22/04/2013
Da domenica 14 aprile in Italia si mangia solo pesce importato. A lanciare l'allarme sulla fine delle scorte nazionali è la colazione di associazioni Ocean2012, che sottolinea come il Fish Dependance Day sia giunto quest'anno per le marinerie italiane con una settimana di anticipo rispetto al 2012. E anche l'Europa non è da meno: il 4 luglio saranno finite anche le scorte annuali di pesce dell'Ue.
In sostanza, sottolinea Ocean2012, “le scorte nazionali si esauriscono sempre prima, costringendo materialmente i consumatori a dipendere dalle importazioni di pesce per il proprio fabbisogno. Per l'Italia il grado di autosufficienza è sceso dal 32,8% al 30,2% negli ultimi due anni. E nonostante un consumo leggermente inferiore, il nostro Paese è di fatto sempre più dipendente dal pesce proveniente da acque non-europee. L'Italia rimane dipendente dal pesce extracomunitario per sostenere circa il 70% dei suoi consumi”.
104 giorni di autonomia ittica all'anno. Un vero paradosso per il nostro paese, circondato da 8.000 chilometri di costa e che un tempo godeva di un mare sano e pescoso. “La popolazione mondiale cresce, il consumo di pesce pro capite aumenta (+3,6% l'anno) e i pescherecci diventano sempre più potenti. Si pesca troppo, a un ritmo più veloce del tasso di riproduzione degli stock ittici. L'Ue ha il dovere di assumersi l'impegno di porre concretamente fine alla pesca eccessiva entro il 2015 al fine di poter recuperare gli stock ittici entro il 2020'” dice Serena Maso, coordinatrice di Ocean2012.
Anche Greenpeace si schiera a sostegno dei pescatori artigianali d’Europa con “Sostieni chi pesca sostenibile”, il tour dell’Arctic Sunrise, la sua storica rompighiaccio, che è partita il 18 marzo da Costanza, in Romania, e arriva a Trapani e Favignana in Sicilia, dove sono previste numerose attività aperte al pubblico, dal 25 al 27 aprile.
“Torniamo in Sicilia per ribadire il nostro no ad attività distruttive come le trivelle e per promuovere una gestione condivisa delle risorse del mare che tuteli l’ambiente, le economie locali e le attività sostenibili a partire dalla pesca artigianale” afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace.
Dopo il tour contro le perforazioni in mare “U mari nun si spirtusa”, che la scorsa estate ha raccolto l’appoggio di ben 49 sindaci siciliani, ora l'attenzione è sulla pesca. La Politica Comune della Pesca dell’Unione Europea è oggi in fase di revisione.
“Per troppo tempo, con i soldi dei contribuenti europei, le politiche della Pesca hanno favorito le flotte più grandi e potenti che pescano in modo distruttivo, con il risultato che più del 60 per cento degli stock ittici dei mari d’Europa è oggi sovrasfruttato. Allo stesso tempo, i pescatori artigianali, che da generazioni utilizzano metodi responsabili e a basso impatto, rischiano di perdere il loro lavoro e il loro stile di vita” spiega Monti.
I pescatori artigianali stanno scomparendo, colpiti dalla crisi delle risorse che nel Mediterraneo sono allo stremo, con oltre il 95 per cento delle popolazioni in stato di pesca eccessiva.
Nelle diverse tappe europee dell'Arctic Sunrise, i cittadini possono realizzare firmando delle barchette di carta personalizzabili, con un messaggio che Greenpeace consegnerà ai rappresentanti dell’Unione europea incaricati di rivedere la Politica Comune della Pesca.
E per tutte le persone che non potranno raggiungere l’Arctic Sunrise, sul sito http://myboat.gp/it/ è possibile prendere parte al tour virtualmente, firmando la petizione e creando la propria barchetta online. Durante il viaggio, sulla nave di Greenpeace saliranno anche i pescatori, portando una lanterna che si passeranno di mano in mano nei porti più importanti. Una staffetta simbolica per sancire la fratellanza tra i pescatori artigianali europei.
Felice D'Agostini
a cura di Felice D'Agostini