Gli involontari alleati del Cavaliere

Prima Benigni, poi Santoro e Crozza hanno rimesso Berlusconi al centro della scena con l'intenzione di sferrare il colpo del definitivo ko. E se invece l'avessero aiutato a "risorgere"?

L'ossessione per il Cavaliere

01/03/2013
Berlusconi e Santoro alla puntata di "Servizio pubblico" del 10 gennaio (Ansa).
Berlusconi e Santoro alla puntata di "Servizio pubblico" del 10 gennaio (Ansa).

Il primo sospetto è sorto la notte del 17 dicembre scorso, quando Roberto Benigni iniziò la lezione-spettacolo La più bella del mondo sulla Costituzione con battute, aneddoti e parodie indirizzati al bersaglio di sempre: Silvio Berlusconi. Fu una trasmissione per certi versi memorabile, per la capacità con cui il comico toscano seppe - alla stregua di quanto aveva fatto con l'Inno di Mameli - avvicinare il testo della nostra Carta fondamentale alla comprensione della gente comune. Proprio la brillantezza nel commentare e rendere intelligibile a tutti la Costituzione sembrò stridere con quella prima parte della trasmissione: tanto erano argute e stimolanti le intuizioni sui princìpi costituzionali, quanto erano apparse prevedibili e stanche le battute sul Cavaliere. Al punto che qualcuno si è chiesto: era proprio necessaria quella pagina iniziale?

Intendiamoci: era naturale che Benigni introducesse il discorso "alto" offrendo un saggio della vis comica che l'ha reso famoso, per carità. E tuttavia: perché tornare sempre a lui, a Berlusconi? E il fatto che il repertorio fosse suonato "ripetitivo" e già sentito alle orecchie di molti, rafforza la perplessità. Lì si era affacciato, per la prima volta, il sospetto: questo insistere su Berlusconi non avrebbe avuto l'effetto di riportarlo al centro della scena, di renderlo nuovamente protagonista, in un momento in cui sembrava fuori dai giochi e in difficoltà?

Il sospetto è diventato dubbio la sera del 10 gennaio.
Berlusconi aveva finalmente accettato l'invito di Michele Santoro di prendere parte alla sua trasmissione, Servizio pubblico. Qualcuno - non sappiamo in base a quali dati, ma la sensazione è diffusa e condivisa da molti - ha detto che la rimonta di Berlusconi è cominciata proprio quella sera. Certo, l'impressione è che quello che doveva essere, nelle intenzioni del conduttore, il processo in cui sferrare al "nemico" storico il colpo del ko, si è tramutato in un micidiale assist.

Maurizio Crozza nella parodia a Berlusconi a Sanremo (Ansa).
Maurizio Crozza nella parodia a Berlusconi a Sanremo (Ansa).

Berlusconi è un animale da campagna elettorale, si dice, e quel 10 gennaio se ne ebbe una clamorosa conferma. Pur senza sostenere niente di nuovo né aggiungere nulla a quanto già sappiamo di lui, uscì non diciamo vincitore, ma offrendo l'immagine di un leone che non aveva nessuna intenzione di farsi mettere da parte. Fu messo insomma nella condizione di dare il meglio di sé, di esibire tutto il suo repertorio, di parlare alla pancia della gente. Di sicuro mandò un segnale ai "suoi": ci sono ancora, e venderò cara la pelle. "Vuoi vedere che Santoro ha finito con il dare visibilità e forza a un politico suonato?", pensarono in tanti.

Infine Maurizio Crozza: comico intelligente, acuto, preparato. Che si presenta sul palco di Sanremo facendo il verso a chi? A Berlusconi, ovviamente. Perlopiù proprio all'inzio del suo spettacolo. Il dubbio prende corpo: non sarebbe stato più furbo, da parte sua, cominciare, che ne so, con Ingroia o Montezemolo, e poi infilare Berlusconi? Se non altro, avrebbe fatto intendere che è uno dei tanti di cui sorridere, non il Primo, non il più Importante. Qualcun altro si è permesso addirittura di affermare che Crozza si sarebbe dimostrato geniale e avrebbe escogitato la più efficace satira su Berlusconi se avesse imitato e sbeffeggiato tutti gli altri politici-candidati, fuorché lui. Invece no: il Cavaliere - che molti segnali (e sondaggi) - davano per inesistente si è materializzato sul palco dell'Ariston, in diretta nazionalpopolare, davanti a milioni di telespettatori. Uno straordinario spot, peraltro gratis. E che, come nel caso di Benigni, non faceva nemmeno tanto ridere: battute già sentite (a Ballarò e Crozza nel Paese delle meraviglie), concetti già espressi.

Allora il dubbio si tramuta in domanda: questa ossessione per Berlusconi, alla fine, non ha giovato alla sua rinascita? Santoro ripete che i sondaggi, già prima della sua trasmissione, indicavano la risalita di Berlusconi. Non si può però escludere che lui, e tutti coloro che, anziché "ignorarlo", l'hanno evocato e reso ancora protagonista, gli abbiano dato una mano.

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GLI ATTACCHI DEI COMICI
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HANNO AIUTATO BERLUSCONI?
Paolo Perazzolo

a cura di Paolo Perazzolo
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Postato da folgore il 02/03/2013 11:21

Meglio tardi che mai lo avete capito che quelle critiche fanno il gioco del Cavaliere. Ve lo rammentate come venne accolto Crozza a Sanremo?

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