30/07/2012
Il Matrimonio
e la famiglia
sembrano essersi
spenti e infiacchiti.
Invece di riflettere
la luminosa vitalità
del sacramento
che li ha resi
partecipi dell’amore
di Dio, mostrano
un tetro grigiore.
Solo la riscoperta
del legame forte che
il Battesimo istituisce
tra gli Sposi e Cristo,
getta una luce
nuova sulla coppia,
capace di estendersi
anche ai figli
e all’intera comunità
dei credenti.
Siamo entrati nell’anno che segna il cinquantesimo
anniversario dell’inizio del concilio Ecumenico
Vaticano II. Nelle previsioni di Papa
Giovanni XXIII avrebbe dovuto trattarsi di un evento
della durata di appena qualche mese, invece portò
un profondo rinnovamento nella Chiesa e rese
necessaria un’attenta e lunga riflessione.
Le bozze delle Costituzioni Conciliari erano ben
diverse dai testi definitivi: fu necessario un grande lavoro
di condivisione, che portò agli attuali documenti
e lo Spirito rivestì di fecondità nuova la Chiesa sua
Sposa. Questo orizzonte può essere percepito, in modo
speciale, in un brano (n. 48) particolarmente affascinante
della Gaudium et Spes: «L’autentico amore
coniugale è assunto nell’amore divino ed è sostenuto
e arricchito dalla forza redentiva del Cristo e
dall’azione salvifica della Chiesa, perché i coniugi in
maniera efficace siano condotti a Dio e siano aiutati
e rafforzati nello svolgimento della sublime missione
di padre e madre. Per questo motivo i coniugi cristiani
sono fortificati e quasi consacrati da uno speciale
sacramento per i doveri e la dignità del loro stato. Ed
essi, compiendo con la forza di tale sacramento il loro
dovere coniugale e familiare, penetrati dello spirito
di Cristo, per mezzo del quale tutta la loro vita è
pervasa di fede, speranza e carità, tendono a raggiungere
sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione,
e assieme rendono gloria a Dio».
don Paolo Gentili