12/10/2011
Il 76 per cento degli italiani che lavorano dicono di dormire meglio nei fine settimana e in vacanza.
Narra il Manzoni, ne I promessi sposi, che «il principe di Condé dormì profondamenente la notte avanti la giornata di Rocroi». E forse anche per questo, il 19 maggio 1643, riuscì a condurre le truppe francesi alla vittoria contro gli spagnoli in una delle tante battaglie della Guerra dei trent’anni.
Ben diversa e travagliata fu la notte di don Abbondio, reduce dall’incontro con i bravi di don Rodrigo in cui si era sentito intimare che il matrimonio tra Renzo e Lucia «non s’ha da fare, né domani né mai». Per il pover’uomo, scrive Manzoni, «l’indomani sarebbe stato giorno di battaglia, quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose» finché, «fermato un poco l’animo a una deliberazione, poté finalmente chiuder occhio: ma che sonno, che sogni!»
Parole, quelle manzoniane, ampiamente suffragate dalla scienza medica, per la quale dormire bene è importante come bere e mangiare in maniera sana per il buon funzionamento dell’organismo e per il benessere psicofisico in generale. Al contrario una scarsa quantità e una bassa qualità di sonno, oltre a interferire con il processo di crescita e a indebolire le difese immunitarie, si riflettono negativamente sulla concentrazione, sulla capacità di decisione, sull’efficienza, sulla reattività della memoria, sull’umore.
Salutare elisir
* Un concetto, questo, ampiamente condiviso nel Belpaese, secondo un’indagine dal titolo “Italiani e il sonno, l’importanza di dormire bene a ogni età", realizzata per Tena da Ispo ricerche di Renato Mannheimer e presentata con gli interventi del neurologo Luigi Ferini Strambi (responsabile del Centro disturbi del sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano e della sezione europea dell’Associazione mondiale di medicina del sonno) e dell’urologo Alberto Trinchieri dell’Ospedale di Lecco. * Per noi, insomma, un buon riposo notturno è un vero elisir di salute, indispensabile per affrontare ogni giornata con energia e vitalità. Quasi tutti d’accordo sul fatto che il tempo dedicato al sonno non è buttato via, anzi dormire per un numero sufficiente di ore è proprio fondamentale per condurre una vita sana. E chi riesce a farlo bene può reputarsi davvero fortunato, anche perché il 76 per cento reputa che non dormire abbastanza o dormire male influisce notevolmente sull’umore. In proposito, per il 65 per cento attività lavorativa, studio, vita quotidiana influiscono sulla qualità della nanna, al punto che il 76 per cento di chi lavora ammette di dormire assai meglio durante i fine settimana o quand’è in ferie.
* «E’ fondamentale», ha affermato Ferini Strambi, «questo riconoscimento dell’importanza del dormire. Tanto che uno dei nostri obiettivi è proprio ridurre la moltitudine dei cosiddetti privati del sonno, ossia di quelle persone che, volontariamente o per altri motivi, dormono meno di quanto dovrebbero».
Molti di quelli che dichiarano di dormire otto ore al giorno non riescono però a dormirle di filato.
Quante ore per notte
* Sono circa 8 in media, nel nostro Paese, le ore dedicate al sonno ogni notte, una dose considerata appropriata dagli esperti del ramo. Ma più del 25 per cento degli italiani, specie tra i 45 e i 54 anni, si colloca sotto la media. Sono soprattutto liberi professionisti, imprenditori, lavoratori autonomi a tirar tardi la sera, coricandosi dopo la mezzanotte. Per contro gli over 65, in particolare pensionati, staccano entro le 21,30 e passano anche più di 10 ore sotto lenzuola e coperte.
* Nel complesso, comunque, quello italiano non è un popolo di nottambuli: per il 36 per cento l’ora del silenzio scatta tra le 23 e le 23,30.
Tormento pipì
* Tuttavia, se la maggioranza dei cittadini del Belpaese dichiara 8 ore di sonno, ben la metà di essi non riesce a dormirle di filato. Chi si alza durante la notte lo fa soprattutto per andare in bagno (68 per cento) o per bere (22 per cento), mentre un 9 per cento degli over 65 deve fare i conti con il problema dell’incontinenza.
«Queste levate notturne», ha ammonito Trinchieri, «possono condizionare l’attività diurna, né più né meno del non dedicare al sonno il giusto tempo. Tra i disturbi delle vie urinarie, ci sono quelli dipendenti da infezioni o infiammazioni croniche, che possono determinare uno stimolo alla minzione frequente o poco controllabile, oppure quelli dovuti a malattie che ostacolano il completo svuotmento della vescica, diminuendo la portata della minzione che deve essere così ripetuta più volte».
* «Non va inoltre sottovalutato», ha aggiunto l’esperto, «il fenomeno poco noto della poliuria notturna, che comporta l’emissione di un quantitativo eccessivo di pipì. Varie sono le cause: la più frequente, e tipica degli anziani, è rappresentata da una moderata insufficienza cardiaca, che comporta un accumulo di liquidi negli arti inferiori durante il giorno, liquidi che vengono poi scaricati di notte quando si è sdraiati e il cuore risulta meno affaticato».
Maurizio Bianchi e Giusi Galimberti