Missioni/1 - Da Herat alla Val Pusteria

Dal 30 gennaio al 4 febbraio la 63ª edizione dei Campionati di sci delle truppe alpine. Vi partecipano mille soldati di dieci Paesi. Molti sono tornati da poco dall'Afghanistan.

02/02/2011

La sigla - Casta - sta per Campionati di sci delle truppe alpine. Si tratta di una manifestazione ideata nel 1931 per valutare il livello operativo e la preparazione fisica delle unità di montagna attraverso il confronto agonistico tra i migliori elementi di tutti i reparti. Giunti, quest'anno, alla 63ª edizione, i campionati si svolgono dal 30 gennaio al 4 febbraio  in Alta Val Pusteria,  sulle piste che fanno capo a San Candido e a Dobbiaco: partecipano circa 1000 militari-atleti della Taurinense, della Julia, del 4º Reggimento paracadutisti Monte Cervino, del Centro addestramento alpino di Aosta nonché militari inquadrati negli eserciti di Afghanistan, Austria, Germania, Libano, Macedonia, Romania, Slovenia e Stati Uniti d'America.


    Gara regina della manifestazione è senza dubbio la competizione tra i plotoni, dove si afferma il team che dimostra maggiore compattezza e versatilità sugli sci – con gare di slalom e staffetta – superando al tempo stesso prove di tiro e lancio di bombe a mano, senza trascurare due aspetti fondamentali in montagna: la capacità di sapersi orientare (in inglese: orienteering) e il soccorso valanghe, che sono oggetto di due impegnative prove di abilità a tempo. Il focus della gara dei plotoni si basa sulla regolarità e sullo spirito di corpo: il meccanismo della competizione prevede infatti forti penalità in caso di abbandono da parte anche di uno solo degli elementi del team, per cui a prevalere è sempre il plotone coeso che arriva con tutti i propri alpini al traguardo in tutte le prove, e non necessariamente quello dotato di individualità tecnicamente più forti. Il senso di squadra e la capacità di tener duro sono qualità richieste agli alpini nelle missioni all’estero, magari lontano dalla neve ma comunque in presenza di sollecitazioni estreme. 

    Dalla prima edizione, svoltasi nel 1931, ad oggi (con una pausa tra il 1954 e il 1962) la manifestazione si è disputata su tutto l’arco alpino – da Tarvisio a Cuneo passando per Merano, Vipiteno, Sappada, Sestriere, Asiago e l’Alpe di Siusi, con due puntate a Campo Felice sull’Appennino abruzzese - secondo un format che si è ampliato nel tempo per cambiare nel 1977 etichetta: in quell'anno, infatti, i ‘Gista’ vengono ribattezzati  ‘Casta’; smettono di essere gare interreggimentali e diventano campionati veri e propri, aperti (dal 1979 in avanti) a militari stranieri tra cui i celebri Alpenjaeger austriaci, i Gebirgsjaeger tedeschi e gli Chasseurs des alpes francesi, insieme a rappresentative di Gran Bretagna, Usa, Slovenia, Romania, Cile, Spagna, Argentina, Albania, Macedonia e Libano. 

   Le edizioni più recenti dei Casta sono diventate una kermesse agonistica della durata di una settimana. L'edizione 2011 – oltre alla gara dei plotoni e ai campionati italiani di sci dell’Esercito - comprende gare di slalom Fis valide anche per la coppa Italia, winter triathlon (coppa Europa), fondo (15 chilometri maschile e 10 chilometri femminile) e biathlon militare.

    Come si sa, la Brigata Taurinense è rientrata in autunno dall'Afghanistan, sostituita dalla Julia.  Molti i reduci iscritti ai Casta 2011.  Nella gara tra plotoni, ad esempio, il pettorale numero 1 è stato assegnato al 32° genio guastatori della Taurinense, l’unità che nel 2010 ha partecipato alla missione Isaf perdendo cinque uomini. «Qui si gareggia per l’onore del reggimento e quindi anche per l’onore dei nostri caduti: avremo una motivazione in più», dice il tenente Diego Vercelli del 32°. Parole simili a quelle degli alpini del 7° della Julia, che l’anno passato avevano in squadra Matteo Miotto –  caduto il 31 dicembre 2010 - e si erano piazzati secondi assoluti. Tra i reduci, anche numerose donne. Famiglia Cristiana aveva intervistato e fotografato il maresciallo ordinario Lisa Cravotta, comandante del plotone mortai nella base avanzata di Bala Murghab, non lontano dalle trincee scavate dagli alpini: in Alta Val Pusteria s'è battuta con il suo team del secondo reggimento della brigata Taurinense. 

Alberto Chiara
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