30/01/2012
Il Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro (foto Ansa).
“Un esempio di coerenza ideale e di integrità morale”. Con queste parole Giorgio Napolitano rende omaggio al suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro, presidente della Repubblica italiana dal 1992 al 1999, morto il 29 gennaio a Roma all'età di 93 anni.
Quella di Scalfaro è stata una vita al servizio dello Stato. Era stato magistrato, membro dell'Assemblea Costituente, parlamentare, presidente della Camera dei deputati. Dopo aver lasciato il Quirinale si era dedicato alla difesa dei valori della Costituzione, più volte ribaditi in numerosi interventi pubblici, rivolti soprattutto ai giovani, fino a quando le forze gli hanno consentito di farlo.
Oscar Luigi Scalfaro era nato a Novara il 9 settembre 1918 da una famiglia di origine calabrese. Si formò nell'Azione Cattolica e nella Fuci. Si laureò in Giurisprudenza nel 1941 all'Università Cattolica di Milano ed esercitò per qualche anno la professione di magistrato. Lasciò la toga nel 1946, quando venne eletto per la Democrazia cristiana all'Assemblea Costituente che doveva redigere la nuova Costituzione.
Fu eletto ininterrottamente dal 1946 al 1992. Nel 1983, durante il Governo Craxi, fu ministro dell'Interno e rimase titolare del Viminale fino al 1987. Fu eletto presidente della Camera dei deputati il 24 aprile del 1992.
(foto Ansa)
Circa due mesi dopo venne eletto Presidente della Repubblica come
successore di Francesco Cossiga, che si era dimesso in anticipo.
L'elezione di Scalfaro arrivò dopo una lunga serie di votazioni senza
risultato. L'impasse fu superata dopo la strage mafiosa di Capaci, nella
quale furono uccisi il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie e gli
uomini della scorta. Quell'evento drammatico spinse il Parlamento a una
scelta rapida e unitaria. Scalfaro fu eletto al sedicesimo scrutinio
con 672 voti.
Durante la sua presidenza Scalfaro affrontò le vicende di Tangentopoli,
che misero a soqquadro il mondo politico italiano. Nominò sei governi (Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi,
D'Alema). Nel 1993 si difese con forza (anche con un messaggio
televisivo a reti unificate) dall'accusa di essere coinvolto in una
vicenda di gestione di fondi neri legata ai servizi segreti. Ecco il video di quello storico messaggio:
Nel 1994, dopo la caduta del Governo Berlusconi, non sciolse le Camere,
ma favorì la formazione del Governo “tecnico” guidato da Lamberto Dini.
Fu una scelta che gli causò l'ostilità del centrodestra, che da allora
lo accusò di aver creato un “ribaltone”.
Alla fine del settennato Scalfaro divenne senatore a vita e aderì al
gruppo misto del Senato. Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita
partecipando a numerosi incontri pubblici nei quali ha denunciato le
degenerazioni della politica e difeso con passione i valori della
Costituzione. Nel settembre del 2011 definì la corruzione “una peste
bubbonica” e dichiarò che la democrazia era “defunta malamente”.
Cattolico fervente, Scalfaro rimase vedovo pochi mesi dopo il
matrimonio. Per tutta la sua vita gli è stata accanto la figlia
Marianna. I funerali si svolgeranno in forma privata nella Basilica di
Santa Maria in Trastevere.
Roberto Zichittella
a cura di Pino Pignatta