anzi è meglio continuare a vestirli con le stesse cose e “consumarle”. 

A volte mi dico: "L’economia deve 'girare' e se tutte le famiglie con figli comperano così poco, utilizzando sempre di seconda mano, l’industria dell’abbigliamento va in crisi…!" Alla fine, però, noi continuiamo ad approfittare degli altri che comperano e che fanno girare l’economia e ci facciamo passare i sensi di colpa! 

Poi, ogni tanto, ci pensano le nonne a far girare l’economia, regalando vestiti nuovi e di moda piuttosto che il solito gioco. Sicuramente siamo fortunati perché abbiamo un bel giro d’affari tra familiari, amici e conoscenti per lo scambio dei capi d’abbigliamento. Non ci siamo mai fatti problemi ad accettare di tutto quando viene da persone più o meno conosciute. 

Tuttavia, credo sia giusto comperare “qualcosa” ogni tanto (anche se preferibilmente in saldo!). Ci vuole un: "La mamma stavolta ha comperato quella felpa, quel pantalone… Solo per me! Che bello, è proprio mio, non è stato mai utilizzato da nessuno"… Ed è importante!

Foto: Marcel Theisen, Flickr

Pubblicato il 26 gennaio 2011 - Commenti (0)
18
gen

Regali e spese: una riflessione post-natalizia

Nel mese di dicembre arriva Natale e naturalmente, con tanti bimbi per casa, bisogna pensare ai regali!!

Nel 2010 abbiamo deciso di scambiarci i regali non a Natale, ma prima, a san Nicola “importando” un’usanza della mia famiglia d’origine con mamma olandese. Per ora, come si dice, i bambini “ci credono ancora”, persino Giuseppe che frequenta la quarta elementare, ma che forse inizia a sospettare che ci sia lo zampino dei genitori nei regali che arrivano dalla porta o dal cielo o dalla finestra (il camino non ce l’abbiamo). In ogni caso è stato meno stressante arrivare prima e sapere già che non possiamo accontentare i bambini in tutto, non solo per una questione economica, ma soprattutto per un problema di tempo perché non abbiamo potuto passare i nostri sabati a guardare negozi!

Cerchiamo di soddisfare i desideri dei bambini con un occhio al portafoglio e cercando di “equilibrare”, come dice mio marito, quello che riceve uno con quello che riceve l’altro. Si cerca di comperare anche qualcosa di utile che comunque sarebbe stato comperato, ma che sotto forma di regalo a sorpresa appare più bello (per esempio i pastelli per la scuola). Certo, i programmi di cartoni animati che i nostri bambini guardano vengono interrotti dalla pubblicità di giochi costosi e molto di moda. Noi come sempre per i maschietti scegliamo il Lego, un classico anche costoso ma educativo, decisamente “costruttivo” (questo è pacifico!) e che permette loro di stare insieme. Per fortuna i due piccoli non sono ancora così esigenti e si accontentano abbastanza in fretta. Per i grandi rimangono anche dei desideri insoddisfatti, ma il piacere è anche nel desiderio e non sempre nel ricevere tutto e subito!

L’importante è entrare in un centro commerciale con le idee chiare. Ci si può far ispirare anche dall’offerta del momento e da un gioco imprevisto, ma solo fino ad un certo punto. Si cerca di confrontare un po’ di prezzi in qualche centro diverso, cercando di non arrivare all’ultimo momento con l’ansia di dover comperare la tal cosa a tutti i costi. E’ troppo costosa? Niente, regaliamo qualcosa d’altro. Così al posto di "Barbie a cavallo" Linda è stata contenta di ritrovarsi con il teatro dei burattini, al quale può giocare assieme ai suoi fratelli (ha comunque avuto la sua Barbie, ma un po’ più economica!). Vediamo anche che il Lego City comperato in un centro commerciale da un’altra parte costa dieci euro in meno... Pazienza! Non faremo fallimento per stavolta! E’ vero: qui ci siamo fatti prendere dalla fretta dell’acquisto, ma il Lego doveva essere proprio quello e poi serve per due (è indubbiamente un vantaggio avere figli maschi vicini di età).

Da qualche anno abbiamo scoperto un mercatino dell’usato gestito dall’OMG (Organizzazione Mato Grosso) ed è una grande soddisfazione comperare dei giochi belli a poco prezzo. Per ora i bambini non si sono accorti che i giochi sono di seconda mano!

Cercando una buona conciliazione tra qualcosa di più costoso e qualcosa di più economico alla fine tutti sono contenti. Forse quando diventeranno più grandi sarà più difficile accontentarli, ma allora sapranno che sono i genitori a fare i regli e che i genitori devono guardare anche il budget.

Intanto la porta del calcio richiesta da Francesco dovrà attendere ancora, ma è un bel regalo per qualche compleanno in primavera e poi il tempo è brutto e per ora non la godrebbe neanche tanto!

Pubblicato il 18 gennaio 2011 - Commenti (0)
01
ott

FattoreFamiglia per la riforma fiscale

La scelta di mettere al mondo un figlio, in Italia, è fortemente penalizzante (solo ed esclusivamente dal punto di vista economico, s'intende) per una coppia: si stima infatti che la nascita di un bimbo comporti un impoverimento del 20-25% per una coppia che compie questa scelta, rispetto ad una coppia che decide di non avere figli.

Le famiglie con figli, cioè, pagano più o meno le stesse imposte di una famiglia senza figli, con un'enorme differenza: le famiglie con figli creano ricchezza (ricchezza economica e futuro per il Paese), quelle senza figli - no.

Il Forum delle Associazioni ha quindi presentato una proposta originale per la riforma del Fisco in un'ottica di equità fiscale: il FattoreFamiglia.

Questo nuovo modo di calcolare le imposte si basa sul conteggio dei costi di mantenimento e dei costi di accrescimento (per saperne di più vi rimando direttamente al Rapporto Cisf Il costo dei figli) indispensabili per ciascun componente del nucleo familiare. Si sommano al costo di mantenimento del percettore di reddito i contributi di tutti i familiari a carico.

A differenza del Quoziente Familiare, al quale si imputava il difetto di favorire maggiormente i redditi alti, il FattoreFamiglia parte "dal basso" e si basa su una scala di equivalenza che fa riferimento al costo dei figli e dell'eventuale coniuge a carico, oltre a tenere in considerazione tutte le situazioni di ulteriore difficoltà ed impoverimento cui una famiglia può dover far fronte: non autosufficienza, disabilità, monogenitorialità, vedovanza. In base a questi fattori viene definita una "No Tax Area".

Per leggere il testo completo di presentazione del FattoreFamiglia andate qui.

Per vedere l'intervista di Famiglia Cristiana a Francesco Belletti, Direttore Cisf e Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, invece, andate qui.

Pubblicato il 01 ottobre 2010 - Commenti (0)
21
set

Vedi alla voce: a settembre si risparmia

Tornati dalle vacanze, con una mano sulla coscienza, mio marito ed io ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: "Ok, da settembre si risparmia".

Gli scontrini delle vacanze hanno sostato, a mo' di memento solenne, sul tavolo del soggiorno per 15 giorni circa, a ricordare la nostra precaria situazione finanziaria e le incerte prospettive per il futuro. E a ricordarci il nostro buon proposito post-vacanziero.

Nel frattempo, senza che ce ne accorgessimo, siamo stati risucchiati nel vortice di inizio-scuola: penne cancellabili (3 € l'una, ok, ma sono ricaricabili e "Mamma, queste penne scrivono molto meglio, e poi tutti i miei compagni le hanno"), materiale per la scuola (niente per cui strapparsi i capelli, lo ammetto, a parte un rotolo per ricoprire i libri al modico prezzo di 5 €), pantaloni e scarpe diventati improvvisamente di una taglia in meno ("Mamma, ma i vestiti rimangono sempre uguali?" "Eh sì, voi crescete ma i vestiti rimangono sempre quelli (SIC)" ed inadatti al clima "cosa-cavolo-mi-metto-oggi" di Milano.

Ma è quello che non ti aspetti, che ti frega. E cioè.

Iscrizione del primogenito al corso di scherma, che finalmente abbiamo trovato uno sport che gli piace, inclusa settimana di campus sportivo (perché tre mesi di vacanze sono un salasso per l'anima, ma anche per il portafoglio dei genitori, e dove lo piazzi un ragazzino di 8 anni per una settimana dal 6 al 13 settembre?): 340 €.

Iscrizione della piccoletta a danza (perché è lo stesso gruppo dell'anno scorso, sono tutte amiche, l'insegnante è dolcissima e vuoi mettere quanto è importante che queste bimbe imparino divertendosi?): 200 €.

Iscrizione del primogenito alla Scuola Calcio (perché son due anni che lo chiede, e quest'anno si è iscritto anche il suo amico, ed è all'oratorio e vuoi mettere l'importanza dell'ambiente educativo?): 190 €.

Poi senti di mamme che hanno iscritto il pargolo al corso di nuoto alla modica cifra di 500 €, al corso di tennis per "soli" 460 €, alla scuola di inglese per 590 € (poche le mamme che hanno scelto il corso d'inglese, in effetti, e si capisce il perché).

Siete tramortiti dalle cifre? Lo confesso, anche io.

Mi sono chiesta se fare sport è sempre stato così costoso (risposta: no, non credo) e se è giusto che sia così (risposta: no, non è giusto).

Le spese sportive per i figli sopra i 5 anni sono detraibili (detrazione d'imposta al 19%) fino ad un tetto massimo di 210,00 per figlio (diciamo che siamo a buon punto, ecco). Qui ho trovato tutte le informazioni per sapere come farsi fare ricevute valide per la detrazione (facciamo attenzione!).

Nel frattempo, gli scontrini delle vacanze sono stati religiosamente nascosti nella rubrica del telefono, pronti a trovare la strada della pattumiera (per Natale la loro fine è assicurata) e abbiamo deciso che, forse, ad Ottobre sì che riusciremo ad iniziare a risparmare.

Pubblicato il 21 settembre 2010 - Commenti (0)
22
giu

Il costo dei figli: una riflessione a margine

Lo scorso 15 Giugno a Roma è stato presentato Il Costo del Figli, l'ultimo Rapporto Cisf al quale questo blog è dedicato.

A seguito della nostra presentazione, abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo queste riflessioni del Prof. Franco Macagno, past-presidente nazionale delle Società Italiana di Neonatologia e cultore dell'Area Materno-Infantile.

"Pur condividendo in linea di principio quanto riportato nel Rapporto, mi permetto di fare presente che gli interventi in tal sede riproposti con forza e chiarezza per l'ennesima volta, costituiscono soltanto meritevoli tentativi di tamponamento di una situazione che è venuta a crearsi a partire dagli anni '70 - perciò da oltre quarant'anni - e che continua ad essere non affrontata nelle sue origini più profonde, venutesi a radicare negli stili di vita della popolazione italiana  in età feconda e distanti sempre più dai modelli di genitorialità osservabili  nei Paesi UE.

Infatti, molti elementi di disagio familiare sono risultanti dal persistere, in ampi strati della popolazione, della convinzione che il diritto del cittadino ad afferire alla genitorialità nel momento del percorso di vita ritenuto più opportuno - ovviamente diritto inalienabile - non conduca a significative differenze nell'accoglimento e nell'accudimento dei figli a seconda dello stile di vita maturato negli anni precedenti in concepimento (nella maggior parte dei casi tra 21 anni d'età e 38 anni), considerando quest'ultimo evento, prevalentemente, come  valore aggiunto alla propria qualità di vita, sottovalutando le possibili, quasi sempre certe,  intereferenze sul rapporto di coppia e sull'ambito lavorativo di una nuova nascita e credendo che buona parte del carico dei problemi possa e debba essere condiviso dalla comunità.

I bambini hanno profondo bisogno di essere accuditi grazie a nuove attitudini parentali, che soltanto in piccola parte  sono influenzabili dalla conquista dei diritti invocati anche nel Rapporto.

Non è certo prolungando congedi parentali all'infinito che si salvaguarda il benessere della coppia con ricadute positive sui figli, né elargendo a pioggia sovvenzioni economiche, né estendendo l'accoglienza dei bambini in tenera età in strutture pubbliche per quasi tutta la giornata, ecc.

Questi si configurano come elementi "tampone" con beneficio in gran parte a favore dei genitori e con scarse ricadute favorevoli  sulla popolazione infantile, naturalmente fatte salve le condizioni di particolare rischio, richiedenti provvedimenti solleciti e ben mirati con l'obiettivo prioritario di sanare profonde disequità, e le loro possibili ricadute dal socio-assistenziale all'ambito sanitario".

Dunque, non solo e non tanto riconoscimento del costo (e del valore) dei figli, ma anche una nuova visione delle proprie responsabilità genitoriali per "alleviare" i carichi di cura dei genitori contemporanei. Che ne dite?

Pubblicato il 22 giugno 2010 - Commenti (1)


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Il costo dei figli

Esther Banfi

Siamo Augusto e Esther, abbiamo 5 figli: Giuseppe (9 anni), Linda (8), Francesco (7), Pietro (3) e Giovanni (5 mesi). Abbiamo anche una figlia in cielo, la piccola Maria Regien.

Augusto lavora come impiegato in un’azienda elettronica e io, Esther, che scrivo sul blog, sono mamma a tempo pieno.

La nostra, pur essendo un po’ più numerosa rispetto allo standard comune, è una famiglia come tante, alle prese con la gestione quotidiana della spesa, della scuola, del lavoro, dei trasporti e anche (per fortuna!) con la gestione delle occasioni speciali e dei momenti di festa, del tempo libero e delle vacanze.

Questo blog è il luogo dove raccontiamo come tentiamo, ogni giorno, di far quadrare il nostro bilancio familiare.

Il Blog è promosso in collaborazione con l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose

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