Vacanze e sole, amici per la pelle

Tintarella, sì o no? I consigli per tornare dalle vacanze con un bel colorito senza rischi per la salute della pelle. E ancora, come curare eritemi e punture di meduse e insetti.

Salviamo la pelle

04/06/2011
Prendere il sole con moderazione e con la pelle adeguatamente preparata fa bene.
Prendere il sole con moderazione e con la pelle adeguatamente preparata fa bene.

 La pelle è l’interfaccia del corpo con l’ambiente, la prima barriera difensiva dell’organismo. È essenziale tutelarla, specie nella bella stagione quando esce di più allo scoperto.

      Capolavoro di ingegneria, Come ricorda Marc McCutcheon nel suo libro La bussola nel naso Sperling&Kupfer, la pelle rende impermeabile il corpo, blocca o distrugge i batteri nocivi, regola la temperatura interna e comunica senza posa con il cervello, segnalando caldo, freddo, sensazioni sgradevoli e piacevoli.
 
«Insomma», chiosa il dermatologo Stefano Cambiaghi dell’Unità operativa di dermatologia dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, «la pelle è un organo strategico, di cui vanno tutelati efficienza e benessere giorno per giorno, in particolare durante la bella stagione quando è più allo scoperto. Anche perché è piuttosto delicata e, pertanto, non va maltrattata né incautamente lasciata in balia di insidie, naturali e non, che possono metterne a repentaglio la salute».

      Come nel caso del sole, così necessario per i processi vitali, ma anche capace di procurare grossi danni se preso sottogamba: stando a un’indagine Eurisko (vedi box), sembra essere questa la propensione di parecchi italiani.

– Un sole a due facce: amico e anche nemico?

     «Dipende da come ci si espone. Prendere il sole con moderazione e con la pelle adeguatamente preparata fa bene. Tra l’altro, la luce solare sincronizza l’orologio biologico, migliorando l’umore, allentando lo stress e regolando il ritmo sonno-veglia. I raggi ultravioletti, o Uv, permettono all’organismo di fabbricare la vitamina D, indispensabile per lo sviluppo e la forza delle ossa, per la modulazione del sistema immunitario, per la produzione di sostanze antibatteriche, e di autoproteggersi da
eventuali successive sovraesposizioni, grazie all’attivazione della melanina. Gli Uv possono diventare nemici della pelle quando non la si prepara e protegge con cura, lasciandola inerme al bombardamento di radiazioni. Si può andare incontro nell’immediato a eritemi e scottature, a un abbassamento delle difese immunitarie cutanee con maggiori probabilità di contrarre infezioni, nel futuro a un incremento dei rischi di invecchiamento precoce e di cancro cutaneo».

– D’estate si sta molto all’aperto. Come affrontare l’incontro con il sole?

    
«Con buonsenso e attenzione per permettere alla pelle di esporsi in maniera prolungata ai raggi solari senza pericolo. Bisogna idratarla e nutrirla con cosmetici specifici, pulirne e rinnovarne con esfolianti lo strato superficiale, rifornirla attraverso l’alimentazione di elementi utili per stimolare la produzione di melanina, ossia lo scudo anti ultravioletti. Per rafforzare la fotoprotezione cutanea e prevenire eritemi e scottature, soprattutto nelle persone con la pelle molto chiara, sono utili alcuni integratori a base di antiossidanti, concepiti proprio per contrastare l’ossidazione delle cellule e potenziare le difese immunitarie. Bisogna però controllare i dosaggi dei prodotti, perché succede che il contenuto delle sostanze benefiche non sia sempre tale da garantirnel’efficacia. È consigliabile farsi visitare da un dermatologo per stabilire la propria capacità di resistenza al sole e stilare un’agenda personalizzata di esposizione, approfittando dell’occasione anche per controllare i nei».

– Molte persone ricorrono alle lampade abbronzanti: fanno bene?

     «Un decreto dei ministeri della Salute e dello Sviluppo economico ha ultimamente dato un ulteriore giro di vite all’uso delle lampade per finalità estetiche, aggiornando le caratteristiche tecnico-dinamiche, le modalità di esercizio e le cautele da adottare nei beauty center. Lettini e solarium sono ora vietati agli under 18, alle donne in gravidanza, alle persone malate di cancro e a quelle che si scottano con facilità al sole. Indipendentemente da questi divieti, la tintarella artificiale è dannosa perché induce a pensare di potersi poi esporre senza rischi. In realtà, le lampade irradiano per legge solo raggi Uv di tipo A: questi generano una pigmentazione assai rapida, che però svanisce in pochi giorni perché non stimolano una durevole concentrazione della melanina nell’epidermide, come fanno gli Uv di tipo B. Analoghe considerazioni valgono per gli autoabbronzanti, sia che si limitino a colorare la pelle, sia che accelerino la produzione di melanina. Hanno un effetto solamente estetico, che dura solo qualche giorno e non ha efficacia protettiva. Quanto a coloro che pensano di predisporre la pelle all’abbronzatura con un paio di week-end a tutto sole, rinunciando addirittura agli schermi ad alta protezione, non ottengono l’effetto sperato, anzi rischianodi ritrovarsi con la cute solcata da macchie e rughe e di aumentare il pericolo di melanoma».

La pelle dei bambini va sempre protetta, perché è molto più sensibile al sole.
La pelle dei bambini va sempre protetta, perché è molto più sensibile al sole.

     Il sole e i bambini

– Quali precauzioni per i bambini?

     
«La loro pelle va protetta con grande attenzione. Fino all’80 per cento della quantità di Uv assorbito nel corso dell’esistenza si concentra nei primi 18-20 anni, quando di solito si sta più all’aperto e in vacanza, e parallelamente si accumula in questo periodo gran parte dei possibili danni, anche perché la cute giovane è più aggredibile. I neonati andrebbero comunque tenuti sempre all’ombra, in quanto la loro pelle non ha ancora fabbricato quei meccanismi naturali di difesa che cominciano a comparire più avanti. Dai sei mesi ai due-tre anni i bimbi possono andare a spasso sotto il sole, nelle ore meno calde, sia in passeggino, sia in braccio o mano nella mano di babbo e mamma: ciò basta, a questa età, per stimolare la produzione della vitamina D. Più ampia libertà di muoversi dai quattro anni in poi. Al mare ma pure in montagna, soprattutto nei primi giorni di esposizione, sono opportuni un cappellino a visiera larga, maglietta e calzoncini, occhiali da sole a misura baby, un solare appropriato in relazione al fototipo e all’intensità dell’irraggiamento ultravioletto, misurata dall’indice detto Uvi in rapporto alla capacità di produrre effetti sul corpo: bassa, moderata, alta, molto alta, estrema».


– Gli adolescenti sono riluttanti a proteggersi...

      «Nell’età dello sviluppo la pelle può essere grassa, con brufoli e acne. I ragazzi sono restii a ungersi di solari perché li considerano un fastidio e pensano che quanto più rapidamente si abbronzano, tanto prima riescono a mascherare o persino a risolvere i loro problemi cutanei. In realtà, specie per l’acne, il sole aiuta solo se preso in dosi moderate con brevi esposizioni, altrimenti può peggiorare la situazione. Bisogna convincerli che i filtri protettivi sono una risorsa per stare bene all’aria aperta e soleggiata. Inoltre, diversi prodotti contengono sostanze utili a contrastare i disturbi cutanei adolescenziali e questo può essere un incentivo a usarli».

– Un consiglio agli anziani?

       «La loro cute fotografa il grado di cura con cui l’hanno trattata nel corso degli anni. Allora, è doveroso raccomandare agli over 60 di non esporsi malamente al sole. Ma se solo a quell’età diventano prudenti per scansare inestetismi e guai cutanei, è un po’ tardi».

Maurizio Bianchi e Giusi Galimberti
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