Gli involontari alleati del Cavaliere

Prima Benigni, poi Santoro e Crozza hanno rimesso Berlusconi al centro della scena con l'intenzione di sferrare il colpo del definitivo ko. E se invece l'avessero aiutato a "risorgere"?

Simonelli: Santoro gli ha fatto l'assist

01/03/2013
Giorgio Simonelli, docente di Storia della radio e della televisione alla Cattolica di Milano e opinionista del programa di Raitre "TvTalk".
Giorgio Simonelli, docente di Storia della radio e della televisione alla Cattolica di Milano e opinionista del programa di Raitre "TvTalk".

Dalle parti di Santoro & Co. guai a dire che Servizio pubblico, nella famosa puntata del 10 gennaio scorso, ha tirato la volata alla (mezza) rimonta di Silvio Berlusconi. Eppure, secondo Giorgio Simonelli, docente di Storia della radio e della televisione all'Università Cattolica di Milano e opinionista del programa di Raitre TvTalk, dal punto di vista comunicativo il duello-duetto tra i due "fratelli coltelli" resta uno dei momenti clou della campagna elettorale.

Perché ha spostato voti a favore del Cavaliere?

«Questo non lo so, è difficile quantificare. Sicuramente però in quell'occasione Berlusconi, che tutti ormai davano per spacciato, è apparso di colpo né rassegnato né bollito. Si è galvanizzato e ha galvanizzato anche i suoi sostenitori. È evidente che Santoro, più di tutti gli altri giornalisti, ha "costruito", dando il là decisivo, la campagna elettorale del leader del Pdl. Altri, come Ilaria D'Amico su Sky o Enrico Mentana su La7, invece hanno ingabbiato Berlusconi che non ha potuto recitare fino in fondo, e come voleva, il ruolo istrionico, tutto votato all'attacco, che sfodera puntualmente in ogni campagna elettorale».

Il miglior sponsor di Silvio, quindi, s'è rivelato il suo nemico giurato?

«Sicuramente gli ha tirato la volata, questo sì».

Questa campagna si è tutta giocata in Tv e alla fine ha vinto Beppe Grillo che sul piccolo schermo non si è mai visto. È un segnale che la Tv sta perdendo potere?

«La televisione funziona sempre a medio-lungo termine, non credo affatto che sposti il consenso nel breve periodo. Gli elettori di Pd e Pdl che hanno votato il Movimento 5 Stelle hanno maturato questa decisione in diversi mesi, se non anni, e non certo negli ultimi giorni di campagna elettorale o dopo aver assistito a un talk show. Il caso Grillo, però, è diverso, più particolare».

In che senso?

«Grillo è stato coerente nella sua incoerenza. Prima ha annunciato di andare su Sky per rilasciare un'intervista e poi ha fatto dietrofront. Per un politico che dice una cosa e poi ne fa un'altra questo è un boomerang che ne intacca la credibilità, specie in campagna elettorale. Lui, invece, ha giocato tutto sull'equivoco "non vado in Tv" ma alla fine, con questo atteggiamento, ha stuzzicato tantissimo l'interesse dei media, dalla Tv a Internet, e le sue parole hanno avuto un'eco straordinaria».

Veniamo agli altri leader. Bersani è stato accusato di non aver saputo comunicare un'idea forte del suo programma. È d'accordo?
«Credo che il leader del Pd si sia addormentato sugli allori dei sondaggi favorevoli e abbia "seguito" un po' troppo il personaggio inventato due anni fa da Maurizio Crozza. Bersani ha assunto come atteggiamento "politico" molti elementi della parodia che il comico ha fatto su di lui pensando che gli facesse gioco e scattasse presso i cittadini una sorta di "effetto simpatia". Il tormentone sul giaguro da smacchiare, ad esempio, viene da qui. Alla fine, però, è rimasto schiacchiato tra l'iperattivismo di Berlusconi, da un parte, e la tranquillità di Mario Monti, dall'altra».

Non ha trovato un ruolo, insomma.

«Per usare una metafora calcistica, Berlusconi ha giocato all'attacco, Monti in difesa, facendo anche molto catenaccio, e Bersani alla fine non sapeva più che spazio ritagliarsi».

E Monti, invece, come lo giudica?

«Ha commesso il gravissimo errore, imbeccato anche dai consulenti americani, di trasformarsi ad un tratto da uomo pacato, moderato e professorale a uno che attaccava gli avversari, faceva gaffe, alcune delle quali di pessimo gusto come la battuta sulla statura di Brunetta, o andava in Tv per mostrare il suo cagnolino. Si vedeva che recitava un ruolo non suo ed è apparso profondamente in imbarazzo».

Qual è l'immagine simbolo di questa campagna?

«Ne scelgo due: Berlusconi ospite da Santoro e Beppe Grillo che ad un comizio in piazza viene palleggiato dai suoi sostenitori come se fosse una rock star».

La tua opinione
GLI ATTACCHI DEI COMICI
E DEI GIORNALISTI
HANNO AIUTATO BERLUSCONI?

Antonio Sanfrancesco

a cura di Paolo Perazzolo
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare

Ultimi dossier pubblicati

%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati