di Massimo Bettetini
Massimo Bettetini, 45 anni, è psicoterapeuta, psicologo della fiaba, poeta. Da anni si dedica al mondo della famiglia, dell'adolescenza, dell'editoria, amalgamando al lavoro "sul campo" quello di scrittore.
25 ott
Il problema adolescenti è quanto mai vivo, ovunque. In realtà, diciamolo subito per non perderci, c’è sempre stato, perché sempre ci sono stati ragazzi che non avevano voglia di crescere, e anche oggi ci troviamo a parlare con tanti adulti (anche nonnetti) che non è che siano infantili; più semplicemente sono immaturi. E hanno tutte le possibilità di raggiungere le tappe opportune e divenire persone grandi, capaci di farsi carico dei problemi altrui a facilitarne la soluzione, o, per lo meno, avvicinare al cambiamento. Bisogna cercare di mettersi in discussione, guidati e facilitati nel compito da persone capaci.
Ciò detto, la nostra interfaccia, ovvero gli ormai quasi 28.000 iscritti alla Pagina Essere Genitori di Facebook (e possiamo sottolineare il numero con un pizzico di orgoglio), ci domanda e si domanda che cosa fare con i giovani adolescenti in casa. Nell’area "Discussioni" si è parlato di tutto, delle cose che stanno più a cuore, della paura di sentirsi soli nell’affrontarli perché il rischio è un po’ quello di palleggiare le difficoltà tra coniugi; mentre è importantissimo che la linea educativa sia unica e concorde, che anche le ansie, insomma, siano condivise. La coppia, in questo, può aprirsi agli altri, e chiedere gli aiuti necessari alle persone giuste. Non ci stancheremo mai di ripetere il consiglio di rivolgersi al pediatra, qualora si facciano vivi disturbi continuati difficilmente spiegabili. Non è al primo starnuto del bambino che devo chiedere aiuto al luminare, ma se la preoccupazione incalza, lui può essere il primo interlocutore adatto. E se non lui, altre figure di riferimento quali il sacerdote, l’amico di vecchia data (dotato di saggezza…), ecc. Altro problema è quello legato all’uso della televisione e di altri elementi simili, come Internet.
Ma si è soli o no nell’educazione dei figli? Cercando di riassumere, ho affermato all’interno della Discussione: «Forse in alcuni luoghi bisogna creare una rete di aiuti che tenga. Per cui i figli, assenti o presenti che siano i genitori, frequentano comunque un ambiente condiviso dai medesimi genitori. Questo è importante. Ci si può mettere d'accordo tra famiglie, tra amici o tra parenti. Per quanto concerne l'autorità, penso sia uno di quei paletti da mantenere a tutti i costi, aiutata sempre dal buon senso che non fa cadere nel fanatismo o nella severità eccessiva. E se sono troppe (lo sono davvero) le trasmissioni televisive che incollano allo schermo e comunicano valori negativi, si può fare qualcosa, a cominciare dallo spegnere la TV o cambiare programma, al segnalare il proprio malcontento a chi questi programmi trasmette. La mancanza di contenuto può in fine essere colmata da una serie di contenuti positivi trasmessi dai genitori ai figli con l'esempio, con letture costruttive, imparando a godere anche della bellezza dell'arte e della natura, insegnando il rispetto per se stessi e per gli altri».
Possiamo davvero fare tanto per gli adolescenti, nel tentativo di fornire loro gli strumenti idonei per diventare grandi, in grado di lasciare luminose tracce al proprio passaggio che non saranno cancellate dalle onde della dimenticanza.
Pubblicato il 25 ottobre 2010 - Commenti (0)
18 ott
Mentre sto scrivendo, abbiamo raggiunto e superato i 27.000 iscritti alla Pagina Facebook Essere genitori di Famiglia Cristiana. Settimanalmente manteniamo aggiornati e forniamo numeri che effettivamente ci confermano nel lavoro e ci incoraggiano, spingendoci al di là delle prospettive.
Continuano i messaggi brevi e continuano le Discussioni importanti. Noi cerchiamo di rispondere in tempo reale; cosa che, data la fantasia del web, non sempre è possibile, per fortuna: significa che il traffico è davvero intenso…
Una cosa ci ha positivamente colpito negli ultimi giorni. I genitori, possiamo dirlo, si ribellano. Ma a che cosa? Essenzialmente i genitori, senza essere bacchettoni, si ribellano allo squallore di un certo tipo di televisione. Hanno scritto. Titolo Discussione; Grande fratello 11: «Avevano detto che dopo la sesta edizione non l’avrebbero più fatto, siamo arrivati all’11ª edizione…»; «Ne ho visto 10 minuti della prima puntata della prima serie e avevo già la nausea, mi hanno detto che le prime due edizioni erano ancora peggio per contenuti e volgarità, eppure continua ad essere di moda e stravisto!!!».
Che dire? In effetti dice bene chi vuole intervenire per rendere i produttori e distributori di alcune trasmissioni consci di quanto portano nelle case degli spettatori, anche nelle ore in cui i bambini sono davanti alla TV, e fanno anche bene a denunciare come vi siano però tanti, troppi genitori, che, loro per primi, non vedono l’ora che inizino quegli spettacoli.
Il discorso è importante perché pone l’attenzione sul dialogo che si viene a creare tra genitori, figli, e, detto in parole semplici, quel che entra in casa attraverso la televisione. Già avevamo accennato a questi temi, parlando di Internet e del controllo genitoriale sui siti frequentati dal computer di casa. Possiamo aggiungere che la prima responsabilità è proprio dei genitori, che è bene approfondiscano in se stessi cosa e perché vogliono vedere certe trasmissioni, per sapere poi proporre valide alternative, qualora si accorgano che quel che entra in casa non è del tutto congruente alle mete educative.
La superficialità con cui talvolta sono affrontati questi temi rende purtroppo ragione di molte non belle sorprese in ambito pedagogico. Accogliamo quindi con molto ottimismo gli interventi di chi propone la novità della ribellione a un certo tipo di spettacolo, che non significa castrare o comunque inibire gli animi, ma aprirli a contenuti più ricchi e stimolanti.
Pubblicato il 18 ottobre 2010 - Commenti (0)
11 ott
Se la Pagina Facebook Essere genitori di Famiglia Cristiana è assestata ben oltre i 26.500 iscritti, davvero ci rallegra la gratitudine di tanti che ci gridano, con tanto di punti esclamativi, la gioia nell’averla scoperta, o la ricchezza dei suoi contenuti. E, dobbiamo dire, questi ultimi si stanno vivacizzando ancor di più, tanto che nascono nuovi temi di Discussione, ben al di là delle previsioni.
La certezza di star costruendo qualcosa di grande con la propria famiglia si mescola con la paura di… come andrà a finire e di quel che potrà succedere: paura che può ingenerare insicurezza, anche nelle piccole faccende quotidiane.
Contemporaneamente, alcuni fatti di cronaca, di per sé tragici, ci ripropongono la problematica legata all’emulazione, cioè, come diverse volte l’abbiamo già definita, il fornire a persone deboli o fragili, una notizia che manda in frantumi il diaframma che separava la tensione verso un atto lesivo, o auto-lesivo, dall’attuazione del medesimo.
Sommando quanto detto, la Pagina Essere genitori sta diventando un’ottima palestra in cui a un sano realismo si coniuga quella ventata di ottimismo che non prescinde dal vero quotidiano, ma ne sa scorgere la luminosità, forse nascosta, ma pur presente. E questo anche nel poco (che spesso non è così poco). Così ad una mamma preoccupata della sua tenuta nei confronti dei capricci ho suggerito di avere pazienza, perché «ci possono essere mille cause piccole e banali per cui possa sentirsi infastidito. Tieni anche presente che può iniziare a fare capricci... Tra un po’, se le cose non cambiano o peggiorano, parlane con il vostro pediatra, che conosce bene la famiglia. Tieni comunque presente che fattori come la crescita dei denti o altro può dare simili esiti. Tu (per quel che riesci) cerca sempre di farti vedere serena e affettuosa; per lui sarà più facile calmarsi perché se vuole solo attirare l'attenzione su di sé sfonderà una porta aperta e si calmerà».
Importante diventa il reciproco rispetto intraparentale, la valorizzazione di quanto sa fare l’uno e di quanto sa fare l’altro, ma, specialmente, di quel che “è” l’uno e di quel che “è” l’altro. Così i differenti talenti possono arricchirsi vicendevolmente e non stupidamente confrontarsi in una sterile gara. Per fare questo è necessario fornire contenuti positivi. Può sembrare una sciocchezza o il curare con panni caldi, ma non è così.
Gli “umori”, altrimenti, hanno la meglio, e così il tentativo di prevalere sugli altri.
Pubblicato il 11 ottobre 2010 - Commenti (0)
04 ott
Ormai è inutile dirlo, ma gli iscritti alla pagina Facebook Essere genitori di Famiglia Cristiana crescono ancora e sembra non si voglia fermare questo andamento positivo…
Con la tipica rapidità, gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da un intreccio di pensieri, considerazioni, frasi, consigli dati e ricevuti.
Partendo dal più recente, gli ultimi temi trattati nelle discussioni sono stati: Adolescenti in casa, I problemi di una famiglia allargata, Scuola prima dei 6 anni, I vostri bambini e i nonni.
È interessante analizzare questi argomenti. Come si può notare, infatti, pur essendo diversi, mirano tutti a un unico obiettivo, che è quello relazionale, cui sottostà, in ultima analisi, una domanda antropologica. Chi sono Io? Chi sei Tu? Dove stiamo andando, verso cosa ci stiamo dirigendo nel nostro progetto esistenziale?
Sono domande fondamentali, specialmente per le eventuali ricadute sui cosiddetti “anelli deboli” della famiglia, che possono essere i nonni (anziani e magari non più fisicamente efficienti come una volta), o anche un/a ragazzo/a in difficoltà per le più diverse ragioni. E importantissimo è e rimane il ruolo che ciascuno svolge, il suo insostituibile ruolo, che va riconosciuto dagli altri. «Tu, per me, sei proprio e solo Tu, e sei insostituibile!».
Diverso è l’atteggiamento nei confronti di una scelta pedagogica, come può essere quella di anticipare l’ingresso di un figlio nel mondo scolastico.
A questo proposito, mi sono basato, come spesso cerco di fare, sul buon senso, e ho scritto: «Un semplice parere ce l'avrei anch'io. L'importante, per queste decisioni, è seguire il parere degli insegnanti. Se ritengono che il bambino sia pronto per la scuola... perché no. Però non è sbagliato neppure farli aspettare qualche mese. Anche perché se sono in scuole miste, le bambine crescono di per sé più rapidamente dei maschi e il gap, che diviene maggiore nel caso di bambini che anticipano, potrebbe essere uno svantaggio perché non capiscono che poi matureranno anche loro e raggiungeranno le amichette. In sintesi, senza complicarci troppo, mi affiderei al buon senso dei genitori che se hanno la testa sulle spalle centrano il bersaglio».
Ecco: la cosa fondamentale è e rimane cercare il bene dell’altro, sapendo talvolta mettere un po’ in secondo piano i propri disegni, sogni e desideri, a guadagno di tutti.
Pubblicato il 04 ottobre 2010 - Commenti (0)
27 set
La Pagina Facebook Essere genitori di Famiglia Cristiana si mantiene intorno ai 26.000 iscritti e, dobbiamo constatare, si sta movimentando, perché ci sono più interventi, perché le discussioni stanno mettendo in contatto molti genitori che scambiano volentieri le esperienze, preoccupati, felici del buon esito di un atto pedagogico, dubbiosi, cercando risposte alle loro domande, donando risposte alle domande altrui.
Al centro ci sono sempre i bambini con le loro necessità, i loro capricci, ma anche con tante soddisfazioni per tutti. Da parte nostra cerchiamo di “moderare”. Durante l’ultima settimana, parallelamente all’uscita del primo libro della collana Essere genitori, Manuale anti-ansia per genitori, di Maria Rita Parsi ed Elena Mora, abbiamo chiesto quali fossero le paure che più facilmente colpiscono mamme e papà. Sia le risposte telegrafiche, sia quelle dialogate, sono state molto interessanti, e mai banali. Hanno essenzialmente riguardato tre temi: i litigi, il futuro, gli amici.
Affrontiamoli insieme. I litigi. I litigi (intraparentali, tra genitori, tra figli o tra genitori e figli) spaventano e dobbiamo chiedercene il perché. La risposta è ovvia quando si va troppo sopra le righe e il litigio degenera in vera e propria ira o in comportamenti irrazionali. Diviene meno ovvia nel caso di un litigio che, diciamo, ci può anche stare. Forse è che manca alle spalle la sicurezza della stabilità e ogni incrinatura è ritenuta letale. In questi casi, perché no, abbiamo anche suggerito, come spesso facciamo quando possibile, di ricorrere all’ironia che aiuta e crea le giuste distanze.
Il futuro. Nella paura del futuro si rintracciano, in realtà, tutte le paure: malattie, cattive compagnie, incidenti, devianze, ribellioni all’iter educativo pensato dai genitori, fallimenti. Nessuno di noi, ovviamente, ha una sfera di cristallo. E questa è una grande fortuna, perché implica il dinamico sforzo per crescere, colmare il vuoto tra essere e dover essere, rendere significativa una vita. Per questo la paura può essere scalzata dalla sana preoccupazione che i figli divengano ciò che loro, uno per uno, sono chiamati a essere.
Gli amici. Questo è un tema serio, perché appare, ed è, poco controllabile. Allora diviene fondamentale l’esempio dato dai medesimi genitori. Il problema, in sintesi, è che non si sa se lasciare più o meno liberi i figli; se tirare o lasciare la corda, se fidarsi, o se fare, di nuovo, i genitori controllori. A dire il vero, proprio in questo consiste la “tecnica” del fare di mamma e di papà. Proprio in questo è l’arte di educare che attinge il vero fornito dalla consapevolezza di essere genitori.
Pubblicato il 27 settembre 2010 - Commenti (0)
20 set
Ormai abbiamo raggiunto quota 26.000 iscritti alla Pagina Facebook Essere genitori di Famiglia Cristiana; dati i contenuti, un piccolo record che migliora se stesso e il segnale chiaro che ci troviamo nel guado dell’emergenza educativa. Le vivaci parole e discussioni ci dicono anche che c’è voglia di uscirne e che, se ci si mette di impegno, il mondo può farcela. Obiettivamente non sarà una cosa dall’oggi al domani, ci vorrà il suo tempo, e, specialmente, l’entusiasmo di una o forse due generazioni.
Possiamo essere ottimisti, specialmente se accettiamo il passato per arricchircene e guardiamo al futuro con fiducia e credendo saldamente in valori irrinunciabili: la famiglia è uno di questi. In tale ottica, abbiamo aperto una discussione sugli anziani e sul ruolo dei nonni nelle famiglie. Trasversalmente il tema tocca molte altre discussioni già in passato intavolate. Molte giovani coppie hanno bisogno dei nonni, perché, essendo necessario il doppio stipendio, devono lasciare a loro i bimbi. Così facendo si rischia quella che possiamo definire intromissione geriatrica, per cui la nonna o il nonno, genitori o suoceri che siano, dicono la loro su tutto e tutti devono obbedire. D’altronde, se non li si coinvolge in nulla soffrono perché si sentono inutili…
Che fare? Così ho voluto scrivere in Bacheca: Mamma e papà sono insostituibili; ma anche i nonni lo sono! Hanno un "luogo" loro specifico nel cuore e nella mente dei bambini. La sola loro presenza diviene importante. Una presenza che deve dare sicurezza, con discrezione. Senza invadere il campo di figli e nipoti. Ma il solo fatto che i nonni ci siano è importante ed è importante che se ne rendano conto, che sappiano di essere ancora utili, anche se forse molto anziani o infermi. I nonni sono un dono ed è importante che se ne rendano conto, che sappiano di essere ancora utili, anche se forse molto anziani o infermi.
Ognuno ha la sua situazione da gestire diversa dalle altre, e non possiamo generalizzare. Ciò che può giovare è la chiarezza identitaria di ciascun ruolo. Cioè, in parole povere: io mamma sono la mamma e faccio la mamma, non il papà; così il papà, e così anche i nonni. Io sono la nonna e faccio la nonna né più, né meno, senza accollarmi compiti che non sono miei, se non straordinariamente per necessità palesi e importanti. Così ai nonni non verrà la voglia di intromettersi troppo e i genitori non si sentiranno i piedi calpestati. C’è un di più, e questo abbiamo cercato di mettere in rilievo. Le persone anziane hanno un messaggio di saggezza da portare, con la sola presenza, malgrado gli inevitabili acciacchi fisici o psichici. Questa, se supportata dal buon senso, indica immediatamente (cioè senza la mediazione di parole) quale linea seguire nelle diverse circostanze. Non dimentichiamo, poi, che siamo esseri umani e che possiamo fare uso dell’ironia; usata con intelligenza, rende liete le situazioni che parevano pesanti e facilita davvero la convivenza.
Recita un proverbio: la vecchietta non voleva morire, perché ogni giorno aveva qualcosa da imparare. Anche i nonni possono imparare, dai figli e dai nipoti. Se il dialogo interparentale diviene corretto, si ha un flusso pedagogico in doppia direzione. Questo facilita anche il sciogliersi della diatriba sul Controllo, cui avevamo recentemente accennato. Non c’è paura del Controllo se gli affetti sono vissuti in armonia e se il testimone della saggezza passa, arricchito di buon senso, da una generazione all’altra.
Pubblicato il 20 settembre 2010 - Commenti (0)
08 set
Il numero di iscritti alla Pagina di Facebook Essere genitori sta ancora aumentando, ma più che sottolineare questo, che è sempre fonte di soddisfazione, oggi ci preme andare ancora sui contenuti trattati dai lettori nelle pagine di discussione. Alcuni sono stati, infatti, incoraggiati ad aprire nuove discussioni, per ampliare il dibattito aperto magari da una semplice, ma profonda frase, affissa sulla Bacheca della Pagina.
Di nuovo torna il tema del Controllo parentale sui figli, per quanto concerne internet: cioè, e in sintesi, cosa possiamo fare se scopriamo che i nostri figli, a prescindere dall’età, visitano normalmente siti pornografici? Rispondere immediatamente a questa domanda, sarebbe facilissimo, ma sarebbe un po’ come lavarsene le mani, e noi abbiamo cercato e cerchiamo di distanziarci da paradigmi “pilateschi”. Cerchiamo innanzitutto una sintesi dei fatti. Oggi come oggi, quasi tutti i figli cresciuti, minorenni o maggiorenni che siano, hanno facile accesso a internet. Con pochi click possono cioè collegarsi a pressoché qualunque tipo di sito e accedere a una gran quantità di immagini e contenuti. Tra queste e questi ultimi vi sono anche immagini e contenuti di carattere erotico e spudoratamente pornografico, con tutte le emozioni e sensazioni, non solo fisiche, che comportano.
Generalmente i genitori dovrebbero prestare attenzione a cosa entra in casa dall’esterno: riviste, giornali, ecc. perché il tutto corrisponda e sia congruente all’educazione che si vuole impartire.
La pornografia danneggia la crescita di bambini e ragazzi, e non vale l’argomento di chi dice che così imparano come stanno le cose e guadagnano una visione completa del corpo. La pornografia è cosa seria, perché assume l’interezza dell’uomo o della donna e la frantuma, la scinde in parti, impedendo l’unità tipica della persona. La psiche è scissa dall’anima, ed entrambe dal corpo. Non solo: il corpo è a sua volta scisso nelle sue parti e dato in prestito a sconosciuti che potranno, nella loro mente, farne ciò che vogliono. Ci rendiamo conto di quanto siano gravi i valori in gioco e di quanto siano universali, cioè non riguardanti solo alcuni, ma tutti, e l’immagine di uomo universalmente colta. Stiamo parlando di depersonalizzazione e perdita dell’identità sia di chi si offre sia di chi ne usufruisce.
Allora, solo una volta giunti a tale consapevolezza, possiamo cercare di offrire consigli, così come abbiamo cercato di fare sulla Pagina di Facebook. Esistono innanzitutto siti da cui si possono scaricare programmi che impediscono la visione di altri siti più o meno palesemente pornografici. Di facile reperibilità, stanno dimostrando una certa efficacia.
Però, per non dare l’idea di museruola, l’invito è sempre quello al dialogo intergenerazionale. Il blocco, infatti, può anche funzionare, ma (giustamente qualche genitore si lamenta) basta utilizzare il computer dell’amico i cui genitori non hanno installato il programma suddetto, o altri sistemi di connessione e si è daccapo.
Nel dialogo, invece, chi ha compiti pedagogici può spiegare tutta la bellezza della corporeità, la bontà intrinseca del corpo, di tutto il corpo in tutte le sue parti, per soffermarsi, partendo da tali concetti, sulla stupidità della mercificazione di un valore tanto alto.
Non si tratta di puritanesimo. L’esperienza insegna quanto chi non si lascia avvinghiare dalle sabbie mobili della pornografia abbia una maggior padronanza di sé, maggior equilibrio, più capacità di pensare e vivere per gli altri in un ricco scambio oblativo che rende bella la vita ed il suo correre verso il futuro. In questo sforzo comune, genitori e figli possono davvero crescere insieme.
Massimo Bettetini
Pubblicato il 08 settembre 2010 - Commenti (0)
25 ago
Questa volta, ci piace dedicare la nostra attenzione alle brevi frasi che molti, moltissimi, hanno posto e pongono in Bacheca, e alle tematiche dominanti le ultime settimane. Tanto per restare informati, aggiungiamo a titolo di cronaca che gli iscritti alla pagina sono in continuo aumento. Stiamo ormai raggiungendo i 25.500 iscritti. Per i temi affrontati dalla Pagina di Facebook Essere genitori è un piccolo record di cui siamo molto grati a tutti!
Dicevamo delle frasi poste sulla Bacheca della Pagina. Sono davvero simpatiche, e non solo: anche ricche di arguzia e di quella leggerezza che non è superficialità, ma scambio di idee, immagini, ecc. tipico di una piattaforma aperta come Facebook. È quindi stato colto lo spirito giusto, e speriamo che continui così. Molti e molte comunicano la loro gioia di essere genitori, madri e padri, così, solo per dirlo, con le parole più semplici e vere, semplici perché vere; sottolineando chi un aspetto chi l’altro, mostrando così tutta la poliedricità del mestiere più bello del mondo (come spesso è chiamato). E questo è positivo e arricchente.
Altri chiedono consigli. Li accogliamo tutti. A questo proposito ci piace suggerire che in alcuni casi anziché porre le domande sulla Bacheca, è possibile, con la medesima problematica, aprire delle nuove Discussioni e scambiare pareri anche più approfonditi. Per quanto concerne i temi di fondo, oltre a quelli precedentemente sottolineati, ormai molti pongono domande sull’affettività, e sull’intreccio sessualità-affettività. Questo è fatto sia in chiave pedagogica (quindi pensando ai figli), sia in chiave propria ed esistenziale (quindi, cercando risposte per se stessi). Sono temi importanti cui cerchiamo di rispondere, privatamente, o sulla piattaforma comune, a seconda di dove scrivono gli utenti. Sempre, però, ci teniamo a sottolineare come la sessualità umana sia differente da quella degli animali perché nella persona umana tocca la sua triplicità, quindi la fisicità, la psicologicità e la spiritualità. La sessualità umana non è quindi un gioco relegato al di fuori e al caso, ma tocca tutta la persona, per innestarsi nella dinamica d’amore.
Sono temi importanti e da approfondire poi personalmente con l’aiuto di guide sicure. Come si nota, si passa con molta rapidità da brevi pensieri a temi profondi. Ci sta! Va bene così! Le dinamiche affettive sono infatti in continuo movimento, non si fermano mai, nel bambino, nell’adolescente, così come nell’adulto e nell’anziano. Anche i nonni hanno una ricca affettività, non dobbiamo dimenticarlo. Non c’è età in cui smettiamo di amare e di essere amati per raggiungere la dinamica del dono e raggiungere conseguentemente, nel darsi, l’equilibrio interiore.
Pubblicato il 25 agosto 2010 - Commenti (0)
16 ago
Giusto per mantenere aggiornati sulla nostra pagina Facebook "Essere genitori", i fan sono aumentati ancora negli ultimi giorni di qualche centinaio di unità.
Fa piacere vedere mantenuti e migliorati gli ottimi livelli raggiunti. E non si tratta di sola quantità, ma anche e, direi specialmente, di qualità. Al di là dei tanti messaggi che riceviamo posti in bacheca, e di cui siamo a tutti grati, abbiamo suggerito un tema di grande rilevanza dal punto di vista psicologico, pedagogico ed affettivo: cioè il Parental Control e la sicurezza dei ragazzi on line. L’avanzare delle tecnologie impone un serio confronto su queste tematiche, diversi libri sono stati scritti al riguardo e Famiglia Cristiana ha dedicato spazio al tema, sia oggi sia in passato.
Gli interventi pervenutici sono concordi nel percepire il problema del controllo, nella consapevolezza che non si possono mettere porte alla campagna. C’è chi dice che i genitori possono controllare quello che vogliono, ma poi basta usare il computer dell’amico e i figli chattano quando e con chi vogliono e visitano tutti i siti che vogliono. Così come le ultime generazioni di telefonini permettono di collegarsi con estrema facilità. È chiaro che la problematica investe argomenti alla base del dialogo parentale, un dialogo che deve essere profondo e sincero, tra figli e genitori responsabili. Altrimenti non si può staccare la spina, togliere le pile di ricarica dei computer e imporre una sorta di silenzio mediatico. Rimedio inutile. Sarebbero ricercati altri strumenti comunicativi.
Proprio per questo ho aggiunto, però, «che il problema esiste. Perché a portata di uno o pochi click posso vedere tutto e interloquire con tutti. E non basta dire che intanto sono immagini o rapporti personali teorici. Perché le immagini e le chattate con sconosciuti rimuovono la sensibilità e l’emotività tanto quanto le cose reali. Sono tanti ormai i casi di adolescenti o preadolescenti o bambini che arrivano al punto di trovare difficoltà nel differenziare la realtà dal ‘reale immaginario’ che trovano in rete, con pericolo per la loro integrità psico-fisica e affettiva”.
C’è anche chi ha scambiato la pagina per luogo di possibili “incontri”. In questo caso non c’è stato bisogno di controllo perché i medesimi utenti hanno simpaticamente avvisato dell’errore: “sbagli posto”…
Chatta che ti fa bene!, quindi? No. Parla che ti fa bene, ascolta che ti fa bene, pensa che ti fa bene, divertiti sanamente che ti fa bene! Questo sì, perché ciò che davvero ciascuno cerca, anche nell’etere o nei ciberspazi, è in fin dei conti sempre un Tu adeguato al proprio Io, in grado di accogliere e restituire quell’affetto di cui siamo tutti capaci che ci porterà, passo dopo passo, ad amare ed essere amati senza misura.
Pubblicato il 16 agosto 2010 - Commenti (0)
03 ago
Abbiamo superato i 25.000 fan. Tanti o pochi? Sicuramente tanti, proprio tanti, e questo ci riempie di sana soddisfazione, perché comunicare e interfacciarsi con 25.000 persone su un tema bello e profondo come Essere genitori è cosa importante su più livelli. Questo ci dice anche che c’è bisogno di sapere, comunicare, chiedere e rispondere, confrontarsi su temi quali la genitorialità e quanto ha a che fare con essa. E poi scopriamo che in estate Facebook non va in vacanza.
Abbiamo cercato di stimolare alcune tematiche e le risposte o suggerimenti non si sono fatti attendere, così come ci siamo impegnati ad offrirne. Un problema è certamente quello delle uscite serali, collegato a quello, ben più complesso anche se apparentemente meno pericoloso (ma sta alla radice!), delle compagnie, amicizie, ecc. frequentate dai figli. Ho suggerito, cercando di rispondere ad alcune domande, che «a mio parere la responsabilizzazione va risvegliata anche al di fuori delle diatribe se uscire o no la sera. Così si riflette anche sulle serate fuori oltreché sul resto. E mamma e papà devono essere concordi in tutto, altrimenti se i figli si accorgono che sono discordi salta tutto per aria... Vera attenzione penso poi vada posta sui locali che frequentano i figli sapendo spiegare i pregi e i pericoli. Cioè bisogna saper spiegare (con un minimo di conoscenza) perché non si è d'accordo che frequentino certe discoteche, ecc. Senza rompere è anche opportuno conoscere che musica ascoltano, cosa leggono, dove vanno su internet; senza rompere cioè parlandone simpaticamente insieme; cioè senza ‘interrogatori».
Gli interrogatori vanno evitati perché altrimenti i figli si chiudono, e diviene difficile intervenire. Le preoccupazioni, amplificate anche da fati di cronaca, sono oggettive. I figli non si possono accompagnare in discoteca, però i genitori devono sapere quali musiche ascoltano e l’effetto che una notte in disco produce sulla psiche e sul fisico umani. Per questo ci sentiamo in diritto di rivendicare ancora una volta l’importanza di certi paletti, che vanno simpaticamente ma con fermezza posti, a riparo delle droghe e di altri fenomeni che possono accompagnare una serata “divertente”.
Al di là delle discoteche, il problema principale resta sapere quali sono gli amici dei figli. Può essere fuorviante classificare i buoni e i cattivi. Se invece cerchiamo di fornire idee chiare su chi “è degno” dell’amicizia del figlio, della figlia, qualche spiraglio di luce si apre. Perché il “degno” “non degno” (o come si voglia formulare) corrisponde, di fatto, a un’identità ricca di contenuti, ove genitori e figli possono insieme riconoscersi. Ancora una volta i valori divengono boe capaci di segnalare la via da percorrere. Ancora una volta la parola, malgrado la supertecnologia a disposizione, è regina, capace di comunicare contenuti indemandabili: e di questo le siamo grati.
Massimo Bettetini
Pubblicato il 03 agosto 2010 - Commenti (2)
26 lug
Questa settimana i fan di Essere genitori sono diventati quasi 25.000, confermando così l’attualità del servizio che stiamo fornendo e la vivacità di scambi, frasi, discussioni, simpatici incoraggiamenti dettati da quella comunanza, quasi convivialità, tipica della rete. Molti e molte si fanno vivi solo per dire Ciao!, o ancor più semplicemente che ci sono, o che per loro essere genitori è la cosa più bella che potesse capitare, malgrado tutte le difficoltà: banalità, stupidaggini? No! È un modo per rendere partecipi gli altri e per partecipare degli altri. E va bene così.
Altri chiedono aiuto, o, per lo meno, un rapido consiglio, che non sarà magari quello azzeccatissimo e puntualissimo, ma le risposte si susseguono e allora, tirando il fiato, ci si rende conto che una soluzione può essere trovata. Anche per alcuni casi gravi, che, in Facebook, incontrano in qualche modo il conforto dello sfogo (e non è poco).
Nelle Discussioni, invece, hanno fatto capolino un po’ di stanchezza e un po’ di stress; comprensibilmente: siamo stati invasi dal caldo e stanno arrivando le ferie. Argomenti a tutto tondo, che però attendono risposte a tutto tondo, senza allarmismi e senza sminuire forma o contenuto. Ho allora suggerito a chi arriva alla sera stanco e si trova i bambini che non ne vogliono proprio sapere di andare a dormire, in una discussione simpaticamente intitolata Buona notte… spero!: “Ti lascio allora due idee in più sperando che servano a qualcosa: che veda in casa (non so quanti vivete sotto lo stesso tetto) un'atmosfera il più possibile serena (che non vuol dire noiosa), e, se questo non servisse, si può allora chiedere consiglio al pediatra, al vostro pediatra, quello che vi conosce: perché, senza allarmarvi, ma tanti capricci possono, come ho detto anche in altri post, nascere da fastidi fisici. “Non dimenticarti poi di coccolarla; una coccola in più talvolta vale più di mille altre cose.Ciao e spero di esserti stato utile, anche se con poche parole”. Sì; in Facebook si usano frequentemente poche parole per comunicare, perché non ne occorrono di più. In questo la parola, che perdona qualche strafalcione grammaticale o sintattico, riacquisisce molto del suo valore e aiuta a trascendere la contingenza e la solitudine.
Pubblicato il 26 luglio 2010 - Commenti (0)
01 lug
Sempre vivace la pagina di Facebook Essere genitori di Famiglia Cristiana; vivace e seguitissima dai suoi 22.000 fan.
Le storie che si intrecciano sono tante e tanti i temi di discussione, proposti con la semplicità e vivacità tipiche della gente di Facebook.
Ne sottolineiamo tre proprio degli ultimi giorni: Facebook; Il rito degli SMS non basta; Le punizioni.
L’attenzione è posta sull’intreccio pedagogico esistente tra le nuove tecnologie (e l’estrema facilità di accedervi) e l’educazione spiccia dei figli. Cioè: posso spiegare quel che voglio, esigere quel che voglio dai miei figli, ma se poi su internet vanno dove corre un mouse senza guida né meta, cosa se ne fanno delle mie belle parole? Diverso il problema degli SMS dal cellulare: posso scrivere criptati versi d’amore, inviare cuoricini; ma questo è affetto virtuale, e allora giustamente le mamme lamentano che non vogliono figli bamboccioni che non hanno ancora capito che l’amore esige anche sacrificio.
Temi scottanti, insomma. E noi cosa possiamo dire dal nostro privilegiato punto di osservazione? Che prevenire è meglio che punire, esigere è segno di fiducia, e che le eventuali punizioni devono essere intrise di buon senso.
"Ti consiglio di aspettare”, ho risposto a una mamma in difficoltà perché le figliolette gemelle sono sul piede della ribellione: “Ascoltati, chiedendoti perché si lamentano così tanto, cioè cosa vogliono davvero dirti lamentandosi tanto”.
Ecco; questo è il punto: qualunque sia lo strumento comunicativo, cogliere il nocciolo che è comunicato o che vogliamo comunicare trovando e incoraggiando sempre positività nei contenuti.
Pubblicato il 01 luglio 2010 - Commenti (0)
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