22/04/2013
Ogni italiano produce in media a testa all'anno più di 540 chili di rifiuti solidi urbani. Una quantità impressionante.
Ci sono due modi per affrontare il problema dei rifiuti. Uno è il cosiddetto “ciclo virtuoso”, cioè una raccolta davvero differenziata, con il successivo riciclaggio dei “materiali post-consumo”. L’altro è quello prescelto dal progetto internazionale Rifiuti Zero, ossia la “prevenzione spinta”, una strategia per non produrne proprio.
Lo spiega anche Marinella Correggia nel suo libro Zero rifiuti, pubblicato da Altraeconomia, manuale che insegna sia a livello individuale che collettivo, non solo a minimizzare i rifiuti urbani residui, cioè quel che non può essere riciclato, ma anche a ridurre al massimo i “materiali post-consumo” riciclabili.
Insomma, ci insegna a fare a monte delle scelte e ad adottare uno stile di vita nuovo e più ecologico. Il libro, insomma, si fa portavoce della campagna Rifiuti zero (in inglese Zero Waste), strategia che si propone di riprogettare la vita ciclica delle risorse, in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di rifiuti da conferire in discarica allo zero, evitando di conseguenza i processi di incenerimento. Il processo assomiglia al riutilizzo delle risorse fatto dalla natura.
Tra i suoi maggior teorizzatori vi è il professore americano Paul Connett. Per una volta, però, l’Italia non è fanalino di coda, anzi. Nel nostro Paese si è costituita una Rete nazionale Rifiuti zero e già 25 Comuni sia al Nord che al Sud, per un totale di 400 mila abitanti, hanno adottato questa strategia (per informazioni: www.ambientefuturo.org).
Il capostipite tra questi Comuni virtuosi è stato Capannori, in provincia di Lucca, che già nel 2007 ha aderito con una delibera consiliare al progetto.
A dimostrare che il progetto Rifiuti Zero in Italia è ormai a un livello avanzato ed esemplare è giunto il riconoscimento conferito appena una settimana fa a Rossano Ercolini, presidente di Ambiente e Futuro per Rifiuti Zero e di Zero Waste Europe, nonché direttore del Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori.
A lui è infatti andato quest'anno il prestigiosissimo Goldman environmental prize, Nobel alternativo per l’ambiente, per aver contribuito con il suo impegno pluriennale a far crescere la rete dei movimenti e delle amministrazioni.
Nel video raccolto dal giornalista Luca Martinelli, di Altraeconomia, Rossano Ercolini parla del progetto.
Giusi Galimberti
a cura di Felice D'Agostini