12/10/2011
I più tiratardi sono solitamente gli under 30, che hanno difficoltà a svegliarsi fino a metà mattina e possono invece fara notte fonda senza battere ciglio.
Un quarto dell’esistenza viene trascorso, come si suole dire, “nelle braccia di Morfeo”: ossia dormendo (nella mitologia greca Morfeo, figlio di Ipno cioè del Sonno, era la divinità dei sogni). Fosse tempo buttato via, ci sarebbe di che rammaricarsi. Per fortuna non è così perché, secondo il professor Ferini Strambi, «durante il sonno, l'organismo innanzitutto si riposa: gli organi vitali continuano a funzionare, ma con ritmi più pacati. Il sistema immunitario, a sua volta, si rigenera per parare il giorno dopo, con rinnovata forza, le insidie di virus e batteri».
Allodole e gufi
* Dormire è una funzione basilare, però è anche vero che non è uguale in tutti. I ritmi sonno-veglia, infatti, sono una faccenda personale, che dipende dal proprio orologio biologico, dalle abitudini acquisite in famiglia, dall’età.
* Due le grandi categorie in cui si divide l’umanità: le allodole, ben rappresentate soprattutto tra gli adulti, per le quali una levataccia non è una tragedia perché si coricano presto la sera; i gufi, molto frequenti tra gli under 30, che hanno difficoltà a connettere fino a metà mattina, ma che sono in grado di tirar tardi fino a notte fonda senza batter ciglio.
* A prescindere dalle necessità personali, ci sono nelle 24 ore dei momenti, i cosiddetti cancelli del sonno, in cui l’organismo si organizza per addormentarsi. Si verificano allora una diminuzione della temperatura corporea e una modificazione degli equilibri di alcuni ormoni, in particolare della melatonina che è il principale regolatore del ciclo naturale sonno-veglia e dei bioritmi da esso influenzati. Questi cancelli si aprono solitamente tra le 10 e le 11 di sera, ma pure tra le 2 e le 3 del pomeriggio: se non si reagisce, cala il sipario della nanna.
Mai dedicarsi a un'attività sportiva dopo cena: lo sport praticato nelle quattro ore prima di andare a letto disturba il sonno.
Le dieci regole per un buon sonno
Per tutti valgono queste dieci regole, che Ferini Strambi ha definito “di buona igiene del sonno”. Osservandole, ci sono ottime probabilità di fare sogni d’oro.
1. Scegliere un rituale della buona notte, che aiuti a rilassarsi e a predisporsi all’addormentamento: per esempio, bere una camomilla o leggere pagine di un libro.
2. Coricarsi e svegliarsi il più possibile alla stessa ora, anche quando non si è dormito bene.
3. Quando non si riesce a dormire, alzarsi e fare qualcosa di piacevole, tornando a letto solo quando si ha veramente sonno.
4. Non dedicarsi a un’attività sportiva dopo cena: lo sport praticato nelle quattro ore prima di andare a letto disturba il sonno e lo stesso vale per attività intellettuali impegnative.
5. Rivalutare il pisolino pomeridiano, ma senza esagerare. Per risultare proficua per corpo e mente, la pennichella non deve protrarsi oltre i 30-40 minuti.
6. Non utilizzare il letto per guardare la tv, lavorare al computer, sbrigare pratiche di lavoro.
7. Evitare di eccedere con le bevande eccitanti come il caffè e con i superalcolici, che da una parte facilitano il sonno, ma dall’altra lo rendono travagliato. Non fumare prima di coricarsi, in quanto la nicotina è uno stimolante.
8. Saldare i debiti di sonno: il cervello è un ragioniere pignolo, che esige il recupero delle ore perse senza praticare sconti.
9. Far sì che in camera da letto la temperatura sia fresca, che l'ambiente sia il più possibile buio e silenzioso, che materasso e cuscino assecondino naturalmente la posizione del corpo.
10. Se si prendono farmaci per curare delle malattie, controllare che non interferiscano con il sonno.
Maurizio Bianchi e Giusi Galimberti