30/07/2012
Tutto questo non si realizza con
coppie di sposi fiere della loro forza,
anzi «chi crede di stare in piedi, guardi
di non cadere»(cfr.1 Cor 10,12),
ma in coloro che vivono in un perenne
stato di conversione. La società attuale
non sostiene il matrimonio, e vivere
la fedeltà coniugale, in ogni suo
aspetto, è sempre più difficile. Occorre
allora spalancare le porte del cuore
all’incontro fra la potenza dello Spirito
e la nostra umana debolezza.
Oggi il peso dei ritmi lavorativi, la
pressione della crisi economica, e la
fatica nell’accompagnamento educativo
dei ragazzi e degli adolescenti sta
mettendo a dura prova molte famiglie.
Occorre allora tornare a offrire
l’abbraccio della Trinità a tanti sposi
feriti da avvenimenti difficili e sentimenti
contrastanti, o che magari hanno
smarrito la speranza. Noi però abbiamo
questo tesoro in vasi di creta,
affinché appaia che questa straordinaria
potenza appartiene a Dio, e
non viene da noi. In tutto, infatti, siamo
tribolati, ma non schiacciati; siamo
sconvolti, ma non disperati; perseguitati,
ma non abbandonati; colpiti,
ma non uccisi, portando sempre e
dovunque nel nostro corpo la morte
di Gesù, perché anche la vita di Gesù
si manifesti nel nostro corpo (cfr. 2
Cor 4,7-10).
don Paolo Gentili